È San Gregorio di Catania, con oltre 24 mila euro pro capite di reddito annuo, il Comune più ricco della Sicilia, seguito da Sant’Agata Li Battiati, Aci Castello e Tremestieri Etneo, i cui abitanti guadagnano rispettivamente 23.541, 21.400 e 20.538 euro. Sono i numeri snocciolati dalla start up di studi economici Twig, a partire dai dati sugli imponibili fiscali pubblicati la settimana scorsa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Si trovano tra gli abitanti della Catania bene, insomma, i paperoni dell’Isola. Perché è proprio in quelle zone, tra San Gregorio e Sant’Agata, che hanno deciso di mettere radici imprenditori e professionisti che hanno fatto fortuna alle pendici dell’Etna. «Il motivo – ammette Carmelo Corsaro, sindaco di San Gregorio – è probabilmente dettato dalla migliore qualità di vita che il nostro Comune, coi suoi 800 mila metri quadri di riserva naturale, offre in più rispetto alla città». Statistiche favorevoli anche per altri centri del Catanese. Tra essi San Giovanni La Punta (18.703), Gravina (17.527), Viagrande (18.689), Trecastagni (18.094), Valverde (18.025), Aci Bonaccorsi (17.594).
Mentre Catania pare risentire di questa migrazione verso i paesi pedemontani, piazzandosi terza tra le città metropolitane siciliane. La più ricca è Messina, con un reddito pro capite di 19.489 euro, seguita da Palermo con 19.389 euro annui. Catania si ferma a soli 18.061, meno di Siracusa (18.202) e Agrigento (18.182). Il più povero tra i capoluoghi siciliani è Ragusa, i cui abitanti hanno un reddito medio di 15.842 euro, seguito da Trapani con 16.403, Caltanissetta (17.465) ed Enna (17.761).
A registrare dei redditi medi piuttosto sostanziosi sono anche alcune delle mete turistiche per eccellenza: è il caso degli abitanti di Taormina (17.569), Erice (17.465) e Cefalù (16.256). Tra i Comuni benestanti si trovano anche Augusta (18.689), Milazzo (18.053).
Spostandosi nelle zone più interne della Sicilia la situazione cambia radicalmente. Eccezion fatta per Petralia, sulle Madonie, unico Comune dell’hinterland a toccare quota 16.235 euro, difficilmente si va oltre i 12 mila euro, anzi. È così a Castronovo di Sicilia (Pa), con un reddito di poco superiore agli 11 mila euro, come a Cesarò (Me), a Regalbuto (En) come a Tripi (Me), da Chiaramonte Gulfi (Rg), fino a Caltabellotta (Ag) o Santa Ninfa (Tp).
In fondo alla classifica, diversi Comuni che non superano la soglia dei 10 mila euro di reddito annuo pro capite, come a Licodia Eubea (9.940), Mineo (9.840), Marianopoli (9.771), Bompensiere (9.544), Acate (9.480), Acquaviva Platani (9.216). Fino a Capizzi, in provincia di Messina, che con appena 9.055 euro pro capite anche quest’anno detiene il triste primato di comune più povero dalla Sicilia. «Colpa di un’economia che si basa sull’allevamento – dichiara Giuseppe Sarra Fiore, assessore comunale di Capizzi -. Purtroppo la situazione è critica, la disoccupazione giovanile è al 60 per cento. Qualcosa si potrebbe fare – sottolinea – non chiediamo i miracoli, ma se almeno riuscissimo a ottenere i trasferimenti necessari, potremmo respirare un minimo. Invece Stato e Regione continuano soltanto a tagliare».
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