Come in ogni competizione elettorale alla fine hanno vinto tutti. Ammettere una sconfitta d’altronde sarebbe un esercizio anni luce lontano da chi, in un modo o nell’altro, cerca di portare acqua al proprio mulino. I numeri del day-after lasciano però spazio ad analisi e ragionamenti. Bilanci su chi sale e chi scende che in queste ore tengono banco all’interno di ogni segreteria politica, tra brindisi e musi lunghi. Di «grande risultato» parla il deputato regionale Luca Sammartino, fresco di passaggio alla Lega di Matteo Salvini ma che sul territorio ha deciso di rispolverare la lista civica del Quadrifoglio. In provincia di Catania – si votava a Giarre, Adrano, Ramacca, Grammichele e Caltagirone – nessun elettore ha potuto sbarrare il simbolo con impresso Alberto Da Giussano. Un’assenza che non è passata inosservata all’interno di un partito che all’Assemblea regionale siciliana conta sette deputati ma che su 42 Comuni al voto nell’Isola è riuscito a presentare appena cinque liste ufficiali.
Per trovare il simbolo del partito di cui è segretario, Salvini si sarà certamente soffermato sui numeri di Alcamo, Vittoria e San Cataldo, quest’ultimo Comune di riferimento del deputato leghista Alessandro Pagano. Alle pendici dell’Etna la casacca della Lega è invece rimasta nell’armadio. Sammartino festeggia il risultato di Adrano, in cui si andrà al ballottaggio, e quello di Giarre. Nel Comune ionico nel 2016 il campione di preferenze, ex Udc, Pd e Italia Viva, si presentò con un tandem di liste: Giarre 2.0 e Quadrifoglio. La prima compagine ottenne circa tremila voti, spinta da Leo Patanè che stavolta invece si è presentato candidato sindaco con il supporto di Forza Italia, mentre la seconda si fermò a poco più di seicento. Cinque anni dopo il Quadrifoglio supera le mille preferenze ed elegge al consiglio l’ex 2.0 Antonella Santonoceto, mentre tre candidati della passata tornata hanno trovato spazio nella lista Prima Giarre, collegata alla Lega negli ideali ma anche in questo caso senza simbolo. Il più votato è stato Giovanni Barbagallo, commissario del partito di Salvini proprio a Giarre. Per festeggiare la sua elezione si sono recati in città Anastasio Carrà, sindaco di Motta Sant’Anastasia e vicesegretario della Lega in Sicilia, e Alessandro Porto, assessore a Catania e coordinatore provinciale leghista. «La Lega a Giarre c’è», scrive Barbagallo su Facebook.
Per i leghisti duri e puri non è andata meglio ad Adrano. Nel 2018, quando si votò l’ultima volta, venne schierata la lista Lega-Noi con Salvini, e fu capace di ottenere oltre il 12 per cento dei consensi con poco più di duemila voti. Per il Quadrifoglio di Sammartino i voti furono 2101 mentre dentro Adrano 2.0 vennero messi insieme circa 1800 voti, di cui 648 a favore di Agatino Perni, eletto consigliere di area Sammartino, poi messo alla porta e adesso candidato a sindaco di estrazione civica. L’ultima tornata elettorale ha portato in dote a Sammartino circa l’11 per cento dei voti di lista – poco più di duemila consensi – e la sfida al ballottaggio tra Carmelo Pellegriti e Fabio Mancuso.
Nel Comune di Caltagirone rimane pressoché invariato, al netto dei dati sull’affluenza alle urne, il numero di voti della lista. Il Quadrifoglio nel 2016 ottenne 995 voti e il 4,67 per cento. Adesso si passa a circa 1300 voti che valgono il sei per cento. Un nuovo test arriverà a breve con il voto a Misterbianco, dove Quadrifoglio e Sammartino appoggiano il candidato sindaco Ernesto Calogero. Il grosso Comune confinante con Catania è una delle roccaforti del deputato regionale, basti pensare che nel 2017, quando appoggiava Nino Di Guardo, la lista Misterbianco 2.0 ottenne il 10,58 per cento risultando la più votata tra tutti gli schieramenti in campo. Dal 26 ottobre sarà tempo di bilanci e a quel punto sarà inevitabile un punto sulla presenza della Lega nei territori. Una radicazione mancata che potrebbe avere ripercussioni a livello regionale.
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