La sconfitta col Frosinone non va giù ai rosanero Stellone: «Non si è giocato, arbitro non all’altezza»

Frosinone-Palermo non è ancora finita. In senso letterale (perché il triplice fischio che ha sancito il termine del match è ancora da verificare) e anche metaforico, in casa rosanero, per il polverone alimentato dagli episodi avvenuti nella serata di ieri e per la fatica con cui gli addetti ai lavori del club di viale del Fante accettano il verdetto del campo. «Il dispiacere nasce dal fatto di avere visto una partita nella quale non sono state rispettate determinate regole e che non si è svolta in maniera serena – ha dichiarato il presidente Giammarva ai giornalisti presenti nel piazzale antistante lo stadio nel momento in cui è arrivato il pullman della squadra intorno alle 14,20 – abbiamo fatto già un reclamo richiamando l’articolo 29 del codice di giustizia sportiva e facendo leva sull’articolo 17 per quello che è successo, palloni tirati in campo e altre situazioni. Ho visto atteggiamenti molto strani e non mi è sembrato – questo è il mio pensiero personale che va al di là del ruolo che ricopro – un atteggiamento appropriato ad una squadra che dovrebbe essere di serie A».

A Giammarva non sono andate giù neanche le parole di Moreno Longo. Il tecnico gialloblù ha dichiarato che se fosse stato promosso il Palermo sarebbe andata in A una squadra con i bilanci che non sono a posto: «Ho riflettuto su quello che ha detto, è stato un altro dispiacere sentire dire certe cose da una persona che non è assolutamente del settore e che ha espresso giudizi in maniera veramente scomposta e con una caduta di stile. Sensazioni sul ricorso? Non faccio nessuna previsione, c’è un precedente che riguarda Bari-Latina (nel campionato Primavera 2014/15 fu inflitta la sconfitta a tavolino ai pugliesi per il comportamento antisportivo di giovani raccattapalle ai danni della formazione laziale anche se poi il club biancorosso ha vinto il ricorso, ndr) ma devono decidere gli organi di giustizia sportiva».

Trasudano rabbia anche le parole del ds Valoti: «L’umore è sotto i tacchi, dispiace per come è andata. Non mi era mai capitato di assistere ad una partita del genere contro un avversario che ha fatto di tutto per non farci giocare. Dispiace, nelle due partite forse avremmo meritato qualcosa in più. Meritavamo di salire noi. L’episodio del rigore che l’arbitro ha tolto dopo avere assegnato prima la punizione dal limite e poi indicato il dischetto? Ha preso una decisione che poi si è rimangiato nel momento in cui si è creato il capannello dei giocatori del Frosinone e poi ha espulso un giocatore della nostra panchina. Che oltretutto parla polacco. Sono cose che fai fatica a digerire». Resta il rammarico per le occasioni che i rosanero hanno gettato al vento durante la stagione regolare: «È ovvio che abbiamo lasciato qualcosa prima, ma negli ultimi mesi abbiamo fatto bene e ci eravamo presentati a questi playoff nella maniera giusta. Forse eravamo la squadra che stava meglio. Il Frosinone probabilmente sapeva che avrebbe perso se avesse provato a giocare e per questo motivo ha impostato le due partite sulla rissa e sull’agonismo».

Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia il tecnico rosanero Stellone: «È stata una guerriglia e se ci fosse stato un arbitro all’altezza non ci sarebbe stato un gioco così spezzettato e non si sarebbero visti tanti scontri in tutte le zone del campo. L’episodio del rigore, poi, è stato scandaloso. L’arbitro mi ha detto che ha sbagliato ad indicare ma è una bugia perché si vede dalle immagini che lui ha visto, ha concesso il rigore e poi ha cambiato decisione dopo essere stato accerchiato da 5-6 giocatori del Frosinone. E alla fine di tutto, senza accorgersi della testata subita da Nestorovski, addirittura ha espulso dalla panchina Dawidowicz. C’è delusione e anche amarezza per non avere raggiunto ciò che meritavamo – ha aggiunto – abbiamo provato con tutte le nostre forze a conquistare la promozione diretta, abbiamo disputato buonissime gare ai playoff fino alla sfida di ieri che è stata una non-partita. Che il Frosinone ha basato sulla rissa. In ogni caso, quando non si ottiene un risultato prefissato bisogna guardare il motivo. Ringrazierò per tutta la vita i ragazzi, ai quali non devo rimproverare nulla, e anche il presidente per l’opportunità che mi ha concesso».

Sembrano parole d’addio: «Ho ancora un altro anno di contratto, ma ora non penso a questo. Se il presidente vorrà ripartire da me io sarò felice di riportare questa squadra, questa società e questa piazza dove meritano e metterò tutto me stesso affinché ciò accada. Vedremo se ci saranno le condizioni, nei prossimi giorni farò una chiacchierata con il presidente. Però, con o senza Stellone, ritengo che il Palermo nella prossima stagione dovrà fare in modo di non ritrovarsi in questa situazione perché ai playoff spesso non vince la squadra più forte». Le immagini della sconfitta di ieri sono ancora molto fresche: «Il Frosinone ha provato a fare ostruzionismo cercando di portare a casa il risultato anche attraverso comportamenti poco corretti ma mi dispiace ancora di più il fatto che la partita non si sia giocata. Dopo l’episodio del rigore il match è finito per noi da un punto di vista mentale. È come se avessimo subìto il secondo gol perché quell’episodio ha caricato ulteriormente il Frosinone e ha demoralizzato noi. E c’è stata anche la componente sfortuna – ha concluso – perché in due partite loro hanno trovato due gol con il pallone finito sotto il sette della porta».

Antonio La Rosa

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