La Regione siciliana? Una nave senza guida. Se dovesse chiudere se ne accorgerebbe qualcuno?

DA QUANDO ROSARIO CROCETTA E’ STATO ELETTO PRESIDENTE SI E’ PERSO IL FINE ULTIMO. QUESTO SIGNORE BLATERA DI LEGALITA’ E LOTTA ALLA MAFIA. E POI? LA DISOCCUPAZIONE E’ AUMENTATA. LA MISERIA PURE. QUALI AZIONI CONCRETE HA MESSO IN ATTO IL SUO GOVERNO PER VENIRE INCONTRO ALLE ESIGENZE DEI CITTADINI? QUESTO SIGNORE E I PARTITI CHE LO SOSTENGONO VENDONO SOLO FUMO E PRODUCONO SOLO DANNI

di Paolo Luparello 

Da qualche parte ho letto che Adriano Olivetti usava raccontare questa breve storiella. Ci sono tre muratori che stanno lavorando. Un passante li vede all’opera e osserva che tutti e tre i muratori si stanno passando dei mattoni. Incuriosito, il passante chiede al primo muratore cosa stia facendo e quello gli risponde che sta passando mattoni. Alla stessa domanda il secondo muratore risponde che stanno lavorando alla costruzione di un muro. La risposta del terzo muratore è: “Stiamo costruendo una cattedrale”!

Oggi alla Regione siciliana se ci domandassero cosa stiamo facendo non so quanti sarebbero in grado di rispondere concretamente a cosa stanno lavorando. 

Se domani la Regione siciliana chiudesse se ne accorgerebbe qualcuno?

In questi anni ho più volte scritto dell’esigenza di conoscere quale sia il piano di sviluppo socio-economico al quale stiamo lavorando e all’interno del quale come si collocano le attività di tutti i diversi rami di Amministrazione.

La Regione siciliana sembra invece una nave senza guida: va da qualche parte? Dove e per fare che cosa nessuno lo sa. Al massimo qualcuno auspica, ma in concreto non si conosce la nostra Stella polare.

Ognuno quindi si limita a “passare mattoni”. Qualcuno si arrischia a ipotizzare che si sta lavorando a un muro. Pochi visionari immaginano una cattedrale.

Da quasi due anni il presidente della Regione Rosario Crocetta ha stabilito un obiettivo chiaro: lotta alla mafia e alla corruzione! Perfetto, dico io, e poi?

Tutti ci insegnano che la lotta alle mafie si porta avanti sicuramente con le indagini e le azioni repressive, ma soprattutto con la creazione di posti di lavoro.

Cosa ha fatto in questi due anni il presidente Crocetta in questo senso?

Dice che ha sanato il bilancio della Regione tagliando spese (sprechi?) per miliardi di euro: cosa ha tagliato esattamente? Quali azioni concrete hanno realizzato i diversi assessorati per venire incontro alle esigenze delle imprese e dei cittadini?

Se un cittadino come me pone queste domande non si guarda alle questioni che pone, ma al chi sono: perché sicuramente le mie domande, secondo qualcuno, sono strumentali. E il bello è che le critiche più severe non vengono soltanto dai cittadini esterni alle cose della Regione che giustamente non conoscono come funziona il nostro Ente, ma soprattutto dagli interni: da quella parte di colleghi sempre pronti ad alzare il ditino e a dire: “Sì, ma …” e a evidenziare le responsabilità altrui, mentre per quanto li riguarda danno ampia dimostrazione della loro conoscenza e preparazione, dimenticando che anch’essi fanno parte della baracca.

Ma naturalmente loro affermeranno che non sono messi nelle condizioni di esprimere le loro capacità e se la Regione permettesse loro di fare carriera dimostrerebbero di che pasta sono fatti!

Io ho avuto la fortuna di avere tanti collaboratori e, a parte pochissimi casi, tutti hanno messo a disposizione le loro capacità senza attendere progressioni di carriera, dimostrando subito quello che erano in grado di fare: ma abbiamo potuto costruire soltanto qualche muretto … purtroppo!.

Personalmente comincio a essere un po’ stanco e con me tanti e tanti altri, non soltanto dirigenti. Lavorare soltanto per lo stipendio non è l’ambizione massima della vita. Si sa che si potrebbe fare tanto, ma ogni cosa viene resa difficile. Dietro ogni cosa si possono nascondere i più disparati interessi. Quella che potrebbe essere una proposta per rendere più efficiente un servizio potrebbe mettere a rischio il lavoro di qualcun altro e tutto si ferma. Si cerca di lavorare con il profilo più basso possibile … sperando di sfuggire agli “intercettatori” e ai “radar”.

Poi ti arrivano certe proposte legislative … di riforma della Amministrazione regionale … che ti fanno cadere le braccia e non solo. Quando conviene “lo dice la Corte dei Conti” e da lì tagli alle dotazioni organiche e ai trattamenti economici, salvo qualche riga più in là, nello stesso disegno di legge, prevedere qualche norma ad personam in antitesi con quanto proposto qualche riga prima. Ma a un politico come si fa a chiedere la coerenza?

A parte i tagli, la cosa che più ti sconvolge e che la “massa impiegatizia” viene trattata come carne da macello indifferenziata. Tagliamo 1000-1500 dirigenti (li licenziamo? li riqualifichiamo? facciamo una fossa comune?) secondo quale esigenza (anzianità, titolo di studio, incarichi svolti, tessera di partito, grado di parentela, affinità elettive)?

Tutti si lamentano che i dirigenti della Regione sono troppi e che qualcuno di loro dirige a male pena solo se stesso. Ma dove sta scritto che un dirigente deve necessariamente dirigere un ufficio?

Vogliamo parlare della dirigenza nel settore della sanità? Qualcuno ha idea di quanti siano e se è previsto che, da un anno all’altro, possano perdere fino a 20-25 mila euro lordi del proprio reddito? E poi si blatera della nostra clausola di salvaguardia?

Qualcun altro ci rinfaccia che non riusciamo a spendere i soldi dei fondi comunitari. Ma solo in Sicilia non ci riusciamo? Ma è colpa soltanto della dirigenza?

Qualcun altro ci rinfaccia che veniamo tutti valutati al massimo, personale del comparto non dirigenziale compreso! E allora perché il presidente Crocetta sta perdendo tutto questo tempo (lo hanno perso anche i suoi predecessori, che però avevano altri strumenti a disposizione) nel dotarsi di uno strumento imparziale per la valutazione delle performance degli uffici? Forse perché la politica non è molto interessata a dover far valutare da terzi i propri accoliti?

Tutti guardano ai numeri dei dirigenti della Regione siciliana, ma fanno finta di non guardare al resto. Qualcuno si è mai domandato, per esempio, che cosa ci facciano oramai da diversi anni (gentile regalo dell’ex presidente Raffaele Lombardo in vena di sgarbi all’allora Sindaco di Palermo, Diego Cammarata) di oltre 3000 lavoratori cosiddetti “Pip” negli uffici della Regione siciliana di Palermo? Lavoratori ai quali,, a fronte di un salario minimo, il Comune di Palermo chiedeva un tempo di tenere pulite le spiagge, i sottopassi, forse le scuole e altre cose del genere. Cosa si chiede di fare loro negli uffici della Regione? Gli si fa fare le pulizie? Gli si fanno fare i traslochi?

Qualcuno saprà sicuramente quanto costano ogni anno, che servizi forniscono e quanto abbiamo risparmiato in ditte di pulizie e di trasporti da quando ci sono loro… perché questi servizi oramai li fanno soltanto i Pip, vero? In questo caso la Corte dei Conti non ha calcolato il rapporto tra numero di dipendenti regionali degli uffici di Palermo e numero di Pip assegnati (a spanne si direbbe un Pip ogni due dipendenti)? Peccato!

Alcune sigle sindacali dei dipendenti regionali si sono svegliate dal loro apparente torpore e stanno invitando a partecipare in questi giorni a sit in di protesta davanti al Palazzo dei Normanni. Mi domando: il loro torpore era per me apparente in quanto pensavo che un sindacato svolgesse una azione costante di “lobbing” al fine di impedire che venissero fuori norme “strane”, ma se poi queste norme strane, molto strane, vengono fuori cosa ci sta a fare il sindacato? Si deve arrivare all’ultimo minuto per andare a inseguire il deputato di turno per sensibilizzarlo?

Oggi il sindacato dimostra che è stato delegittimato dalla politica e, nel caso dei dipendenti di un Ente pubblico, andare in piazza a protestare con queste modalità serve soltanto a qualche sigla per darsi una parvenza di esistenza in vita.

Dobbiamo pensare a nuove forme di protesta. Ci sono. Ma abbiamo la voglia di metterle in atto? Siamo disposti a metterci la faccia? Siamo disposti a chiedere con forza un piano chiaro da attuare, un piano che nell’arco dei prossimi 3-5 anni possa cambiare il volto di questa Regione e della Sicilia? Siamo disposti a chiedere con forza di tornare ad attuare politiche pubbliche nell’interesse di tutti i cittadini e non soltanto delle solite parrocchie?

Prego astenersi parolai e millantatori.

Redazione

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