Alla fine, sembra su forti pressioni romane, il presidente della Commissione Bilancio e Finanze dell’Ars, Nino Dina, ha deciso che i deputati avranno tempo fino a martedì per presentare gli emendamenti. Insomma, il disegno di legge sul nuovo mutuo da 2 miliardi di euro andrà in Aula la prossima settimana. Di solito, logica parlamentare vuole che, prima di indebitare per una cifra così alta una Regione con 5 milioni di abitanti, il Parlamento approvi il Def (Documento di economia e finanza) e poi, nella manovra di Bilancio (visto che siamo a fine novembre e il Bilancio 2015 dovrebbe essere approvato entro il 31 dicembre), si inserisce il mutuo. Invece – con l’avallo dei vertici del Parlamento siciliano – si sta dando la precedenza a un nuovo indebitamento al buio. E’ incredibile, ma è così!
Oggi, in Commissione Bilancio e Finanze, ci si sarebbe aspettati una precisa documentazione da parte del Governo di Rosario Crocetta. Invece il Governo non ha presentato alcun documento. Solo una spiegazione orale piuttosto lacunosa. In pratica, le Aziende sanitarie e ospedaliere della Sicilia, dal 2001 al 2011, non avrebbero ricevuto dalla Regione tutti i versamenti annui dovuti. Le strutture sanitarie pubbliche non sarebbero fallite perché avrebbero fatto ricorso ad anticipazioni di cassa. Tutto questo senza che i magistrati della Corte dei Conti siano stati messi al corrente di quello che succedeva? Il dubbio c’è.
Tutti questi mancati pagamenti, dal 2001 al 2011, assommerebbero a 2,6 miliardi di euro! Di questi, 620-630 milioni di euro sono già stati pagati con il mutuo da quasi un miliardo di euro contratto dalla Regione lo scorso aprile.
Qui già notiamo un primo punto oscuro nella ricostruzione di questi strani avvenimenti. Lo scorso aprile, per giustificare il mutuo da quasi un miliardo di euro, il Governo Crocetta ha detto che l’indebitamento delle Aziende sanitarie e ospedaliere dell’Isola verso terzi ammontava a circa 620-630 milioni di euro. Ma se, come hanno detto stasera in Commissione Finanze, le stesse Aziende sanitarie e ospedaliere hanno pagato i fornitori con le scoperture di cassa, i debiti non avrebbero dovuto esserci più. I debiti, semmai, avrebbero dovuto essere nei riguardi dell’ente tesoriere, cioè verso le banche che hanno anticipato le scoperture. E allora perché, lo scorso aprile, il Governo ha consegnato ai parlamentari un elenco di società alle quali Asp e Aziende sanitarie siciliane avrebbero dovuto pagare i debiti?
Un po’ sono debiti da pagare, un po’ sono scoperture di cassa: non è un po’ lacunosa questa ricostruzione dei fatti?
Ancora: ad aprile i debiti delle Asp e delle Aziende ospedaliere dell’Isola, come già ricordato, ammontavano a circa 620-630 milioni di euro. Così ha detto, sempre ad aprile, il Governo Crocetta in Commissione Finanze e in Aula. Poi, però, nella delibera approvata dalla Giunta regionale e pubblicata sul sito ufficiale qualche giorno fa, si legge che già a febbraio di quest’anno si sapeva di questo indebitamento della Regione, verso le Asp e le Aziende ospedaliere dell’Isola, per 2,6 miliardi circa.
Da qui una domanda ovvia: perché il Governo Crocetta, due mesi dopo, ad aprile di quest’anno, non ha comunicato al Parlamento dell’Isola il vero indebitamento, pari a 2,6 miliardi di euro circa, dicendo che l’indebitamento era invece pari a 620-630 milioni di euro? Di fatto, lo scorso aprile, il Governo regionale ha mentito al Parlamento.
In questa ricostruzione c’è un altro punto debole. Se,come dice oggi il Governo Crocetta, tra il 2001 e il 2011, la Regione non ha corrisposto alle Asp e alle Aziende ospedaliere dell’Isola 2,6 miliardi di euro dove sono finiti questi soldi? Se la Regione ha già contratto un mutuo per pagarne 620-630 e sta contraendo un secondo mutuo da 2 miliardi di euro, significa che la Regione, dal 2001 ad oggi, ha fatto sparire 2,6 miliardi di euro circa. Se è così,come mai la Corte dei Conti non ha mai segnalato questo ammanco? Possibile che i magistrati contabili, dal 2001 al 2011 non si siano accorti di nulla?
Di più: in questo momento il buco accertato del Bilancio della Regione è di 3 miliardi di euro circa. A questi 3 miliardi vanno aggiunti i 2,6 miliardi di euro che la Regione avrebbe fatto sparire dal 2001, con molta probabilità, non mettendo la Corte dei Conti nelle condizioni di operare. Dunque, il buco vero della Regione siciliana – se la ricostruzione fatta stasera dal Governo regionale in Commissione Finanza risponde al vero – non è di 3 miliardi di euro, ma di 5,6 miliardi di euro. E una Regione con un buco da 5,6 miliardi di euro si indebita di altri 2 miliardi di euro? Facendo così non si procede a grandi passi verso la bancarotta? E perché nessuno avverte i siciliani che questo mostruoso indebitamento lo pagheranno loro, nei prossimi anni, con un altrettanto mostruoso aumento di Irpef, Irap e di tutte le tasse comunali?
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