La squadra sotto choc torna ad allenarsi Foschi: «Sto soffrendo ma resto fiducioso»

«La squadra è sotto un treno, ci siamo visti e domani mattina i giocatori parleranno in conferenza stampa per esprimere il loro pensiero e il proprio stato d’animo». L’umore dei tesserati rosanero, frastornati dalla sentenza del Tribunale Federale Nazionale (Palermo in C) e dalla decisione del Consiglio direttivo della Lega B di rendere immediatamente esecutiva la sentenza di primo grado, è sintetizzato dalle parole pronunciate dal direttore sportivo Rino Foschi all’uscita dal Tenente Onorato. Il dirigente romagnolo, che di mattina era passato dai suoi uffici al Barbera, nel pomeriggio ha incontrato la squadra – tornata ad allenarsi dopo due giorni di riposo – e ha assistito alla seduta diretta dal tecnico Delio Rossi, arrivato a Boccadifalco intorno alle 16,25 quando ormai si stava avviando alla conclusione il colloquio tra il ds e i giocatori. «La squadra si allena con la testa ai playoff e anch’io sto lavorando con la testa ai playoff – ha spiegato Foschi – abbiamo parlato di ciò che può succedere e a che punto siamo. Ho chiamato Tuttolomondo (rappresentante della nuova proprietà, ndr) il quale ci ha dato rassicurazioni, a prescindere da scenari positivi o negativi, in merito alla serietà del lavoro che sta portando avanti. Io sono in buona fede e sono convinto che non possiamo pagare adesso per cose che sono state fatte in passato. L’errore doveva essere punito in quella circostanza ma non quest’anno durante il quale, invece, abbiamo fatto un lavoro di pulizia pagando anche parte degli errori commessi dal signor Zamparini».

Foschi fatica a digerire la decisione del Consiglio direttivo della Lega B di procedere con i playoff impedendo, di fatto, al Palermo (che sta preparando due ricorsi, uno alla Corte d’Appello Federale e un altro al Tar per sollecitare un provvedimento d’urgenza con lo scopo, appunto, di bloccare l’inizio della post-season) di difendersi: «È la prima volta che succede. Il presidente Balata e il Consiglio, composto da membri che sono parte in causa palesando un evidente conflitto d’interesse, si permettono di prendere una decisione del genere. Sarebbe una delusione incredibile se non venisse fuori la nostra lealtà e serietà. È una cosa a cui non voglio neanche credere, se succederà faremo altri tipi di discorsi». Nonostante la delusione e l’amarezza, in ogni caso, il ds rosanero non getta la spugna: «Si tratta di un fatto un po’ strano, c’è stata fretta nel fare questo processo ed è stato sbagliato il momento. Che poi ti complica la vita. Sembra una cosa che parte da lontano e che è stata fatta su misura. Io sto soffrendo perché so che siamo seri ma penso positivo e credo che nel Palazzo ci siano ancora persone molto serie».

La sua fiducia è alimentata, in particolare, dalle dichiarazioni odierne del presidente della Figc, Gravina, durante il forum Il Calcio che vogliamo presso la redazione del Corriere dello Sport: «Forse era il caso di attendere la decisione della Corte d’Appello Federale ma è nelle prerogative della Lega di serie B, dopo avere fissato le date dei playoff, dare seguito ad una sentenza esecutiva. Poi il Palermo ha tutto il diritto di chiedere eventuali sospensive e proporre ricorso, ma siamo nell’ambito del rispetto delle regole». In città, intanto, mentre la tifoseria sta studiando la fattibilità di eventuali forme di protesta compatibilmente con dei tempi molto stretti in relazione soprattutto all’inizio dei playoff, sul caso Palermo è tornato a pronunciarsi il sindaco Leoluca Orlando: «L’amministrazione comunale conferma il grande rammarico e il grande sgomento per questa decisione – le parole del primo cittadino raccolte dall’agenzia Ansa – perché penalizza lo sforzo della squadra, i risultati agonistici, un’intera città e toglie la possibilità e la speranza di una prospettiva di uscita dal tunnel che era stato causato dalla vecchia gestione. Si sta valutando il modo in cui coinvolgere l’amministrazione nel sostegno per una battaglia che vuole essere di legalità ed eviti che la sanzione per la violazione di queste norme venga pagata dalla città e dalla squadra».

Antonio La Rosa

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