FORSE NEI BIMBI L’AMORE PER GLI ANIMALI E’ INNATO?
La scena alla quale abbiamo assistito qualche giorno fa è avvenuta a Palermo nella sala di attesa di un noto studio veterinario. Eravamo quattro o cinque persone, ognuno con il proprio cane o con la propria gattina, in attesa di essere ricevuti. Quando, a un certo punto
A un certo punto si presentano tre bambini e una bambina. Ognuno di loro non avrà avuto più di sette-otto anni. Uno di loro teneva al petto un gattino piccolo piccolo.
Dobbiamo solo chiedere uninformazione – ci dice uno di loro -. Possiamo parlare con la signora cje sta dietro il vetro?.
Nessuno di noi si oppone. Giusto lasciar passare avanti i bimbi.
Prende la parola la bambina, che dice alla signora che si trova dallaltra parte del vetro.:
Sa, abbiamo trovato questo gattino. Temiamo abbia le pulci. Che dobbiamo fare?.
Ci avviciniamo per vedere il gattino che se ne sta accucciato sul petto del bambino. Non è per niente impaurito. Anzi, si sente protetto. E piccolo piccolo, ma ha già gli occhi grandi e vispi.
E il quarto che troviamo in due giorni. Sempre nello stesso punto. E sempre affamati. Alla mamma gatta deve essere successo qualcosa. Perché la mamma gatta non abbandona i suoi cuccioli così.
Noi ieri gli abbiamo portato il latte tiepido con le tettarelle. Hanno preso il latte. Tutte tre. Abbiamo aspettato per molto tempo. Li abbiamo sistemati. Siamo tornati lindomani e abbiamo visto che erano di nuovo affamati. Abbiamo aspettato un paio di ore. Ma abbiamo visto che la mamma gatta non arrivava. Allora stamattina ce li siamo portata a casa.
I nostri genitori? Non hanno fatto storie. Quando gli abbiamo detto che non si possono lasciare i gattini abbandonati in mezzo alla strada, a digiuno, hanno capito.
Lui era rimasto senza gattino ci dice la bambina indicando il bambino con il gattino appoggiato sul proprio tetto -. Oggi pomeriggio siamo tornati sul posto. Abbiamo cercato meglio e abbiamo trovato lui. Era più affamato degli altri. Ce ne siamo accorti perché, quando gli abbiamo dato la tettarella con il latte non la voleva mollare più.
Labbiamo portato qui perché abbiamo visto che ha le pulci. Anche gli altri avevano le pulci. Glieli abbiamo tolte ad una ad una. Ma questo ne ha tante. Troppe. E giusto che lo veda il veterinario.
Nel frattempo è arrivato il veterinario. Un bambino gli speiga la situazione. Il dottore prende tra le mani il gattino. Delicatamente. Lo accarezza. E ammette: Sì, in effetti ha le pulci.
Dottore – dice un bambino – qui non abbiamo soldi in tasca. Ci dia il medicinale che noi poi gli portiamo i soldi.
Aspetta, io ho un euro in tasca dice un altro bambino -. Magari gli diamo un anticipo.
Buoni, buoni – dice con delicatezza il veterinario – ci pensiamo noi. Cinque minuti dopo il veterinario torna con il gattino.
Ecco, a posto, potete andare.
I bambini ringraziano. Il gattino è tornato ad accucciarsi nel petto del bambino di poco prima. I bambini ci salutano ed escono.
Noi grandi, nellosservare la scena, siamo rimasti in silenzio. Del resto, chi porta un animale dal veterinario ama gli animali. Ma la scena alla quale abbiamo assistito contiene un messaggio importante.
In una città, in un mondo dove, in estate, al momento di andare in vacanza, tanti animali vengono abbandonati, trovare quattro bambini che soccorrono quattro gattini rimasti senza mamma è una scena bellissima. La dimostrazione che Palermo è molto più bella di quanto sembri.
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