Certo che alcuni politici non sanno più cosa inventare per accrescere la loro ‘professionalità antimafiosa’. E, magari, pure per finire sui giornali sotto la bandiera della legalità.
Racconta oggi il Corriere della Sera che i parlamentari del Pd Giuseppe Lumia e dell’Italia dei Valori Sonia Alfano si sono presentati al carcere di Parma per proporre a Bernardo Provenzano di collaborare coi magistrati.
Ora, si è mai visto un boss pentirsi perché convinto da due politici? In ogni caso, un boss mafioso pentito è una contraddizione in termini. A pentirsi – tranne rare eccezioni – sono i mafiosi di basso rango e gli uomini di paglia. La manovalanza, insomma. E, generalmente, lo fanno per usufruire delle premialità che la legge concede. Per non parlare di quei mafiosi (questi sì, veri mafiosi) che si sono pentiti su input della mafia stessa per confondere gli investigatori.
“Di norma i «colloqui investigativi» con i detenuti per saggiarne la disponibilità al «pentimento»-scrive il Corriere della Sera- spettano al procuratore nazionale antimafia, alla polizia giudiziaria o ai magistrati autorizzati dal ministro della Giustizia; i rappresentanti degli organismi elettivi, invece, possono entrare nelle carceri per verificare le condizioni di detenzione. Dal contenuto delle relazioni su questi due colloqui, però, emerge che il senatore e l’eurodeputata hanno parlato di molto altro”.
Insomma, pur di fare bella figura e di consolidare la loro esperienza da professionisti dell’antimafia, i due sono andati a parlare di legalità con Provenzano (e con altri due boss) in barba alle leggi italiane che non assegnano a loro il compito di esortare un boss a collaborare. Se non è una pupiata, beh,ci somiglia parecchio.
Evidentemente, dopo 4 anni di sostegno ad un governo regionale guidato da un presidente inquisito per mafia, Lumia avverte l’esigenza, quasi ‘mistica’, di rifarsi una verginità da anti-mafioso. Provando ad andare a toccare il culo alla cicala. Che però non si fa certo toccare il culo da Lumia.
Intanto potrebbe cominciare a pentirsi lui, un componente della commissione antimafia che ha governato con un inquisito per mafia.
E, per essere più credibile e più ‘sostanziosa’ dovrebbe pentirsi anche la Alfano. Si dovrebbe pentire, ad esempio, di avere sostenuto il candidato sindaco di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, vincitore di primarie del Pd molto rococò sulle quali la Procura di Palermo ha anche aperto un’inchiesta. (Ps. Il punto sono le primarie poco trasparenti’ non Ferrandelli)
C’è da dire che, la Alfano, si è detta molto arrabbiata per la ‘fuga di notizie”. Perché signora Alfano? Qualcuno le ha forse spiegato che non è compito suo, secondo la legge italiana, andare a chiedere a un boss di collaborare con i magistrati? Magari Lumia lo sapeva, ma se n’è dimenticato. Onorevole Alfano, non è che il suo ruolo nella commissione Ue sulla criminalità le ha dato alla testa?
Riuscite ad immaginare la faccia dei boss che si sono ritrovati davanti questi due personaggi in cerca d’autore che giocavano a fare i magistrati? Cosa avranno pensato? E cosa avranno pensato i magistrati che non ne sapevano nulla?
Incredibile, ma vero. Se ci fosse ancora Sciascia vivo – ci scommettiamo – da questa pupiata avrebbe tirato fuori un bellissimo racconto, o un altro articolo sui rischi e i danni dei ‘professionisti dell’antimafia’ .
Il legale di Provenzano: Illegittima liniziativa di Lumia e Alfano
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