“Non avere paura, fatti sentire”. È questo il messaggio dello spot contro la violenza alle donne presentato lo scorso venerdì 18 dicembre presso l’aula magna del rettorato catanese, alla presenza delle associazioni di volontariato che fanno parte delle “rete tematica” organizzata nel Centro Servizi per il volontariato etneo e soprattutto alla presenza di Beppe Fiorello, che non si è solo reso disponibile gratuitamente in qualità d’attore, ma è anche il regista di questo spot.
Girato lo scorso 25 ottobre a Scicli, piccolo comune del ragusano, il breve documento si inserisce all’interno di un percorso iniziato a fine 2007 dal CSVE e ne riassume un anno di intenso lavoro. “Il Centro servizi esiste per riunire le numerose associazioni di volontariato esistenti nel territorio etneo e non solo”, ha detto Sonia Longo, direttore del CSVE, che ha continuato: “hanno ciascuna un diverso modus operandi e si occupano di tematiche diverse (legalità, disabilità, intercultura, lotta alla violenza) ma sono legate da un unico obiettivo: lavorare assieme per il cambiamento sociale”.
E proprio attraverso il CSVEtneo e l’azione “Rete Tematica” diverse associazioni nelle province di Catania, Siracusa, Enna e Ragusa, puntano a essere sempre più incisive nelle politiche di welfare locale. Un impegno importante soprattutto se consideriamo che il problema della violenza alle donne, e la loro paura di ammetterlo, in Sicilia è ancora più accentuato che nel resto d’Italia. Sono circa 520.000 i casi registrati nell’isola.
Tanti venerdì pomeriggio i rappresentanti delle varie associazioni di volontariato, centri di ascolto e di accoglienza per le donne che subiscono traumi psicologici e fisici di ogni genere. “La donna deve essere accompagnata da una équipe che la sostenga e aiuti nel non facile percorso di denuncia e lotta contro la violenza. Percorso lungo e accidentato che spesso coinvolge anche i figli di queste donne, anche loro bisognosi d’aiuto, di essere soprattutto ascoltati e capiti”. A parlare così è Adriana Prazio, presidente del centro antiviolenza “La Neréide” di Siracusa, che aggiunge: “È necessario lavorare assieme e guardare al cuore del problema. La nostra associazione si sta impegnando per prevenire la violenza partendo dalle scuole, il ragazzino bullo di oggi sarà infatti l’uomo violento di domani”.
E proprio il timore, la vergogna ad esporsi di fronte a fatti di grave violenza subiti, spesso proprio in famiglia, è l’aspetto messo in risalto nello spot. Una mano che copre la bocca, una mano di donna, una mano che autocensura il proprio dolore, la propria paura, la propria difficoltà d’esprimersi. “Quando ho accettato la proposta di curare la realizzazione di questo spot, ho sentito di dover essere il più possibile delicato nell’affrontare una problematica talmente difficile come quella della violenza, in tutte le sue forme. Spesso gli spot contro la violenza, di qualsiasi tipo essa sia, sono violenti anche loro, trasmettono ansia ed è proprio ciò che ho cercato di evitare”, così Beppe Fiorello racconta la nascita dello spot e i suoi primi passi come regista. “Ho pensato a un’idea semplice, qualcosa di tranquillo e delicato, quasi come un carezza. Ecco quindi una passeggiata per le vie di Scicli, un paesino garbato, molto rispettoso, con delle musiche di sottofondo”, ha continuato. È nelle ultime immagini che qualcosa cambia. È Lo stesso Beppe Fiorello che con un gesto di accompagnamento, scosta la mano dalla bocca delle donne e le invita a parlare: “Uniti per sapere, uniti per fare. Fatti sentire”.
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