Dalla val di Susa a Palermo nel nome di Paolo Borsellino. Una sorta di vacanza per la legalità quella scelta da nove studenti, due docenti e la dirigente scolastica dell’istituto tecnico superiore Enzo Ferrari di Susa che, dalle montagne piemontesi, hanno scelto di passare qualche giorno nel capoluogo siciliano in memoria del giudice ucciso dalla mafia. Sono arrivati a Palermo il 16 luglio, hanno assistito a tutte le manifestazioni inerenti alla strage di via D’Amelio per ripartire all’alba del 21: una settimana intensa di incontri, esperienze, acchianate e anche un po’ di mare. «Mondello è fantastica» sorridono i ragazzi. Che hanno scelto di passare le proprie vacanze in un modo certamente inusuale per i propri coetanei.
C’è chi, come Marco, al nuovo smartphone ha preferito il biglietto per Palermo. «Sono già venuto qui a gennaio, in occasione del compleanno di Borsellino. E non c’è due senza tre» sorride. La rappresentanza della scuola della Val di Susa, nota come terra No Tav per la mobilitazione lunga 20 anni al treno ad alta velocità che Italia e Francia vorrebbero imporre al territorio, è stata ospite per una settimana alla Casa di Paolo, in via Vetriera, nel cuore del quartiere Kalsa alla Magione. Gli ex locali della farmacia di famiglia, acquistati in parte da Salvatore Borsellino e in parte con una raccolta fondi delle Agende Rosse, da tre anni sono un centro di attività per i ragazzi del quartiere. E i val susini sono stati sin da subito coccolati. «La città è molto bella e molto accogliente» confermano i ragazzi.
Tante le esperienze accumulate. Ad esempio l’incontro del 18 luglio con i famigliari delle vittime della strage di via D’Amelio, avvenuto alla caserma Lungaro. O il torneo di calcio contro le rappresentanze di polizia e delle agende rosse al campetto di piazza Magione («abbiamo vinto noi!»). E ancora la salita a Monte Pellegrino da via D’Amelio, dopo aver assistito al conferimento della targa da parte del sindaco Orlando all’albero della pace, a pochi passi dal luogo in cui 26 anni fa esplose l’autobomba che uccise il magistrato e i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
A fare loro visita anche Elio Teresi, docente palermitano che fino all’anno scorso ha insegnato proprio “in valle”. E che, da militante di Radio Aut (la radio fondata da Peppino Impastato), ha voluto regalare ai presenti le prime magliette del Forum sociale antimafia, che risale al 2002. «Riprendiamo il nostro percorso – ha detto – e ci è sembrano opportuno ristampare ciò che ci lega a quella storica esperienza, che ha visto tanti di noi impegnarsi in prima linea nella lotta alla mafia. E ci auguriamo che anche questi ragazzi possano contribuire a nuovi percorsi e nuove resistenze».
Tra i docenti che hanno accompagnato i ragazzi c’è Giovanni Scamarcia, insegnante di Matematica. «L’ho fatto volentieri – dice -, abbiamo passato davvero dei bei momenti. Queste sono esperienze diverse rispetto alla classica programmazione scolastica. Ed è stato bello stare qui alla Casa di Paolo, abbiamo visto che fanno un sacco di attività con i ragazzi del quartiere. Grazie a loro abbiamo ascoltato verità che i giornali difficilmente dicono. Torniamo in valle molto arricchiti, e vogliamo trasferire al resto della scuola la nostra bella esperienza».
L’ideatrice di questo viaggio è la dirigente scolastica Anna Giaccone. «Tutto è nato lo scorso gennaio – racconta -: stavamo partecipando a un’iniziativa al teatro Santa Cecilia, in occasione del compleanno di Borsellino. A un certo punto mi sono ritrovata circondata da uomini in divisa. Ho pensato: oddio, i ragazzi avranno combinato qualcosa. Invece erano i poliziotti dell’ufficio scorta che, sapendo che venivamo dal Nord, mi hanno detto “ricordatevi di noi”. Quindi siamo tornati a maggio, per commemorare Falcone. Abbiamo portato con noi sia ragazzi “veterani” che “nuove leve”. Semplicemente noi proponiamo questo viaggio, in libera scelta. Ed è sempre bello vedere che spontaneamente ci sono sempre studenti che aderiscono».
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