La Sicilia? Militarizzata e sotto scacco

C’era una volta un’isola dorata, al centro di un mare tranquillo, con  campi traboccanti di grano e cereali di ogni tipo. Era un’ isola felice, in cui tutte le popolazioni vicine si incontravano e scambiavano idee e culture… commerciavano fra loro e crescevano insieme…

 Certo, ogni tanto qualche scaramuccia e qualche lancio di catapulta  e di cannoni. Subì delle conquiste e dei conquistatori, ma lo scudo di una profonda umanità e cultura la faceva comunque resistere, e fu così che divenne una terra ricca di sole e di pittori e poeti e la sua lingua si espanse per il mondo conosciuto dando origini a nuovi idiomi e a nuova cultura…

Poi un giorno, un mago cattivo, con una polverina magica, la trasformò in una bruttissima portaerei, imbottita di testate nucleari. Pronta a seminare morte…. ovunque.

Era il 10 febbraio del 1947, quando venne firmato a Parigi il trattato di pace fra l’Italia e le Potenze Alleate ed Associate. Il Che venne ratificato nel 1952 ed il suo contenuto come è ovvio, non è mai stato modificato. L’art 50 al comma 2 recita: “In Sicilia e Sardegna tutte le installazioni permanenti e il materiale per la manutenzione e il magazzinaggio  delle torpedini, delle mine marine e delle bombe saranno demolite o trasferite nell’Italia continentale entro un anno dall’entrata in vigore del presente trattato”.  Ed era solo il 1947! Al comma 3 invece recita: “Non sarà permesso alcun miglioramento o estensione delle installazioni esistenti o delle fortificazioni permanenti della Sicilia e della Sardegna”.

Quindi in teoria in Sicilia non dovrebbe esservi traccia di giocattolini bellici di alcun tipo ma non è così! Già 30 anni fa, un gruppo pacifista manifestò e marciò su Comiso sotto la  guida di Pio La Torre, proprio 26 giorni prima che questi venisse assassinato. I pacifisti riuscirono in qualche modo a “disarmare” quella base, a renderla inoffensiva. Quella base doveva diventare un aeroporto…,ma non fu così!

Siamo al centro di uno “scacchiere internazionale” ma di fatto ad essere sotto scacco siamo noi. Il primo attacco alla nostra incolumità, venne sferrato il 15 giugno 1959, anno in cui venne “inventata” la base di Sigonella. NAS Sigonella, dal ’59, fa’ da padrone di casa per più di 40 altri comandi statunitensi e attività. Si trova nella pianura di Catania a 40 km a sud del Monte Etna, è la più grande base aeronavale e nucleare USA in Italia. Ma questo i siciliani lo sanno.

Quello che forse non sanno, è che la base ospiterà entro i prossimi 5 anni il sistema di sorveglianza AGS e 10 micidiali Global Hawks, i droni, gli aerei senza pilota. Al di là del discorso militare, questo comporterà l’arrivo nei prossimi mesi, di 800 militari statunitensi con rispettive famiglie al seguito. Cosa vuol dire questo? Non siamo ospitali forse?

Assolutamente si e siamo perfino disposti a cementificare fertili terreni agricoli del lentinese e sorvolare su vincoli ambientali ed archeologici, bypassando la necessità di permessi e nulla osta che la Soprintendenza di zona non rilascerebbe mai ad un “comune mortale” e tutto questo per meglio servire le “esigenze strategiche” degli USA. 
La base, da anni, spreca risorse pubbliche (luce, acqua, infrastrutture…) per militarizzare i nostri territori mentre di fatto blocca, attraverso le servitù militari, lo sviluppo del trasporto aeroportuale In Sicilia, limitando di fatto l’incremento occupazionale e turistico che ne deriverebbe se l’uso della base fosse riconvertito ad uso civile.
In Italia le basi militari USA-NATO (le cui spese di mantenimento gravano sulle nostre tasche per il 41%, ma non ci sono fondi per le spese “sociali”), mettono in pericolo le nostre vite, anche in tempo di pace. Vorrei ricordare l’incidente del C141 che precipitò il 12 luglio 84 nelle compagne di Lentini mentre portava a spasso per i nostri cieli “uranio impoverito” e pare non sia stato il solo “incidente” occorso in terra siciliana.

Sigonella infine, fa’ da casa ad un numero consistente di aerei cargo e di velivoli “cisterna” che seminano nell’aria, disperdendole nell’ambiente, le cosiddette scie chimiche contenenti pericolose sostanze chimiche concentrazioni di veleni e sostanze cancerogene
Poco lontano da Sigonella, a Niscemi, in contrada Ulmo, all’interno della riserva naturale “sughereta” (dove nel 91 è stata costruita una delle più grandi stazioni di telecomunicazioni della marina USA) è in costruzione il sistema di comunicazioni satellitare M.U.O.S. (Mobile User Ojective System).

Questo micidiale sistema è basato su onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e l’estrema vicinanza a tanti centri densamente abitati avrebbe dovuto destare maggiori preoccupazioni fra gli amministratori locali che avrebbero dovuto dare priorità alla salute degli abitanti anzicchè non insistere perchè fossero fatti studi più approfonditi sull’impatto ambientale.
Militarizzazione uguale ad inquinamento.


Potremo parlare delle miniere di Pasquasia e delle scorie custodite all’interno di una vecchia miniera di solfati, situati in una zona di tipo argilloso, la tipologia del terreno più adatta alla sistemazione definitiva di scorie radioattive, comprese quelle ad altissima intensità di radiazione.  Secondo l’inchiesta fatta nel 1995, nelle miniere sarebbero depositate scorie di medio livello. Lo testimonierebbe la presenza di Cesio 137, nelle vicinanze di Pasquasia, riscontrate nel 1997, in concentrazione superiore alla norma.
Ricordiamo che il Cesio 137 è un isotopo radioattivo che ha un’emivita di 30 anni e che viene liberato in caso di fughe all’interno di centrali nucleari. Dopo il 92, il corpo regionale delle miniere ha interrotto la sua attività di vigilanza e manutenzione degli impianti che, di fatto, da quella data sono incustodite ma su Pasquasia vige il silenzio più assoluto.
Cosa DOBBIAMO PRETENDERE, noi, uomini, donne e genitori di una Sicilia sporca e inquinata da forze armate internazionali che con la nostra terra nulla hanno a che spartire?


Dobbiamo rifiutare l’idea di una Sicilia come portaerei , come 4° pilastro di uno scudo spaziale e avamposto armato del Mediterraneo.

Dobbiamo chiedere che vengano smantellati tutti quei siti che negli ultimi anni si sono aggiunti gli uni agli altri. Siti come la “base dei sottomarini e delle unità navali a capacità e propulsione nucleare di Augusta, come il M.U.O.S. della sughereta di Niscemi.

Dobbiamo PRETENDERE che venga bonificato il triangolo della morte (Melilli-Priolo-Augusta) e reso vivibile ai suoi abitanti. Che venga creato un registro dei tumori e delle invalidità e mortalità riferibili all’inquinamento dato dal Nucleo petrolchimico. Che vengano smatellate le grandi basi radar di Marsala e Noto-Mezzogregorio, lo scalo militare civile di Trapani-Birgi, la stazione radar antimigranti di Melilli-Palombara.

Che vengano bonificati siti di raccolta e stoccaggio di materiali radioattivi e testate nucleari nascoste dentro montagne nel nostro territorio (Cava Sorciaro e Caronia sono noti a tutti gli abitanti delle zone)… Dobbiamo pretendere che si blocchino i protocolli di intesa che sanciranno la nascita della nuova mega discarica delle unita navali NATO da rottamare a Messina.
Dobbiamo PRETENDERE che non ci siano più morti per cancri e leucemie, dovute a questi mostri , dobbiamo pretendere figli sani che nascano su una terra sana e pulita che la Sicilia torni ad essere piattaforma di incontri fra popoli, terra di pace e di confronto.

A settembre una tre giorni per di no al Muos

Daniela Giuffrida

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