Al sud come al nord le sale cinematografiche chiudono: dal 2000 al 2009, secondo i dati ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema), in tutta Italia son stati ben 750 gli schermi “spenti”. La Sicilia, con 52 sale chiuse non smentisce il dato, e nella città di Catania alcune sale storiche hanno chiuso definitivamente i battenti nel nuovo millennio.
Il primo a chiudere è il Ritz, in via Ibla angolo via Etnea, nel 2001: lo ha acquistato la Provincia di Catania, e i 700 e più posti della sala sono adesso utilizzati per le lezioni della Facoltà di Giurisprudenza. Per il Golden grande cinema da 800 posti in viale Ruggero di Lauria (lungomare), non è andata altrettanto bene: il degrado, dalla chiusura nel 2003, è evidente all’esterno ma soprattutto all’interno, che si intravede dalle porte divelte dietro alle saracinesche. Polvere, detriti e addirittura un buco nel soffitto lasciano immaginare atti vandalici.
Altro cinema storico ad aver interrotto l’attività è l’Ambasciatori, in via Eleonora d’Angiò: dal 2004 è solo teatro, con le rappresentazioni del Teatro Stabile. Triste è il caso dell’Arena “La Battigia”, nell’omonimo lido sul viale Ruggero di Lauria, aperta nel 2000 e chiusa nel 2004, un anno dopo la vicina arena Miramare in via Messina, chiusa nel 2003. Fra gli ultimi a chiudere, l’Excelsior di via De Felice e il Tiffany, rispettivamente nel 2009 e nel 2008 A questi si è aggiunto il Corsaro divia San Nicolò al Borgo: dopo anni in cui è stato destinato prevalentemente ad “aula” per le lezioni della facoltà di Scienze della Formazione, dall’estate 2009 non ha più riaperto. L’omonima Arena, che si trova pochi metri più avanti, dovrebbe continuare l’attività, così come la dirimpettaia arena Adua, altro nome storico in città.
Offerta di film in picchiata? Non proprio perché, se i cinema chiudono, il numero totale delle salenon decresce, grazie al fenomeno dei “multisala”: l’Ariston (già due sale nel ’99) di via Balduino dal 2007 conta 4 sale; l’Alfieri sempre dal ’99 ne ha 2; nel 2000 nasce il cinema Planet, primo “vero”multisala catanese, 5 sale in via della Costituzione. A seguirlo il Recupero, in via Duca degli Abruzzi, chiuso nel 1983 e riaperto nel 2003 come multisala. Aggiornato a multisala (3 in totale) anche il Lo Po’ di via Etnea, e il piccolo King in via De Curtis (due sale).
Spostandoci verso la periferia, le cose non cambiano. Procedendo da nord, troviamo un cinema a San Giovanni Galermo, il Garden di via Immacolata, chiuso nel 1984, epoca in cui ancora la frazione catanese somigliava a un qualunque paese pedemontano, mentre le costruzioni più nuove lo fanno somigliare a una periferia anonima, ricordando Librino o Monte Po’. A San Paolo, comune di Gravina ma praticamente in territorio cittadino, sorgeva invece il cinema Sciara: chiuso nel 1996, sembra ancora in buone condizioni al suo interno, e solo le insegne (e le porte aperte dietro le grate) fanno pensare al tempo passato. L’Arena Scalia sorgeva in via Vitaliti (nei pressi di via del Bosco) e ha chiuso nel 1978: resta ancora l’edificio, con il cortile e la parete che probabilmente faceva da schermo. In via del Bosco il cinema delle Rose, chiuso nel 1982, oggi è parte della clinica privata “Morgagni”, mentre a Canalicchio l’omonima arena (arena Canalicchio, via Di Giorgio) non esiste più dal 1981: al suo posto? Case. Così come è stato destinato ad abitazioni il terreno in cui sorgeva il cinema Marisa di via Fazello e l’annessa arena, chiusi entrambi nel 1980. A poche centinaia di metri, in via Susanna (siamo a Cibali) sorgeva l’arena Modernissimo, e il grande cinema Buscemi, di ben 900 posti. La prima, chiusa nel 1980, è oggi un recinto pieno di erbacce, mentre ritrovare il Buscemi (e la sua arena), a 28 anni dalla chiusura (1982), è una vera sorpresa: oggi è la più grande chiesa Evangelica di Catania, sede anche di “Radio Evangelo”.
Spostandoci ad est, una considerazione viene spontanea: a giudicare dal grande numero di schermi presenti nel quartiere di Picanello e nel vecchio “San Berillo”, sembra che i catanesi associassero lo svago del cinema con altre attività da tempo libero. Nel primo caso il mare, con le tante citate arene e i grandi cinema di via Duca degli Abruzzi (Recupero ed Alfieri, più il Messina di via Giannotta chiuso dopo aver proiettato per anni film porno); nel secondo caso, San Berillo,i cinema erano solo al chiuso, come le case d’appuntamenti, e a luci rosse sono diventate le programmazioni. In piazza Stesicoro l’ex cinema Olympia prima della chiusura (1998) e la trasformazione in Mc Donald era una sala a luci rosse, così come lo sono attualmente le due sale Fiamma di via Fischetti e Sarah di via San Giuliano, gli unici cinema rimasti in una zona nel quale persino il Sangiorgi (primo cinema cittadino, oggi teatro) era diventato sala a luci rosse.
Il nostro secondo viaggio si conclude nella zona delle ciminiere, in via Pietro Mascagni: qui sorge il cineteatro ABC: nato nel 1958 al posto dell’arena Spadaro, chiuso dal 1987 al 1998 oggi è prevalentemente teatro (al suo interno le riprese della trasmissione televisiva “Insieme”, e numerosi concerti); a pochi passi, in via Sabotino, sorge il teatro Brancati che oggi ospita gli spettacoli del “Teatro della Città”: fino al 1980 era lo storico cinema Spadaro.
L’eredità di tutte queste storiche sale chiuse negli anni, sembra ormai, soprattutto tra gli adolescenti, essere stata presa dai “Multiplex”, enormi complessi multisala che somigliano più a una sala giochi che a un classico cinema. Negli ultimi anni sono due quelli nati fuori città e gestiti da grossi gruppi nazionali, in due grandi centri commerciali: il CineStar di San Giovanni La Punta, 9 sale per 2444 posti totali; The Space Cinema (ex Warner Village) che ha ben 12 sale per 2470 posti.
Chissà se tra qualche anno chiuderanno anche queste sale per far spazio a chissà quale altra invenzione dell’intrattenimento di massa. Allora un altro studente universitario andrà in giro a cercarli, chiedendo «Scusi, dov’è il Multiplex?»
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