Tra il Sette e l’Ottocento, la Sicilia fu una delle mete privilegiate del Grand Tour, il lungo viaggio intrapreso dai giovani aristocratici europei alla scoperta del vecchio continente. Le regioni italiane che si affacciano sul Mediterraneo erano le destinazioni conclusive – e anche le più attese – del tour, e la Sicilia era considerata la perla più pregiata da scoprire. Spesso i visitatori annotavano sui loro diari racconti e aneddoti sul viaggio, accompagnati da schizzi e disegni dei luoghi visitati per fissarne il ricordo. Non possono non venire in mente, visitando La mémoire du temps dans l’espace, la mostra di Cécile Hummel in corso alla galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea e curata da Agata Polizzi, le atmosfere tipiche del Grand Tour e le sensazioni di quei visitatori stranieri che, visitando la Sicilia, rimanevano ammaliati dalle sue meraviglie artistiche e paesaggistiche.
Il progetto dell’artista svizzera realizzato per la galleria palermitana si presenta infatti come una teoria di racconti per immagini, composta da opere fotografiche, disegni e installazioni che ricostruiscono aneddoti, ricordi e visioni dei suoi viaggi in Italia, Egitto e Marocco. Hummel racconta i suoi soggiorni mediterranei restituendone i dettagli più semplici e quotidiani, alternando frammenti del passato a tasselli di vita contemporanea: reperti archeologici, architetture fatiscenti, oggetti di riuso, giardini esotici, nature morte, scorci urbani. Un archivio della memoria in cui si sovrappongono immagini del passato e del presente, scene di vita di tutti i giorni e suggestioni della gloria di un tempo, senza contraddizione alcuna.
«Il lavoro di Cécile Hummel – commenta Agata Polizzi – è certamente metafisico, alcuni sguardi sfuggono ad una precisa classificazione, sono rappresentazioni del mondo: alcuni oggetti sono reali ma perdono la propria connotazione e finiscono per diventare astratti. Le opere fotografiche raccolgono ornamenti, reperti, paesaggi che Hummel ricompone come fossero documenti da mostrare, studiare, tenere sotto agli occhi. I disegni contribuiscono alla riflessione, sono pause per pensare, descrivono forme precise, replicate, e restano sospesi tra reale e tridimensionale. Sono un commento ulteriore, appunti quasi, di certo sono approfondimenti» – conclude la curatrice.
La mostra è visitabile fino al 30 aprile, dal martedì al venerdì dalle ore 10 alle 19 e il sabato dalle 10 alle 18. Ingresso libero.
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