La sindrome di Gertrude e la sindrome di Lella

«Mai come in questi tempi credo ci sia il bisogno di incontrare fisicamente coloro che hanno qualcosa da dire, pensieri da condividere, bisogno di far circolare idee ma anche di scambiarle con qualcuno che te le esponga dal vivo, qualcuno che si assume la responsabilità delle risposte. Qualcuno che domani non dirà ne scriverà che non abbiamo capito, che è stato frainteso».

Lella Costa, attrice italiana di grande successo, legge dal suo ultimo libro “La sindrome di Gertrude”: un titolo di difficile comprensione ma denso di significato. Il voler dire “sì” alle sfide della vita, come la celebre Monaca di Monza, e il conseguente volersi mettere in gioco e al servizio delle novità sono caratteristiche della personalità di quest’artista che, accogliendo lo slogan del festival DeScritto, “La cultura è futuro”, ha incontrato studenti e non per raccontare come ha vissuto la sua carriera, come la vive adesso, e soprattutto come la vivrà.

Qualcuno con cui correre, come direbbe Grossman, è ciò di cui secondo la Costa ognuno avrebbe bisogno. E partendo dalle esperienze di diversi festival, tra cui l’importante festival di Mantova, racconta come è bello perdersi nell’atmosfera di un festival culturale, viverlo e anche vederlo crescere. Ma, sottolinea l’attrice, le organizzazioni, oggi, pensano più che altro alla quantità delle partecipazioni.

Cittadinanza attiva: è questo l’obiettivo educativo di ogni festival. Collettivizzare una cultura che non può essere intesa come oggetto di ricezione solitaria, ma come punto di incontro e come matrice di altri interessi culturali che coinvolgano sempre più il territorio. Da recuperare, secondo l’attrice milanese, è anche il rapporto con l’unicità degli eventi. Alle nuove generazioni il compito di studiare nuove forme di comunicazione..

Nel costituire DeScritto, partendo da libri, idee, comunicazione, gli organizzatori hanno tenuto presente un obiettivo: quello di comunicare l’importanza che la cultura ha nel presente e nel futuro. Questo presuppone anche un pubblico ricettivo che riesce a pensare in una maniera diversa rispetto alle solite abitudini. Un pubblico che cambia, come è cambiato anche il rapporto stato-cultura. Su queste basi, siamo forse arrivati a un momento in cui si può cominciare a costruire le cose diversamente. Finito un ciclo se ne inizia con un altro. A partire dalle persone, dalla partecipazione, dalla condivisione, dalla capacità di interrogarsi.

Lella Costa ha saputo divertire spesso il pubblico con la sua simpatia, il suo grande interesse per l’attualità, la sua generosità. La stessa che l’ha portata a spendersi in questa edizione zero di DeScritto. Per dare il suo volto a un progetto fatto principalmente di parole e di idee.

Daniele Palumbo

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