«La responsabilità dell’arredo delle scuole è del Comune, Comune che da tre anni non ha nemmeno i soldi per pagare i buoni libro per il diritto allo studio. Figurarsi banchi e sedie». Così Silvana Manzoni, dirigente scolastica del plesso Quirino Maiorana di via Beccaria, commenta la lettera, pubblicata da Step1, con cui un genitore denunciava l’impossibilità, per il figlio e per i suoi compagni di classe, di avere a disposizione un numero sufficiente di sedie utilizzabili; e l’incredibile trafila burocratica che deve intraprendere chi voglia, semplicemente, sapere chi è responsabile di fornire le due sedie mancanti.
«Mi sono spesa e continuo a spenderemi – aggiunge la professoressa Manzoni – affinché questo istituto garantisca il necessario a tutti i ragazzi. Il genitore ha le sue ragioni a lamentare la situazione ma io, più di scrivere lettere su lettere all’Amministrazione, non posso fare». Il problema del resto non si riduce a due seggiole: il Comune non ha soldi per le scuole e le scuole, ormai da anni, ne pagano le conseguenze: dalle sedie ai banchi, dalle uscite di sicurezza all’adeguamento impiantistico e strutturale. «Le dirò di più – continua la Preside. A settembre di quest’anno alla Maiorana è stata istituita una nuova classe e le mie richieste di forniture scolastiche, sempre senza risposta, risalgono ai mesi di maggio-giugno». Dopo l’ennesima telefonata al Comune, un addetto – racconta la Preside – le ha anche risposto «s’arrangi». Tutto perché il bando per la gara d’appalto non era nemmeno partito. «Ho dovuto fare la questua tra i colleghi e mi sono stati concessi 25 banchi e 25 sedie in comodato d’uso dalla De Sanctis», racconta ancora la professoressa Manzoni. E, a proposito della responsabilità, replica a chi insinua che non abbia adempiuto al meglio al proprio ruolo: «L’impiegato del Comune cui fa cenno la lettera deve essere mal informato. Io non ho tutta questa autonomia economica. Devo dar conto ogni anno, come tutti i miei colleghi, al revisore dei conti di ogni entrata ed uscita. E nelle spese di bilancio per le scuole non è prevista la voce “arredi”. Qua non abbiamo nemmeno i soldi per pagare i supplenti…».
All’ufficio competente del Comune (Direzione Pubblica Istruzione), cui chiediamo spiegazioni, risponde la dottoressa Carmela Boccardi: «Le procedure per la gara d’appalto che attiene alle nuove forniture di materiale didattico sono in itinere», ci dice. Ma perché l’intervento dell’Amministrazione non è stato immediato, e non si sa ancora quando arriveranno le sedie nuove? La risposta appare ovvia: il Comune è in rosso da anni e non c’è emergenza che tenga. Mancano i soldi. Quanto alle responsabilità e ai poteri dei dirigenti scolastici, la Boccardi risponde: «I presidi sono responsabili nella misura in cui sanno spendere in modo inteligente le loro risorse. E, vista la situazione, nella misura in cui dispongono di certi arredi, debbono tamponare l’emergenza. Il sistema del riciclaggio e dello scambio di arredi tra le scuole più fornite e quelle meno fornite è stato già ampiamente abusato. Ne siamo consapevoli e ci stiamo muovendo».
Ma quanto si dovrà attendere perchè quelle due seggiole possano essere sostituite? Sulla tempistica, la Boccardi, ancora risponde: «Al momento non so fare alcuna previsione. Posso dire che appena abbiamo avuto contezza che i fondi in bilancio c’erano, abbiamo iniziato a lavorare. Si tratta di fondi per 200 mila euro, reperiti con la chiusura del bilancio comunale di fine anno, che di fatto serviranno a questi ed altri interventi d’urgenza e che – spiega ancora la Boccardi – non è detto vengano destinati in prima istanza anche alla Maiorana». Quello di cui parla la dottoressa è, infatti, un bando cumulativo che prevede una serie di interventi su diverse scuole della città. «Tra queste – sottolinea ancora – verranno prima quelle interessate dal riassetto e dalla verticalizzazione dei circoli didattici previsti dalla riforma scolastica» (ovvero dall’accorpamento all’interno di ogni circolo di tutti gli ordini della scuola dell’obbligo: dell’infanzia, elementare e media).
Non resta quindi che attendere e accomodarsi come si può, per chi la seggiola ce l’ha. E se un tempo, in piedi spalle al muro, ci si stava in punizione, oggi è questa la situazione, tanto assurda quanto drammatica, delle scuole di Catania. Dove le prima cosa che si impara è fare di necessità virtù.
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