Valentina Pilato sarà dimessa domani. La donna che ha buttato tra i rifiuti la sua piccola appena nata, morta poi al Civico di Palermo, sta meglio. Almeno fisicamente. Si era presentata in ospedale, al Cervello, la sera stessa del folle gesto, con una emorragia dovuta al parto.
Ieri è stata interrogata per tre ore dai magistrati. Tra le lacrime, avrebbe detto di aver nascosto a tutti la gravidanza che non voleva e di avere messo al mondo la piccola da sola, nella casa materna dove da qualche giorno si trovava. La donna vive in Friuli col marito, un militare dell’esercito, e tre figli.
Avrebbe ribadito di avere ritenuto morta la neonata prima di gettarla come un sacco di immondizia. Avrebbe anche detto che si sarebbe pentita del gesto, ma troppo tardi, quando già intorno al cassonetto da cui si sentivano i vagiti, c’era già troppa gente.
Una donna confusa e delirante che è stata assistita da uno psicologo e da uno psichiatra. Una donna che solo ora sembra stia acquisendo consapevolezza del suo gesto orrendo.
Gli inquirenti, però, ritengono che nella sua versione ci siano molte cose da chiarire. Come il possibile aiuto ricevuto da qualcuno sia nella fase del parto che in quella dell’abbandono della bimba.
Valentina, che è indagata per infanticidio, dunque, quella gravidanza non la voleva. E, forse, non sapeva neanche, che la legge le avrebbe consentito di lasciare la bimba in ospedale, nell’anonimato più assoluto.
La neonata avrebbe reso felice una delle tante famiglie in attesa di potere adottare un bimbo.
In tutta questa storia c’è anche il marito che si è precipitato a Palermo, completamente sotto choc. Non ha ancora incontrato la moglie.
Sentito ieri dai Carabinieri ha detto di non essere stato a conoscenza della gravidanza. Ha parlato di un rapporto sereno con la donna, che aveva mostrato mostrato qualche segno di insofferenza e di stanchezza, ma nulla che potesse fare prevedere un gesto simile.
Intanto, l’autopsia non è riuscita a verificare le cause della morte della piccola. Saranno necessari nuovi esami.
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