“La tribù Urbana” di Anne Ducros ha chiuso Sicily Jazz

“Be yourself”: questo è l’unico consiglio per raggiungere la strada del successo e diventare dei grandi artisti come Anne Ducros. Bella, intelligente, affascinante, divertente ma soprattutto dotata di un gran talento, qualche rivista la definita “la cosa più bella arrivata al jazz dopo tanto tempo” e ad “Elle” proprio lei stessa  ha dichiarato che da Bach a Gershwin niente cambia ma tutto si trasforma.

Nessun gesto scaramantico, nessun abito d’effetto: solo lei con la sua voce incantevole, ammaliante in “Sitting On the Dock of The Bay” o in “Sexy Sadie”, seduta su uno sgabello che lei stessa dichiara di non aver mai trovato così bello in nessun altro teatro. Non è la Scala di Milano, ma il teatro Sangiorgi di Catania che il 16 dicembre con questa esibizione ha chiuso la stagione del Sicily Jazz.

Protagonisti degli spettacoli che si sono succeduti da novembre a dicembre sono stati Sean Jones, Kyle Eastwood, Roberto Fonseca, Queens of Swing, Ray Mantilla e, infine, Anne Ducros. Dal primo all’ultimo spettacolo la sala è stata un binomio di stupore e coinvolgimento: c’è anche chi passa da teatro e vedendo un cognome conosciuto, come per esempio Eastwood, pensa di fare un biglietto e passare una serata diversa rendendosi conto che, dal cinema al musica, c’è passione e umiltà di chi segue solo i propri sogni esprimendo  il proprio io. Da ricordare anche le “Queens of Swing” che con la loro grazia hanno regalato un altro momento unico alla stagione, orgoglio delle donne presenti in sala: madri agli strumenti che uniscono la loro responsabilità familiare alla dote che da Parigi o dall’America li porta fino alla terra del sole, della Norma che piace tanto alla Ducros che, per rendere quest’altro spettacolo unico nel suo genere, arriva volando con il suo personale aereo e facendo dello spettacolo ancora una volta solo un gioco, tocca le note di tutti gli strumenti; in Francia direbbero “coup de foudre”: è cosi che convince il pubblico a non perdere il suo spettacolo che porterà in giro per il mondo.

Se qualcuno provasse per un attimo a pensare che questi artisti che hanno toccato, varcato, sfiorato il Sangiorgi saliranno o sono già saliti sui palchi più belli e più grandi d’Europa capirebbero che la musica viaggia, non ha una meta, non una location, un pubblico, una data: può essere la musica degli anni 80 quella di oggi, ma è proprio la Ducros a dichiarare che l’emozione che prova “all’Olympia di Parigi è uguale a quella che prova Catania: tutto sta nel conoscerci e donare ciò che siamo agli altri”. Fermatevi un momento, capirete che ciò che siete e cercate è solo dentro di voi, la musica vera è anche qui, basta solo cercarla.

Oriana Mazzola

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