La protesta dei poliziotti contro un Governo che taglia gli stipendi e foraggia le ‘missioni di pace’

A FINE SETTEMBRE E’ PREVISTO UNO SCIOPERO DELLE FORZE DI POLIZIA, DEI VIGILI DEL FUOCO, DELLA POLIZIA PENITENZIARIA E DEL COCER INTERFORZE (ESERCITO, MARINA, AERONAUTICA, CARABINIERI E GUARDIA DI FINANZA). TUTTI CONTRO I TAGLI DELL’ESECUTIVO RENZI

Da quattro anni vanno avanti con gli stipendi bloccati. E cosa vuole fare il Governo di Matteo Renzi? Tenerli bloccati anche per il prossimo anno. E per l’anno successivo. E pure per il 2016. E magari per il 2017. E via continuando. Le vittime designate sono i dipendenti pubblici e i poliziotti.

Ma questi ultimi non ci stanno. E stanno organizzando quello che fanno tutti i lavoratori del mondo quando subiscono un’ingiustizia: lo sciopero. Apriti cielo!

“I poliziotti non possono scioperare”, dicono i ben pensanti. Allora che dovrebbero fare: subire un Governo che dice di non avere soldi e poi spende ogni anno una barca di soldi per partecipare alle guerre definite eufemisticamente “missioni di pace”?

“L’annunciato sciopero delle forze di Polizia contro il blocco degli stipendi è l’unico modo per richiamare l’attenzione del Governo sul tema della sicurezza che per anni è stata praticamente ignorata da tutti i governi che si sono alternati alla guida del Paese”, si legge in un comunicato della Consap, Confederazione autonoma della forze di Polizia.

Da oltre un decennio la Consap rivendica il diritto di sciopero regolamentato per i poliziotti, che da anni subiscono tagli e mortificazioni.

“Siamo pronti a scioperare – dicono i poliziotti – non per chiedere un aumento dello stipendio, ma per ottenere lo sblocco del tetto salariale, cioè il trattamento economico connesso all’anzianità maturata e alla qualifica ricoperta, sblocco che da quattro anni ci viene negato (assegni di funzione, scatti di anzianità, avanzamenti di grado e blocco dei contratti). Non vogliamo nessun aumento, non ci sembrerebbe giusto in un momento di crisi e tagli per tutti, ma chiediamo solo quanto ci spetta!”.

“Vorremmo che fosse chiaro – prosegue la nota – che al mutare della nostra qualifica, del nostro grado, corrispondono funzioni, responsabilità e oneri progressivamente maggiori e più ampie, particolarmente pregnanti dato il lavoro che svolgiamo. Il Presidente del Consiglio nel Def di Giugno (il Documento di economia e finanza) aveva promesso che, almeno in parte, si sarebbero sbloccate le cose per il comparto sicurezza”.

“Per capirci – spiegano i dirigenti della Consap – il tetto salariale è quel meccanismo per cui nessuno può guadagnare più di quanto guadagnava nel 2010. Cioè, in sintesi, se una persona è stata promossa, ha assunto nuove funzioni o è stata trasferita in un’altra città (evento ordinario nella nostra realtà), verrà comunque retribuita come nelle mansione inferiore con tagli della retribuzione che possono arrivare fino a 300-400 euro al mese, a seconda di grado, ufficio e anzianità di servizio. Se la persona è stata promossa due volte negli ultimi anni, verrà penalizzata due volte”.

“Inoltre – dice Igor Gelarda, Dirigente Nazionale sindacato di Polizia Consap – l’architettura dei nostri stipendi si basa molto sulle cosiddette indennità accessorie, come lo straordinario, la reperibilità, l’indennità di presenza esterna e le missioni. Anche queste hanno subito tagli fortissimi e limitazioni. A questo si aggiunge che noi siamo regolamentati da una legge del 1981 che ci impedisce l’esercizio di un doppio lavoro, mentre ci impone numerosi obblighi che gli altri impiegati statali non hanno, e siamo soggetti a numerosi sanzioni disciplinari! Una per tutte: se non paghiamo o siamo in ritardo nel pagare i nostri debiti privati, normalmente contratti per le difficoltà economiche familiari, siamo soggetti ad una sanzione pecuniaria fino ad 1/5 dello stipendio! Ecco perché la misura è colma!”.

“Un Poliziotto, come anche un Carabiniere e un Vigile del Fuoco, rischia ogni giorno la sua vita – si legge sempre nel comunicato – ma rischia anche di commettere errori, la maggior parte dei quali sono del tutto involontari. Si tratta di errori che possono portare a gravi conseguenze, anche alla morte. Per te e per chi ti sta accanto! La nostra situazione è ancor più grave di quella che si registra nel resto pubblico impiego, che pure è in piena sofferenza e con il quale solidarizziamo in pieno. Il nostro è un lavoro delicato e pericoloso”.

“Noi siamo figli di questa Italia – dice sempre Gelarda – e rivendichiamo con orgoglio il ruolo di difensori della gente. Stiamo preparando una grande manifestazione generale e nazionale entro la fine di settembre, e azioni di protesta eclatanti in tutta Italia insieme a tutti sindacati della Polizia (tranne uno che si è incredibilmente tirato indietro, il SAP) dei Vigili del Fuoco, della Polizia Penitenziaria e del Cocer interforze (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di finanza). Per la prima volta, nella storia d’Italia Forze dell’Ordine ed Esercito, con tutti i loro sindacati andranno a braccetto per protestare! Sarà davvero un bel colpo d’occhio il giorno della nostra manifestazione!”.

Quindi l conclusione: “Chiediamo ai cittadini la loro solidarietà, perché la nostra sicurezza è il mezzo con cui viene garantita anche la loro di sicurezza! Quando scenderemo in piazza, venite insieme a noi, a chiedere un futuro per i nostri figli e la nostra Italia!”.

Nota a margine

I poliziotti e, in generale, gli uomini e le donne dei Vigili del Fuoco, della Polizia Penitenziaria e del Cocer interforze (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di finanza) fanno bene a scioperare. Anzi, hanno perso tempo a non farlo prima.

 

 

Redazione

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