La valle dei Sieli tra rifiuti e natura Il 25 aprile festa di liberazione dalla discarica

«È come rinunciare a una ricchezza». Giuseppe Sperlinga, biospeleologo docente dell’università di Catania e presidente dell’associazione Stelle e ambiente, stenta a dare una definizione del paradosso vissuto all’ombra dei Sieli. La valle che prende il nome dall’omonimo fiume si trova compreso tra i Comuni di Motta Sant’Anastasia e quello di Misterbianco. Ma negli anni la zona è meglio nota per essere patria della discarica più grande della Sicilia orientale, nella quale confluiscono i rifiuti di gran parte della regione.

«Non viene visto più come un luogo bello e stupendo», spiega Maria Caruso, storico membro del comitato No discarica misterbianchese. Non più scampagnate in mezzo alla natura, come accadeva fino a qualche anno fa: «Lo si associa al degrado». Proprio in quei luoghi da tempo trascurati, i comitati civici hanno organizzato per domani, sabato 25 aprile, una «festa di liberazione dalla discarica e dalla corruzione». Un evento che vedrà protagonista uno scorcio unico della provincia etnea, al confine tra l’ampia zona della valle del Simeto e le antiche lave dell’Etna.

«Un’area molto ricca di diverse specie, sia animali che vegetali», sottolinea Francesco Di Grazia. Studente di Scienze ecologiche ed educazione ambientale dell’ateneo catanese, guidato da Giuseppe Sperlinga, sta realizzando una tesi di laurea nella quale sta realizzando la proposta di tre percorsi naturalistici. Due ricadono sul territorio di Motta, uno su quello di Misterbianco. Obiettivo: «Cercare di valorizzare quest’area, che è abbandonata a se stessa», attraverso «proposte utili e pratiche». Secondo lo studente, che sta realizzando un vero e proprio censimento botanico, «si può sfruttare a livello turistico. A patto che si bonifichi la discarica».

Un tema che è diventato uno scopo per molti cittadini dei due territori etnei. «Come si fa dopo tantissimi anni, dopo tutte le indagini, ad avere ancora questa realtà nel nostro territorio?», si chiede Caruso. Il riferimento è all’operazione Terra mia, che ha portato all’avvio di un procedimento penale nei confronti di un funzionario regionale e quattro imprenditori del settore dei rifiuti. Tra loro, Mimmo Proto, proprietario della Oikos spa che gestisce il sito chiuso (ma non ancora bonificato) di contrada Tiritì e quello contiguo di contrada Valanghe d’inverno. «La magistratura ne ha preso atto, ma un risultato vero e proprio lo stiamo aspettando». 

Come precisa Danilo Festa, rappresentate del comitato di Motta, quello che sorge nella valle dei Sieli «è un sistema intriso di corruzione e illegalità. Un ecomostro illegittimo che arreca danni all’ambiente, alla salute e alla società». Ma, nonostante tutto questo, «la Regione continua a dare proroghe e a far scaricare rifiuti». Per questo motivo, l’evento di domani assume un valore, quello del recupero del proprio territorio, «diviso tra natura e la discarica. Il luogo degli orrori». 

Carmen Valisano

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