IL CORSO E’ STATO ORGANIZZATO DALL’ORDINE DI PALERMO. MA LE “IENE” L’HANNO SGAMATO. 30 CREDITI ECM IN UN COLPO SOLO PER GIOCARE A CARTE. QUANDO SI DICE CHE I MEDICI GIOCANO…
Ieri sera spassosissima puntata delle “Iene”. Un servizio è stato dedicato all’aggiornamento dei medici di Palermo. Con una particolarità: l’aggiornamento è consistito in un corso di bridge!
Ovviamente, questo è stato ‘pane’ per i denti delle “Iene”, che il giorno del ‘corso’ si sono fiondati su tutti i partecipanti con domande a destra e a manca.
In effetti, non deve essere stato agevole, per i medici, rispondere a che titolo professionale si trovavano da quelle parti a giocare a bridge…
La cosa bella è che, per la frequenza di questo corso, ogni medico si è ‘beccato’ 30 crediti ECM, ovvero la metà dei crediti che a un medico serve in un anno! Una pacchia.
Superfluo aggiungere che lo spettacolo è stato esilarante. I medici-giocatori cercavano di dribblare alla Pelè le domande delle “Iene” inferocite.
Ammettiamolo: non deve essere stato facile trovare legami tra l’Anatomia patologica, gli antibiotici e le diagnosi da una parte, e il bridge dall’altra parte.
Qua e là si intravedevano personaggi che cercavano di oscurare le telecamere: tutto inutile, perché il servizio è riuscito bene lo stesso. A un certo punto sono arrivati gli uomini delle Forze dell’Ordine. Che hanno accompagnato fuori le “Iene”.
Ma le “Iene” non si sono date per vinte. E – supponiamo l’indomani – si sono catapultate dal presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, il dermatologo Toti Amato. Obiettivo: chiedergli ‘lumi’ sulle motivazioni del corso di bridge.
Interessante, sotto il profilo antropomedico, la spiegazione del presidente Amato. “Il bridge – ha detto Amato – sviluppa le capacità di squadra dei medici. Soprattutto per chi entra in sala operatoria…”.
La risposta ha lasciato perplesso la “Iena”, che ha ribattuto: “Ma allora per andare ad operare un malato di appendicite è necessario aver frequentato almeno un corso di bridge?”.
Insomma, abbiamo appreso che, oltre alla chirurgia robotica, almeno in Sicilia, si è aperta una nuova frontiera chirurgica: il bridge…
Amato, però, ha fatto di più: ha spiegato che il bridge sviluppa le capacità intellettive dei malati di Parkinson. Di fatto, il presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo se l’è proprio cercata: “Allora – ha chiesto la ‘Iena’ – i medici sono come i malati di Parkinson?”.
Amato non si è perso d’animo: “I medici – ha risposto – una volta imparato il bridge, lo vanno a insegnare ai malati di Parkinson…”.
In ogni caso, Toti Amato ha dimostrato di possedere una grande fantasia!
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