La morte del poliziotto e il torrente senza manutenzione Nel Siracusano i progetti finanziati ma rimasti su carta

Giuseppe Cappello lo hanno ritrovato senza vita in un terreno a poche centinaia di metri dalla sua auto, ferma a bordo della statale 115, tra Noto e Rosolini. Venerdì notte, vedendosi in pericolo, l’agente di polizia penitenziaria è sceso dalla macchina, ma nel campo vicino anziché un rifugio ha trovato solo più fango e non ha avuto scampo. 

La sua Dacia Sandero è stata ritrovata al chilometro 364 della statale, in contrada Stafenna. «In questo tratto di strada – racconta un imprenditore che ha un’azienda a 500 metri di distanza dal luogo dove è morto Cappello – ci sono quattro sottopassi e puntualmente si otturano, perché qui manutenzione a mia memoria non ne è stata fatta mai. Ogni volta che piove intensamente l’acqua arriva al livello della statale che si allaga. Basterebbe tenerli puliti…».

L’agente di polizia penitenziaria è stato travolto dalla piena del torrente Stafenna che attraversa proprio uno di quei sottopassi e convoglia le sue acque nel fiume Tellaro, il cui bacino idrico è considerato per larga parte «a rischio» nel Piano d’assetto idrogeologico della Regione. Proseguendo verso il mare, poco più a valle, c’è un altro torrente, il Saia Randeci, dove confluiscono anche le acque nere di Rosolini. Lo scorso autunno, all’indomani della tragedia di Casteldaccia, la Regione aveva stanziato in somma urgenza 180mila euro per «provvedere al ripristino del regolare deflusso delle acque». Faceva parte di un gruppo di 22 interventi urgenti sugli alvei di fiumi e torrenti per un impegno totale di 5 milioni di euro. Ma i lavori sul Saia Randeci non sono mai partiti. 

«Il progetto è fermo – conferma Corrado Bonfanti, sindaco di Noto – perché devono ancora decidere se sottoporlo a procedura di Valutazione d’impatto ambientale». Decisione che spetta all’assessorato regionale al Territorio. In qualche cassetto degli stessi uffici c’è anche un altro progetto del Comune di Noto, già finanziato: il completamento della messa in sicurezza del torrente Asinaro, uno dei corsi d’acqua considerati più pericolosi della provincia di Siracusa. «Nell’ultimo anno – continua Bonfanti – è stata fatta la pulizia di una parte degli argini, infatti il torrente nei giorni scorsi ha retto e non è esondato. Purtroppo – conclude – tra il finanziamento e la realizzazione delle opere passano anni».

Salvo Catalano

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