C’è anche la metropolitana di Catania, insieme a quelle di tutto il mondo, nel progetto Mini metro maps dell’artista Peter Dovak. Vena creativa e buona volontà, un esperimento non andato a buon fine e la voglia di riprovarci credendo nelle proprie possibilità. È questo il percorso che ha portato il 29enne statunitense a realizzare le sue icone stilizzate e colorate delle metro. «Tutto è nato dal tentativo di creare un’applicazione per smartphone che permettesse di individuare la fermata più vicina, la linea giusta da prendere e i cambi da fare», spiega l’artista del Kentucky impiegato in una compagnia di Washington DC, che si racconta a MeridioNews.
Dalle più grandi e articolate – come
Tokyo, Shanghai e New York – alle più piccole e lineari, tra cui Salvador, Toronto e Copenhagen. In mezzo pure quella etnea, di recente implementata della fermata Stesicoro. La metropolitana etnea «è una linea rossa facile da disegnare» per l’artista, che aggiunge come la città rientri tra quei casi «in cui trovare la mappa ufficiale è stata una sfida, nonostante le piccole dimensioni della città e della linea». Mentre «ce ne sono alcune davvero strane: quella di Glasgow nel Regno Unito, per esempio, che ha un unico binario circolare. A Oslo, invece, c’è una linea che fa il giro su se stessa. Anche quelle di Singapore, Nizza in Francia e Charleroi in Belgio hanno strutture davvero interessanti», aggiunge. Alcune di quelle Peter le ha visitate ma non è ancora giunto stato a Catania. E per lui la metro etnea «è dotata di un bel sistema».
«In America molte città delle dimensioni di Catania non hanno della linea metropolitana anche se dovrebbero, soprattutto per aiutare la crescita del posto e migliorare la vita dei cittadini», continua. «Tra l’altro
mi piace che i vagoni della vostra linea abbiano dei nomi», aggiunge, facendo riferimento ai nomi degli elettrotreni, tra cui Agata, Norma, Bellini, Verga, Martoglio. Il percorso «lineare» dei binari catanesi gli hanno reso più semplice il lavoro. Mentre altre metro, dall’andamento ingarbugliato, hanno dato qualche grattacapo a Peter Dovak durante il disegno. «New York è stata la più complicata, perché è una delle poche mappe disegnate geograficamente invece che semplificata, c’è voluta un po’ di creatività per renderla riconoscibile». Anche Seul, capitale della Corea del Sud, non è stata un’impresa facile, visto che è «in continua crescita».
E cresce anche il successo di Peter e di quello che è diventato un vero e proprio
brand, che dalla carta si è trasferito su tazze e calamite. «Ho lanciato il sito l’anno scorso e sono rimasto sorpreso dalle attenzioni rivolte al mio progetto, è davvero fantastico», dice con entusiasmo, mentre pensa già alle prossime idee da mettere in pratica. «Non posso ancora svelare molto ma mi auguro che possano piacere a tutti, come le mini metro», conclude l’artista statunitense.
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