La ripresa dal Covid-19 e la possibilità di potere investire parte dei fondi del Pnrr per il rilancio sono linfa per nuove iniziative sul territorio. Tra gli organismi che sembrano già avere chiare le linee su cui tracciare questa nuova tendenza c’è la Zes (Zona economica speciale) della Sicilia orientale, che dallo scorso gennaio, dopo la nomina del governo, è guidata da Alessandro Di Graziano. Docente di Infrastrutture e sistemi di trasporto all’Università di Catania, Di Graziano, insieme al collega che guida la Zes della Sicilia occidentale Carlo Amenta, coordina le iniziative e cerca di individuare le soluzioni per rendere sempre più concreta la possibilità agli imprenditori interessati di investire nella Zone economiche speciali, ossia aree geografiche con una legislazione diversa rispetto al resto del territorio, con benefici che riguardano soprattutto la tassazione, che in queste aree vuole agevolare il privato.
E se da un lato si attendono nuovi investitori all’orizzonte, dall’altro lato, da quanto spiega a MeridioNews Di Graziano, la Zes della Sicilia orientale ha già messo sul tavolo diverse iniziative. Uno degli ultimi punti in agenda è la sottoscrizione del protocollo con banca UniCredit con cui l’istituto di credito fornirà alle imprese dati e informazioni per poter investire nelle Zes. «L’accordo con UniCredit è il primo che abbiamo approvato. Lo stesso faremo con Intesa San Paolo e Irfis – afferma Di Graziano a questa testata – Questi accordi sono processi utili a coinvolgere gli investitori, dal canto suo la banca potrebbe supportare i privati fornendo delle misure convenienti, la banca è l’istituto che ha il primo approccio con il cliente. Mentre, il compito della Zes sarà quello di offrire agli imprenditori delle agevolazioni fiscali qualora decidessero di intraprendere un’iniziativa imprenditoriale sul territorio». Per cambiare passo e coinvolgere i privati «promuoveremo la Zes a tutti i livelli anche fuori dalla Sicilia – prosegue – Bisogna snellire i processi burocratici e fare in modo che il privato sappia a chi rivolgersi potendosi confrontare con un unico interlocutore. Quindi abbiamo pensato di istituire lo sportello unico, così che gli interessati per investire nelle Zes possano rivolgersi direttamente a noi».
Un altro punto affrontato in queste ultime settimane, sempre con l’obiettivo di attrarre gli investitori, è stato quello della creazione di un tavolo d’indirizzo che ha visto la partecipazione delle Autorità portuali della Sicilia orientale e dello Stretto, il comitato per la mobilità sostenibile del ministero, un rappresentante del Consiglio dei ministri, un rappresentante Irsap e l’assessore per le attività produttive. A questa novità si aggiunge quella dell’arrivo dei fondi del Pnrr per alcuni interventi che serviranno a collegare le Zes al resto del territorio circostante. «Questa sinergia è importante perché dovranno essere le istituzioni capaci a intercettare e ad accorgerci di quelle realtà in cui è presente la volontà di investimento – continua Di Graziano – Sul fronte dei finanziamenti ottenuti, abbiamo la possibilità di poter spendere 50 milioni di euro attraverso cui saranno finanziati i collegamenti del porto di Riposto e di Sant’Agata di Militello con i rispettivi tratti autostradali e i collegamenti dei porti di Gela e di Licata con le strade principali. Sempre grazie ai 50 milioni si migliorerà la viabilità d’accesso all’interporto di Catania. Non sono grandi opere, ma interventi di ultimo miglio, che servono a fare rete e rendere facilmente accessibile ogni singola Zes».
La struttura commissariale della Zes Sicilia orientale, area di cui fanno parte i cinque poli economico-produttivi, in corrispondenza dei porti principali della Sicilia Orientale (Milazzo, Messina, Catania, Augusta e Gela), mira a essere punto di riferimento per gli investimenti del Sud Italia, ma prima di farlo, osserva il commissario «dobbiamo sapere con precisione quali sono le zone speciali – specifica – Pertanto stiamo portando avanti una ricognizione insieme alla Regione di tutte le aree per poterle illustrare ai privati. Gli investitori innanzi tutto vogliono sapere le peculiarità dell’area, Per esempio, dobbiamo essere in grado di indicare con esattezza quanto costa un terreno, se è vendibile o meno, se c’è il wifi, se c’è un sistema fognario: per questo motivo dobbiamo avere un quadro esatto. Poi concentrarci sulla comunicazione e sulla pubblicità delle Zone di nostra competenza – conclude Di Graziano – Su questo fronte potrebbe arrivare un aiuto importante della Regione e dall’Irsap (Istituto regionale aree produttive, ndr) che entro il 30 giugno dovranno pubblicare una ricognizione delle Zes».
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