La malamovida del centro storico sul tavolo della prefettura Le richieste dei residenti e i «progetti concreti» di Pogliese

Schiamazzi notturni, inquinamento acustico, il mancato rispetto della zona pedonale e l’uso di sostanze stupefacenti. La vita notturna continua a essere un serio problema per la città e le istituzioni che, dopo le numerose segnalazioni dei residenti delle zone della movida, provano a trovare qualche soluzione. I comitati cittadini, però, non mollano la presa. Mercoledì, in occasione del tavolo tecnico convocato dalla prefetta Maria Carmela Librizzi per intensificare le misure di prevenzione e controllo nelle zone della movida del capoluogo etneo, i residenti hanno tenuto un sit-in davanti via della prefettura

Al centro della protesta, la mancata convocazione al tavolo degli stessi comitati. «Avevamo più volte chiesto alla prefetta di essere convocati – spiega a MeridioNews Irene Raineri del comitato Centro storico – ma il primo confronto è avvenuto solo ieri». In quello che è stato «un incontro in cui ci hanno esposto gli obiettivi raggiunti durante il tavolo tecnico», sintetizza Raneri. Stando a quanto riferisce il sindaco Salvo Pogliese, intercettato dal nostro giornale davanti alla prefettura, «si è parlato di progetti concreti». In primo luogo, nelle intenzioni dell’amministrazione ci sarebbe il ripristino e la messa in funzione delle Ztl, finora esistenti quasi solo sulla carta. «Attraverso la rimodulazione dei Pon metro – sostiene il primo cittadino – abbiamo stanziato tre milioni e mezzo di euro, che ci permetteranno di implementarne di nuove e, in un anno, riusciremo ad arrivare alla compiuta definizione». 

In attesa del completamento dei lavori, l’Amts «stanzierà 80mila euro per il controllo di alcuni varchi in via Etnea, piazza Università, Quattro canti, piazza Stesicoro e San Giovanni Licuti». Per il momento, però, le zone in cui si è alimentata la polemica destano solo un interesse residuale. «Entro un paio di mesi – prosegue Pogliese – individueremo una strada simbolica tra via Gemmellaro, via Pulvirenti e piazza Currò, per estendere la zona a traffico limitato». Inoltre, nei programmi c’è l’assunzione di 16 agenti di polizia locale che si aggiungono ai 30 assunti a dicembre 2020 e a cui a breve, almeno stando alle dichiarazioni del sindaco, dovrebbe essere prorogato il servizio. «Questo – dice Pogliese – ci permetterà di vigilare il territorio con almeno sei pattuglie. Al momento – ammette – ne abbiamo solo tre». 

Annunci che sembrano rispecchiare le richieste dei residenti, sebbene con qualche piccola deviazione di percorso che, per esempio, non prevede i controlli alle attività commerciali di via Gemmellaro, per verificare la regolarità delle emissioni acustiche e il possesso di tutta la documentazione valida a ottenere la Scia, ovvero la certificazione di inizio attività. «Perché molti locali non hanno nulla di tutto questo», sostiene Raineri. «Per quelli dobbiamo aspettare ancora, ma – assicura Pogliese – li faremo. Dobbiamo attendere l’Arpa per verificare se il volume delle onde sonore corrisponde a quello regolamentato». A fare una prima stima dei valori, intanto, sono stati i residenti della zona: «Il regolamento del Comune parla chiaro – sostiene Raineri – il limite è di 65 decibel, in via Gemmellaro si sfiorano i 95, quasi come in discoteca dove si raggiungono i 110 decibel».

I comitati cittadini – Gemmellaro-Sciuti, Bellini, Comitato dell’indirizzo e associazione Centro storico Catania – hanno richiesto presidi interforze efficaci nelle ore notturne e nei fine settimana in tutte le aree del centro storico più esposte al fenomeno della malamovida; la riduzione degli orari di somministrazione di alcolici e di chiusura degli esercizi per evitare comportamenti  trasgressivi della sicurezza e quiete pubblica; in ultimo, le interdizioni delle emissioni musicali all’esterno e all’interno dei locali che producono fenomeni di assembramento.

Gabriele Patti

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