La bocciatura della Cisl al governo regionale di Rosario Crocetta è totale e inequivocabile. Affidata a un comunicato stampa, la valutazione prende spunto dalla farsa dellaumento Irpef che, però, diventa un paradigma del giudizio delle parti sociali nei confronti di un esecutivo che si chiude al dialogo e che giustifica da sé le scelte che compie.
Anche quelle sbagliate, che diventano giuste proprio perché le ha fatte il governo, anzi, il Governatore. Esponendosi, così, alle critiche e, in molti casi allironia dei critici, non soltanto siciliani. Ed ecco che la Cisl definisce la giunta Crocetta un governo autoreferenziale, che sulla crisi sincarta. E che riesce persino laddove Lombardo non arrivò, quel Crocetta che, in tema di Irpef come su altri fronti, viene accumulando in queste ore figuracce su figuracce.
Il segretario Maurizio Bernava sceglie Twitter per prendere in giro lapprossimazione e la continua incertezza della politica di Palazzo dOrleans, che si muove a passo di danza: uno avanti, due indietro. Il punto a cui se è arrivati lo scrive chiaro la Cisl – è la frantumazione dellalleanza sociale e del fronte degli interlocutori istituzionali del governo, nella società. E questa è laltra faccia della medaglia. La prima, è laumento dellIrpef: un errore. Perché trovata estemporanea che spunta al di fuori di una strategia complessiva. E perché la Sicilia è la regione col prelievo fiscale, anche locale, più alto dItalia.
Ecco perché la Cisl non usa perifrasi: no senza indugi. Sia pure come soluzione temporanea. Semmai leconomia, dellIsola soprattutto ma non solo, ha bisogno, ritiene il sindacato, di interventi di sostegno ai consumi, per far ripartire la produzione. Inibire i consumi più di quanto lo siano già, sia pure con la generica motivazione di un aiuto alle imprese, si traduce, per la Cisl, nella ennesima spinta in direzione della depressione. Non a caso il leader Bonanni, dalle colonne della Stampa, qualche giorno fa ha intimato al premier Letta di tagliare le tasse sennò a settembre daremo voce alla protesta.
Ma il governo Crocetta continua la nota della Cisl – è autoreferenziale anche per il rifiuto sistematico di aprirsi al confronto sociale che, invece, è vitale per lo sviluppo. Dal dialogo sociale sarebbero scaturite ipotesi diverse su come recuperare risorse, ammesso che sia questo il primo punto allordine del giorno di una strategia di crescita, insiste Bernava.
Così la vicenda Irpef qualcosa ce lo dice, rimarca: Segna lapprossimazione di un governo senza idee dal respiro lungo, sulla crisi, sulle politiche per far fronte alle emergenza, su quelle per far ripartire lo sviluppo economico e sociale. Insomma, un passo avanti e due indietro. Ma se la situazione non cambia, la crisi finirà con laggravarsi ulteriormente. E il conflitto sociale finirà col montare sempre di più.
Fin qui, la Cisl. Anche il vicecapogruppo del Partito dei Siciliani, passa dai toni seri del confronto politico a quelli canzonatori: “Siamo ormai alla barzelletta, dice. Dopo il dietro front con doppio avvitamento carpiato sul Muos, il Presidente della Regione si è esibito ancora una volta nel suo sport preferito: il dietro-dietrofront. Questa volta per scaricare sui cittadini e sulle tasse l’inefficienza del suo governo e la rissosità della sua pseudo maggioranza.
A quando l’unico “passo indietro” che farebbe bene a tutti i siciliani e cioè le dimissioni di Crocetta”? Dimissioni di Crocetta? Siamo seri
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