La mappa e i dati del consumo di suolo in Sicilia A Ragusa il maggiore incremento nell’ultimo anno

«In Italia costruiamo un’intera piazza Navona ogni due ore». È questa l’immagine più concreta per rendere l’idea dell’analisi dei dati emersi nell’edizione 2018 del rapporto Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici a cura dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) insieme al sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa). Fra le aree maggiormente colpite, anche quella della fascia costiera più a sud della Sicilia

L’Isola è infatti una delle quindici Regioni in cui viene superato il cinque per cento di consumo di suolo relativo all’anno 2017. In particolare, in Sicilia è il 7,20 per cento di suolo a essere stato «artificializzato»con un incremento dello 0,15 per cento rispetto al 2016 (che si traduce in 283 ettari in più in confronto all’anno precedente) per una superficie totale di 1.852 chilometri quadrati. Il valore più alto è stato registrato in Lombardia (12,99 per cento) seguita dal Veneto (12,35 per cento) e dalla Campania (10,36 per cento). La sola Regione a non superare la soglia del tre per cento è la Valle d’Aosta

Dai dati elaborati dall’Ispra sulle cartografie del Snpa, a livello provinciale è Ragusa ad aver consumato più suolo in Sicilia nell’ultimo anno. Il 15,39 per cento della superficie territoriale che corrisponde a 24.854 ettari e a 249 chilometri quadrati; un incremento dello 0,33 per cento (31 ettari) rispetto al 2016. È in questa provincia, inoltre, che si registra uno dei cambiamenti più significativi per il suolo siciliano. Si tratta della strada provinciale 86 per un’estensione di quasi 9,5 ettari. Il comune di Modica, con 16,50 ettari, ha conseguito l’incremento maggiore. 

A seguire troviamo la provincia di Siracusa che nel 2017 ha consumato il 9,67 per cento di superficie territoriale per un totale di 20.417 ettari (204 chilometri quadrati) facendo registrare un incremento dello 0,20 per cento (41 ettari) rispetto all’anno precedente. Nel territorio aretuseo, in particolare a Rosolini, nell’ultimo anno, è possibile rintracciare un consumo di suolo di quasi cinque ettari, dovuto principalmente a un’unità del primo lotto dei lavori finalizzati a raddoppiare e ampliare la strada provinciale 66 che dovrebbe congiungere Rosolini con Modica e Gela e ad alcuni interventi di edilizia residenziale.

La terza provincia per consumo di suolo è quella di Catania: 8,35 per cento sul totale del territorio che corrisponde a 29.652 ettari (297 chilometri quadrati) con un incremento rispetto al 2016 dello 0,11 per cento (34 ettari in più). Segue il Trapanese, area in cui è pari all’8,01 per cento il suolo consumato, ovvero complessivamente 19.737 ettari (197 chilometri quadrati), 20 ettari in più rispetto all’anno precedente con un incremento dello 0,10 per cento. In provincia di Messina, il suolo consumato è stato pari al 6,54 per cento del totale del territorio che corrisponde a 21.237 ettari (212 chilometri quadrati); un aumento dello 0,11 per cento (pari a 24 ettari) in confronto al 2016.

La provincia con meno consumo di suolo nell’Isola è quella di Enna: 3,47 per cento pari a 8.883 ettari che tradotto in chilometri quadrati sono 89. Anche nell’Ennese comunque si registra un incremento dello 0,6 per cento (6 ettari) in più rispetto all’anno precedente. Non riesce a scendere sotto il 5 per cento Caltanissetta che, nel 2017, ha utilizzato il 5,51 per cento di territorio, pari a 11.744 ettari (117 chilometri quadrati), con un incremento rispetto al 2016 pari allo 0,05 per cento corrispondente a cinque ettari. Il capoluogo di Regione non fa meglio con il 5,86 per cento del suolo consumato nell’anno 2017. Oltre 29mila ettari (293 chilometri quadrati) che fanno registrare a Palermo un incremento dello 0,14 ovvero 41 ettari in più rispetto ai dodici mesi precedenti. Nell’Agrigentino, infine, mel 2017 sono 19.354 ettari di suolo quelli consumati, pari al 6,36 ettari di territorio provinciale totale; un incremento rispetto al 2016 dello 0,16 per cento (31 ettari).

La Sicilia è seconda solo alla Campania per gli ettari di suolo utilizzato in aree a pericolosità sismica molto alta, con un 6,3 per cento che fa segnare una lieve crescita rispetto ai dati analizzati nel 2016. Per quanto riguarda, invece, l’analisi della superficie consumata in aree a rischio idrogeologico con pericoli di frane nell’Isola è il 3,9 per centro in zone a pericolosità elevata, il 6,1 per cento in aree con rischio medio e il 6 per cento in quelle in cui il pericolo è definito basso. Nella nuova cartina dell’Ispra, infine, il consumo di suolo nelle aree vincolate per la tutela paesaggistica in Sicilia è pari al 6,47 per cento (28.815 ettari) per coste, laghi e fiumi; al 21,1 per cento (518 ettari) per le montagne; e al 12,25 per cento (17.292 ettari) per i vulcani.

Marta Silvestre

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