La Sicilia da Cicerone e Verre ai Prefetti di Angelino Alfano

da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

La Sicilia e il suo cuore era il titolo di un’opera di Leonardo Sciascia.

Un cuore sempre pulsante ma malato, un cuore che ha sempre battuto forte ma che gronda sangue, sin dai tempi dell’Impero romano.

Sfruttamento, angherie, soprusi e terribili sopraffazioni sono solo alcuni degli ingredienti delle millenarie pozioni velenose che da sempre ci hanno somministrato a piene dosi.

Ricordate le veementi e tribunizie invettive di Marco Tullio Cicerone contro Verre, quel rapace governatore della Sicilia contro il quale il più strenuo difensore della Repubblica Romana si scagliò per difendere la Sicilia?

Ci riferiamo alle memorabili e proverbiali Verrine.

Da allora ad oggi, poco o nulla sembra essere cambiato.

Da quel primo secolo a.C. ad oggi, ancora qualche funzionario dello Stato, qualche Prefetto della nostra disgraziata Repubblica forse continua a dare il meglio di sé per onorare quella triste tradizione fatta di clientele e forse anche di insopportabili malversazioni?

Mentre Papa Francesco si reca a Lampedusa per commemorare una delle tante ‘stragi degli innocenti’ che dal sud del Sahara o dal Medio Oriente, scappano per sfuggire a bombardamenti, persecuzioni, carestie, fame e sete e muoiono nel tentativo di raggiungere le coste siciliane, ad Agrigento, in quella che per tante ragioni si può considerare un’isola nell’isola, che succede?

In Prefettura succede qualcosa di molto strano ed inquietante.

Il rappresentante del Governo nazionale, già viceprefetto della città dei Templi, Nicola Diomede, promosso Prefetto dal ministro Angelino Alfano che fa?

Tutti quanti i Prefetti d’Italia, da luglio ad oggi, nei loro siti istituzionali e nelle Gazzette Ufficiali, hanno pubblicato dei bandi pubblici per allestire i necessari centri di accoglienza per immigrati, al costo di 35 euro al giorno più IVA, per ognuno.

Il Prefetto di Agrigento, per ospitare, per un anno, le decine di migliaia di immigrati che, per tante ovvie ragioni, umanitarie e non, continueranno a sbarcare a Lampedusa, ha preferito fare ricorso alla cosiddetta procedura negoziata per assicurare tutti i servizi di gestione del Centro di Primo Soccorso ed Accoglienza.

In altri termini, si tratta di un provvedimento reso esecutivo in data 23 settembre 2014, col quale, sostanzialmente, ad Agrigento è stato affidato a trattativa privata tale servizio, il cui costo, ad occhio e croce, si aggira attorno ai 10 milioni di euro.

Cosicché per gli oltre 550 ospiti fissi del centro agrigentino è stata chiamata, si può dire direttamente, la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, con sede a Firenze, via dello Steccuto 38/40.

Sua Eccellenza, il Prefetto di Agrigento, non ha voluto seguire l’esempio di tutti i suoi colleghi che, come si può tranquillamente appurare, spulciando i loro siti istituzionali, hanno proceduto con aste ed avvisi pubblici effettuando gare aperte a tutte le aziende del settore che possono partecipare da tutta Europa.

Probabilmente, e non spetta a noi dirlo ovviamente, in questi casi, trattandosi tra l’altro di servizi che superano abbondantemente le soglie comunitarie, di importi cioè di svariati milioni di euro, forse sarebbe stato preferibile, anche ad Agrigento, fare la stessa cosa che hanno fatto gli altri 100 Prefetti d’Italia.

Può anche darsi che i 99 Prefetti italiani che hanno aggiudicato tali servizi milionari, attraverso dei bandi pubblici aperti a tutti, abbiano sbagliato ed a fare l’unica scelta giusta sia stato il Prefetto di Agrigento, affidando tali servizi a Lampedusa, più o meno direttamente, con procedura negoziata e per ben oltre 10 milioni di euro, alla Confederazione Misericordie.

E poco importa se quei ‘rompiscatole’ de Il Fatto Quotidiano hanno sollevato lo scandalo riguardante l’affidamento della direzione di tale centro a Lorenzo Montana, la cui figlia è sposata con Alessandro Alfano, fratello del ministro dell’Interno Angelino.

Il Montana comunque aveva ha candidamente dichiarato, come si ricorderà: “Non sono stato scelto dal capo del Viminale, ma dalla Confederazione Misericordie per le mie qualità personali, umane, professionali e intellettive. E anche perché sono un lampedusano doc”. E il ministro? “A lui che interessa? Io ho rapporti con il Prefetto Morcone e col mio Prefetto che è il dottor Diomede”.

Il primo è Mario Morcone, da giugno capo del dipartimento Immigrazione del Viminale, il secondo, Nicola Diomede che, come detto, dirige invece la Prefettura di Agrigento, persone a stretto contatto con il fratello del genero di Montana. Poi, del resto, il Montana, giustamente, dal suo punto di vista ha aggiunto: “Sono idoneo a dirigere in questo lembo di terra, che è l’ultimo d’Europa, una struttura così importante come il Cpsa”. (da Il Fatto Quotidiano).

Purtroppo adesso dobbiamo rinunciare al suo vitale apporto: l’ingombrante suocero di Alfano jr ha rinunciato a dirigere il Cpsa a seguito dello scandalo sollevato da Il Fatto Quotidiano.

Ha infatti dichiarato che preferisce evitare strumentalizzazioni.

Ergo, il Montana, inizialmente, secondo una sua versione dei fatti, per dirigere il centro per immigrati di Lampedusa non è stato scelto dal ministro competente (?), Angelino Alfano, fratello del genero, ma come sostiene lui è stato scelto dalla Misericordie, la società cioè che è risultata affidataria diretta, senza partecipare ad un’asta pubblica, a trattativa privata cioè, della ben remunerata gestione del centro di Lampedusa!

Peccato che subito dopo questa sua pubblica dichiarazione è stato sgamato e sbugiardato!

E sono stati proprio i responsabili delle Misericordie ad affermare ufficialmente: “Mai indicato Montana come direttore del centro”. Probabilmente il povero Montana non se l’aspettava una tale cocente smentita!

L’unica cosa certa è che il Prefetto di Agrigento è stato nominato dal Ministero degli Interni retto da Alfano. Su questo non ci piove. Il resto è a cascata. 

E se tanto deve dare tanto, quelle centinaia di migliaia di poveri sventurati che riescono a sopravvivere alle traversate nel deserto e nel Canale di Sicilia, potranno comunque essere accolti nel centro che il Prefetto di Agrigento ha allestito, affidando il tutto senza una gara ad evidenza pubblica per la modica spesa di 10 milioni di euro ed oltre.

Non è il caso di vederci un po’ più chiaro, in questa intricata e pur sempre pirandelliana vicenda agrigentina?

Tanto più che, sempre consultando il sito della Prefettura di Agrigento, sempre a differenza di tutte le altre, ci sembra l’unica in Italia che abbia affidato, da un anno a questa parte, almeno un’altra decina di servizi e/o lavori direttamente e per importi che superano abbondantemente il tetto di 40 mila euro, previsto in questi casi e fissato dall’articolo 125, comma 11 del Codice dei contratti pubblici (D.Lgs 163/2006).

Ecco soltanto alcuni degli ultimi esempi che potete trovare nell’albo della Prefettura al link: http://www.prefettura.it/agrigento/generali/75643.htm

No sappiamo se ciò sia possibile e non spetta a noi stabilirlo, bensì ad altre autorità.

Una cosa è certa: che anche per il centro di accoglienza per immigrati di Lampedusa riteniamo che si sia verificato qualcosa del genere.

Non siamo sicuri se per dei servizi del valore di oltre dieci milioni di euro si può fare ricorso a quella cosiddetta procedura negoziata richiamata negli atti di affidamento da parte della Prefettura di Agrigento, risalenti al 23 settembre 2014; procedura che è disciplinata dall’art. 57, del D.Lgs. n. 163/2006 comma 2, lettera b), forse solo per servizi il cui valore complessivo non supera il milione di euro.

Nel nostro caso ci troviamo alla presenza di un affidamento di oltre dieci milioni di euro.

Ma questo chiarimento riteniamo che potrebbe fornircelo direttamente il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, se solo qualche parlamentare gli porrà direttamente tali quesiti che reputiamo di vitale importanza; se non altro per la tenuta di questo vitale presidio di legalità che è la Prefettura, dentro la quale si muove sua Eccellenza il Prefetto di Agrigento, nominato Prefetto della Repubblica a dicembre dello scorso anno dallo stesso Alfano, dopo dieci anni di onorata carriera nelle vesti di viceprefetto di Agrigento, ossia il pugliese Nicola Diomede.

Di questi tempi, secondo voi ritenete che in Sicilia sia necessario un altro novello Cicerone, disposto a difenderci?

Redazione

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