La Nazionale a Palermo, la città si mobilita Gli azzurri travolti dall’entusiasmo dei tifosi

Febbre azzurra a Palermo. L’Italia, impegnata contro la Macedonia del Nord nella semifinale playoff di qualificazione ai prossimi Mondiali in Qatar, ha toccato con mano la passione e l’entusiasmo di un’intera città. Sempre vicina alla Nazionale (e un portafortuna in termini statistici come dimostra lo score di 13 vittorie in 15 precedenti) come ha riconosciuto la stessa Federazione che, non a caso, tra diverse candidature ha scelto proprio il capoluogo siciliano quale sede per la disputa di una gara di vitale importanza. Fin dal loro arrivo, ieri di mattina prima del trasferimento in hotel che ha introdotto un programma proseguito nel pomeriggio con la rifinitura allo stadio Renzo Barbera e poi questa mattina con una sgambatura a Boccadifalco sul terreno di gioco del Tenente Onorato dell’Esercito che sulla falsariga del Barbera si è rifatto il look (la Federazione ha finanziato gli interventi relativi al rifacimento del manto erboso e alla sistemazione degli spogliatoi) in virtù di un accordo tra Figc e Stato Maggiore Difesa, i campioni d’Europa in carica hanno avuto la possibilità di percepire il calore e la fame di calcio di una “comunità” che dopo diversi anni di assenza dalla serie A – l’ultima del Palermo nel 2016/17 – vuole tornare a respirare l’atmosfera dei grandi eventi.

I numeri rappresentano in questo caso un’unità in grado di misurare con precisione una temperatura che con il passare delle ore è aumentata in maniera costante: biglietti polverizzati in un paio di ore nei giorni scorsi, sia nella prima fase di prevendita sia in quella successiva nel momento in cui ha avuto i crismi dell’ufficialità l’aumento della capienza dello stadio al cento per cento grazie alla deroga firmata dalla sottosegretaria allo Sport del governo, Valentina Vezzali, e impianto esaurito con oltre 30 mila spettatori. Invitati dalla Federazione, tramite precise indicazioni, ad arrivare in viale del Fante rispettando determinate fasce orarie per evitare assembramenti. Da molto tempo, complice l’attuale sesto posto in serie C dei rosanero, non si vedeva una mobilitazione del genere per una partita di calcio a Palermo.

Affari dei venditori ambulanti (con sciarpe, trombette e bandiere tricolore), attesa spasmodica dei tifosi – palermitani e non solo, muniti di bandiere, sciarpe e maglie azzurre dei loro beniamini, e anche macedoni nelle vesti di turisti, oggi, per le vie del centro – alcuni dei quali nei giorni scorsi si sono messi in coda all’alba davanti ai punti vendita Vivaticket pur di acquistare l’agognato biglietto, traffico in tilt intorno al perimetro stadio a poche ore dalla partita e capannelli di curiosi all’esterno dell’hotel che ha ospitato gli azzurri sono scene di un film che nel capoluogo siciliano è stato “girato” solo ai tempi d’oro dell’era Zamparini e in occasione di alcune gare della Nazionale. Il cui richiamo continua ad essere molto forte per una città come Palermo alla quale basta poco per riaccendersi e alimentare nuovamente quei focolai di entusiasmo con cui ha accompagnato i rosanero nel passato più o meno recente nel loro viaggio tra i meandri della massima serie.

Antonio La Rosa

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