La replica di Fabio Curto Pelle

Cari lettori di Step1,

innanzitutto ringrazio tanto il Vostro giornalista Andrea Deioma per essere stato presente all’appuntamento del “Libro Bianco sulla Comunicazione proposto dalla CE”. Avrei preferito, però, che Lui rimanesse fino alla fine per vedere e soprattutto ascoltare, piuttosto che semplicemente immaginare, fino a che punto i relatori del Convegno sarebbero stati capaci, come si dice in gergo, di “toccare il fondo”!

Ad onor del vero, quello che Deioma scrive in conclusione all’articolo è relativamente vero, e a scanzo d’equivoci sottolineo la parola relativamente.
Quando si parla di un tema così articolato, le cui implicazioni sono innumerevoli e talvolta anche molto difficili da individuare, “essere concisi” non vuol dire che dieci persone (relatori), più o meno competenti in materia, debbano essere capaci di tirar fuori dal cilindro il coniglietto bianco già dalla prima tappa del Road Show!

La tematica affrontata risulta essere qualcosa di veramente complicata.

Se il Vostro referente fosse rimasto ancora per un pò, forse si sarebbe accorto dell’esaustività della risposta data alla mia riflessione, da parte del dott. Bistoncini (vice presidente FERPI).

Se è vero che il concetto di appartenenza nasce dalla percezione e dalla condivisione di determinate caratteristiche che accomunano la mia personalità individuale a quella sociale di cittadino europeo (dunque integrazione), in che modo FERPI intende muoversi per far emergere le comuni caratteristiche di un’ipotetica “carta d’identità europea”?

Risposta: attraverso i vari feed back, forum online, tesine degli studenti, etc. che via via raccoglieremo durante le tappe del road show tenteremo di farne una proposta unica da presentare a sua volta alla CERP (Confédération Européenne des Relaziones Publiques) che, avendo raccolto tutte le proposte delle varie “Ferpi” nazionali, darà vita ad una reale proposta da sottoporre alle Istituzioni europee.

Più di questo non so proprio cosa un’associazione di categoria possa fare! Si sta tentando di attivare un dialogo intra-territoriale per compararlo con quello extra-territoriale al fine di amalgamare le somiglianze e di armonizzare le differenze, tra popoli che sono talvolta radicalmente diversi.

In tutta modestia, dove sta l’errore di giudizio sull’utilità o meno del Convegno? Piuttosto che interrogare i relatori sul: […] come intendessero muoversi per far emergere le comuni caratteristiche […] secondo il Vostro Deioma avrei dovuto chiedere quello che Lui avrebbe voluto sentire: quali sono queste caratteristiche?

Alla seconda domanda non può essere data una risposta, da parte di un tavolo di esperti, per di più in comunicazione. Bisogna relazionare, mettere in comune le proprie idee e se possibile condividerle. Questo significa porre le condizioni di una “sana coabitazione” sociale, economica, politica etc. E Vi dirò di più, cari amici di Step1, chi mai avrà la soluzione in merito, senza dialogare, è semplicemente uscito dai cartoons di mago Merlino o più semplicemente è uscito fuori di testa!

Questo per farVi capire che le soluzioni ai problemi di qualsivoglia genere e tipo, siano questi europei o paesani, devono essere trovate nel paniere più rappresentativo di tutti gli stakeholders (portatori di interessi), come giustamente diceva il dott. Bistoncini.

Altro plauso va al prof. Aleo che inizia il Suo discorso quasi come fosse un’arringa in tribunale: né giuristi né politici sono stati fino ad ora capaci di poter dare un assetto regolatore/chiarificatore alla questione di “con-divisione sociale del concetto di europa” […] il Vostro ruolo di comunicatori finirà giustamente per sostituire il nostro di giuristi che in una dimensione così globale non riusciamo più a trovare una dimensione standard valida per tutti […]
E’ proprio per questo, infatti, che le Istituzioni si rimettono, forse per la prima volta, nelle mani dei destinatari di questo processo di “riconversione sociale”. E se ci fate caso lo fanno attraverso un nuovo modo di chiedere il parere dei cittadini – non attraverso i canali tradizionali del parere a risposta multipla (referendum), ma attraverso quello del mutuo e libero scambio relazionale fuori dagli schemi istituzionali.

Concludendo, e tanto per non perdere d’occhio il focus del problema, la comunicazione ha oggi un ruolo preponderante e per adempiere eticamente al suo ruolo (non come fanno oggi molti personaggi delle scorribande televisive) deve obbligatoriamente svilupparsi lungo un percorso di dialogo continuo, non tra le Istituzioni che decidono per noi ma con i cittadini che sono i veri destinatari di tali decisioni.

Comunque sia, un profondo ringraziamento va a questo Vostro giornalista che per aver criticato ciò che del Convegno non gli è parso chiaro ha dimostrato a tutti noi quanto sia veramente importante tale tematica.

LA COMUNICAZIONE HA SAPUTO FARE TESORO DELLA CRITICA, TRASFORMANDOLA IN ELEMENTO COSTRUTTIVO DI DIALOGO E COMPRENSIONE.

Spero che oltre a questa ci siano ulteriori repliche… ne faremo tesoro!

Ciao a tutti e alla prossima. 

Redazione Step1

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