La Valle dei Templi tra basso Impero e malasanità di provincia

LETTERA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI AGRIGENTO. UNA MISSIVA PER PARLARE DELLE AVVENTURE DELL’INIMITABILE, UNICO SALVATORE MESSINA DETTO TUCCIO. ‘IMMORTALATO’ ANCHE DAL BASTIANO CONTRARIO DEL TEMPIO DELLA CONCORDIA, PEPPE ARNONE

di Sallustio II

Lo scandalo dell’Humanitas, con i patetici pentimenti che abbiamo avuto modo di registrare, e lo scandalo della selezione dei manager della sanità, con le conclamate violazioni di legge, gli eccessi di potere, l’illogicità manifesta e le contraddizioni in atti e comportamenti, determinano anche una sorta di oscuramento dei fatti, pur gravissimi, di malasanità nelle province dell’Isola. (Foto sotto tratta da collezione-online.it)
Impazza su youtube il licenziamento del Commissario Straordinario dell’ASP di Agrigento, Dr. Salvatore Messina, detto Tuccio. Licenziamento disposto dall’Avv. Giuseppe Arnone, Presidente del Comitato per la legalità “Pio La Torre”, nella kermesse organizzata il 5 dicembre al S. Paolo Palace Hotel dall’On. Cracolici. Licenziamento gridato da Peppe Arnone alla presenza del Presidente della Regione, Rosario Crocetta, e dell’assessore alla Salute Lucia Borsellino.
BRAVO PEPPE, hai additato la mangiugghia di Tuccio: più che un licenziamento, visivamente è sembrata la cacciata dei ladri dal Tempio. Solo che, caro Peppe, Tu non sei Gesù. Né gli autorevoli esponenti del Governo regionale possono paragonarsi ai satrapi del Sinedrio, anche se…

Ma noi siamo portati a pensare che tutto lo scandalo della sanità in Sicilia possa essere meglio ricondotto, con un balzo in avanti di duecento anni, al basso Impero di Roma. In questo senso ci aiuta una incredibile dichiarazione rilasciata dal governatore Crocetta in una della tante sue scenografiche interviste: il nostro colorito Presidente, forte della sua immensa cultura classica ed umanistica, nell’intervista cui facciamo riferimento, si è paragonato ad Eliogabalo.
Superato il primo momento di smarrimento, dovuto alla nostra scarsa

Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafede

cultura rispetto a quella di Saro, abbiamo fatto le dovute ricerche. E cosi, abbiamo appreso che Eliogabalo, appartenente alla famiglia dei Severi, è stato l’Imperatore romano che regnò dal 218 al 222 d.C. Data in cui finì assassinato dai pretoriani che, dopo l’omicidio, ebbero un solo problema: non riuscivano a farlo entrare nella cloaca dove volevano buttarlo, e quindi optarono per il Tevere, dove lo buttarono.
Ora, noi non vogliamo assolutamente pensare al paragone tra il Presidente della Regione e l’infelice Imperatore per i fatti criminosi di cui alla historia augustea. Né vogliamo pensare che il Presidente della Regione si fosse paragonato ad Eliogabalo per gli eccessi sessuali di cui il predetto godeva (aveva quattro mogli e tre mariti), né vogliamo pensare che il paragone possa imputarsi al fatto che Eliogabalo, di origine siriana, volesse, in contrasto con il popolo ed il Senato di Roma, sostituire il culto di Giove olimpico con il culto del dio Sole. Anche se, bisogna dirlo, nella scenografia crocettiana spesso c’è tanta religiosità.

Ed allora, pensiamo che il paragone di Crocetta è rispondente nella misura in cui Eliogabalo, anche per le rivisitazioni e le revisioni degli storici nelle epoche successive, è stato a suo modo un rivoluzionario. Anche Crocetta si è dipinto come rivoluzionario: la rivoluzione della legalità: la rivoluzione della politica quale partecipazione popolare e non feudo di ‘Palazzo’ e privilegio di casta: la rivoluzione come denuncia del malaffare: la rivoluzione come premio del merito e non dell’appartenenza: la rivoluzione come trionfo della libertà su tutti i pregiudizi.
Chi scrive ci ha creduto, ha voluto partecipare, ed ancora forse ci crede. Però i risultati di questo Governo, specie nella sanità, ci disamorano fino all’abbandono, perché della sbandierata rivoluzione sembra non essere rimasto nulla, se non la scenografia di Eliogabalo. E questa nostra povera terra è andata paurosamente indietro anche rispetto ai Gattopardi che fummo.
Si può dire che c’entra Tuccio Messina, Commissario Straordinario dell’ASP di Agrigento, con Eliogabalo? C’entra, eccome! In un nostro articolo, “Il grigio ed il rosa della sanità siciliana”, abbiamo dato il colore grigio all’affaire Cofedil (affidamento milionario diretto di servizi ad una multinazionale, in barba, noi pensiamo, alle vigenti norme di legge in materia di contratti pubblici) ed abbiamo invitato il Procuratore della Repubblica di Agrigento al dovuto interessamento, allorquando il fatto si potesse configurare come fattispecie di reato.
Con questa lettera aperta allo stesso Procuratore reiteriamo la richiesta.

Ma, dato che Agrigento è la terra del mandorlo in fiore, abbiamo voluto dipingere di rosa una deliberazione di incarico di struttura complessa amministrativa (Area Personale) ad una tale bionda Loredana Di Salvo, principale, se non esclusiva, collaboratrice di Tuccio. Per detto incarico la Procura della Repubblica di Agrigento, dietro denuncia del sindacalista della O.S. FIALS, Amedeo Fuliano, ha aperto un’indagine ed ha inviato un avviso di garanzia allo stesso Commissario Straordinario.
Allora, Tuccio che fa? Lascia? No, raddoppia!
Abbiamo saputo infatti che, liberatosi un posto di peso superiore a quello già illegittimamente conferito e coperto dalla Loredana, il trasecolato Commissario Straordinario dell’ASP di Agrigento, magari pensando al suo prossimo ed ineludibile effettivo licenziamento, ha voluto accelerare i tempi di copertura del posto vacante ed ha ripetuto, ancora più illegittimamente, l’operazione illecita (almeno così è configurata dalla Procura della Repubblica di Agrigento nella fase delle indagini preliminari) con l’invio di una richiesta “di curricula aggiornati per eventuale conferimento incarico di Coordinatore Amministrativo Distretto Ospedaliero AG1”. Richiesta inviata a tre soli dirigenti amministrativi, di cui due non dovrebbero avere interesse alcuno a partecipare alla selezione (e così probabilmente sarà) ed una, la Dott.ssa Loredana Di Salvo che, perciò stesso, accederebbe al posto ed alla qualifica di peso superiore, avvalendosi di siffatta procedura tutta rosa.
Tutto questo sembra uno scandalo minore. Scandalo di provincia. Non lo è. E’ scandalo a tutto tondo. Ed è uno scandalo tipico della corte di Eliogabalo.

Nello scandalo-farsa della procedura di selezione dei manager della sanità, uno dei principi ispiratori sembra essere quello di sanare con l’illegale procedura seguita dalla Commissione Moirano, Frey, Morici eventuali vizi già propri di taluni incarichi di direzioni generali e commissariamento delle ASP nel 2009 e, quindi, in tempi di stabilizzazione dei precari! Stabilizzare i possibili viziati.

Così potrebbe avvenire con l’eventuale – tentato?! – nuovo, più importante incarico alla bionda Loredana.
Sig. Presidente della Regione, La preghiamo: conservi di Eliogabalo, seppure molto residualmente, lo spirito rivoluzionario. E, quindi, licenzi immediatamente, senza aspettare le nuove nomine dei Direttori Generali, il Commissario Straordinario dell’ASP di Agrigento, Dott. Salvatore Messina. Se lo farà ne avrà merito nella legalità. Se non lo farà, gli schiaffi di Peppe Arnone potranno non essere affettuosi e semplici buffetti.
Lucia Borsellino, oggi è il giorno della sua Santa. non pensi soltanto alle arancine, ma si apra alla luce e non aspetti, con atti e comportamenti che finirebbero per essere considerati omissivi, l’esito delle indagini sul “ Grigio ed il rosa della sanità agrigentina”.
Quando vuole, Lei ha a disposizione gli ispettori del suo assessorato. E li manda dove necessità. Questa volta, La preghiamo di farlo senza l’imput di qualche interessata interrogazione parlamentare. Se non lo farà, non ci rimarrà altro che sperare, almeno per il “grigio ed il rosa” nella Valle dei Templi, nell’intervento del Procuratore della Repubblica di Agrigento, al quale extrema ratio è indirizzata la nostra lettera aperta.

 

 

 

Redazione

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