Una strada decisamente diversa da quella che gli automobilisti sono abituati a percorrere ogni giorno. Capace di interagire con i veicoli e garantire più elevati livelli di sicurezza. In molte parti del mondo è già una realtà e, forse, lo sarà anche nel territorio di Catania con una sorta di tangenziale 2.0. Il progetto è stato presentato oggi a Palermo. Dentro la sala di palazzo d’Orleans da un lato il presidente della Regione Nello Musumeci, con il titolare alle Infrastrutture Marco Falcone e, dall’altro, i vertici di Anas con in testa l’amministratore delegato Gianni Vittorio Armani.
L’obiettivo, con scadenza triennale, riguarda un maxi piano di rinnovamento delle strade siciliane con un investimento complessivo da tre miliardi di euro. Dall’autostrada Palermo–Catania, ai collegamenti con Gela, fino all’arteria che cinge il perimetro dell’area urbana del capoluogo etneo. Tra le più trafficate d’Italia, la tangenziale catanese nel 2016 ha toccato una punta giornaliera record di 88mila veicoli in transito. Il nuovo volto passa da una formula mutuata dall’inglese: smart road. La strada intelligente sarà dotata di connessione wi-fi, strumenti per il monitoraggio del traffico in tempo reale e una terza corsia definita «dinamica».
L’idea della nuova carreggiata, già sbandierata in passato, almeno inizialmente sembrava passare per un’infrastrutturazione ex novo. Ipotesi che però aveva fatto storcere il naso ad alcuni addetti ai lavori. In un città come Catania, che peraltro primeggia in Italia per il più alto indice di motorizzazione. I benefici, considerando questa ipotesi, potevano esserci soltanto nell’immediato. Diverse le prospettive per il futuro. Adesso l’ipotesi presentata in via ufficiale da Regione e Anas prevede l‘utilizzo della già esistente corsia d’emergenza. Una corsia dinamica che verrà aperta alla circolazione in base alle esigenze del traffico veicolare. Dei segnali luminosi permetteranno di dettare l’andatura dei mezzi imponendo, quando la luce sarà gialla, di sgomberare la corsia. Una realtà già sperimentata, a partire dal 2016, in tre strade italiane, come l’A14 a Bologna, la tangenziale di Mestre e l’A22 tra Rovereto e Trento. Un terzetto che potrebbe accogliere l’aggiunta di Catania e che, nel resto d’Europa, è realtà in Germania e Paesi Bassi.
I primi test sulle apparecchiature sono già fissati per giugno. A luglio, invece, è prevista la gara d’appalto per la sistemazione generale dei 24 chilometri di strada costruiti nella parte Ovest della città. Un’infrastruttura fondamentale per raggiungere le autostrade che collegano Catania a Messina e Palermo, realizzata in due fasi: la prima nel 1985 e la seconda dieci anni dopo. Ormai però datata e incapace di assorbire il traffico quotidiano.
La tangenziale smart road dovrà essere un mix di infrastrutture tecnologiche. I droni, per esempio, verranno utilizzati per il monitoraggio dell’arteria. Ci sarà poi un sistema di connessione con le automobili in transito attraverso dei pali intelligenti. Nelle tabelle informative c’è anche la voce self driving, acronimo per l’utilizzo nel futuro delle autovetture autonome. Quella di Catania, se non rimarrà nel libro dei sogni, sarà la prima infrastruttura dotata di queste tecnologie.
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