La vigile del fuoco che ha giurato fedeltà al suo lavoro «Passione e determinazione al servizio di chi ha bisogno»

«La cosa più bella di oggi è stata poter gridare: “Lo giuro“». Tra i 67 allievi siciliani del polo didattico di Catania e di Trapani che questa mattina sono stati protagonisti del primo videogiuramento della storia del corpo nazionale dei vigili del fuoco c’è anche Carmen Genovese. Classe 1984, originaria della provincia di Messina, questo lavoro lo ha scelto tanti anni fa. «Ho subito capito che era questo quello che avrei voluto fare nella vita». Moglie e mamma di un bambino di due anni e mezzo «non ho mai pensato che essere vigile del fuoco potesse essere incompatibile anche con il portare avanti la mia vita privata e familiare».  

In linea con le norme per il contenimento del rischio epidemiologico da Covid-19, la cerimonia degli allievi dell’87esimo corso nazionale, si è svolta nelle regioni di appartenenza (e non solo alle scuole centrali antincendi di Roma). In Sicilia, nella sede del comando provinciale dei vigili del fuoco di Trapani, hanno giurato 67 allievi. La cerimonia si è svolta in videoconferenza sincrona in poli didattici di 14 regioni. «Quella che sono riusciti a trovare, viste le condizioni, è stata una soluzione ottimale. Del resto – dice sorridendo Genovese – trovare soluzioni in situazioni difficili è quello che fa sempre un vigile del fuoco». 

«La notte scorsa non sono riuscita a chiudere occhio – racconta – perché ero molto emozionata, è stato un momento importante». Giurare fedeltà non soltanto alla Repubblica «ma soprattutto al mio lavoro». Incendi, ma non solo. I pompieri sono spesso i primi a intervenire in situazioni critiche: incidenti, terremoti, calamità naturali. «La nostra missione è sempre quella di aiutare gli altri nei momenti di maggiore bisogno», dice la vigile del fuoco che nella sua famiglia è la prima ad avere fatto questa scelta di vita. «Non sono figlia d’arte, ma tutti i miei familiari, sin da subito, sono stati orgogliosi della mia decisione e mi hanno sostenuta soprattutto apprezzando la mia passione e la mia determinazione».

Un settore in cui le donne sono ancora una netta minoranza. «L’unica differenza con gli altri allievi del mio corso – sottolinea Genovese – è che, invece di stare nelle camerate, durante il corso io ho avuto una stanza tutta per me. Per il resto, formazione, allenamenti e prove da superare sono stati identici». Un corso iniziato lo scorso ottobre e che, tra lezioni a distanza a causa del coronavirus, si è concluso a maggio. «All’inizio eravamo tutti dei perfetti sconosciuti. Poi, da estranei, siamo diventati una famiglia e il polo è diventato la nostra seconda casa». Genovese adesso è stata destinata a Milano. «Affronterò ogni giorno con passione, dedizione e determinazione, consapevole che quello che faccio è il lavoro più bello del mondo». 

Marta Silvestre

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