Mi preme che siano meglio ribaditi e chiariti tre aspetti che ritengo fondamentali:
1) mia madre ha scritto sulla sua carta intestata e non su quella dell’ospedale;
2) che il riferimento all’ospedale compare in quanto qualifica la funzione che mia madre, come ginecologa, svolge presso il nosocomio trapanese, e l’indirizzo che compare sulla busta è quello dello studio privato (via Ravenna 1)
3) che mia madre ha scritto alle sue amiche e pazienti e non a una mailing list di pazienti dell’ospedale.
Allego il pdf della lettera e della busta dalla quale si evince con chiarezza che non c’è alcun logo dell’ASP o dell’Ospedale che, ripeto, viene citato in quanto qualifica il lavoro professionale che mia madre vi svolge da oltre 30 anni (per altro raggiungendo anche lusinghieri risultati, considerato che per la prima volta il reparto di ginecologia mentre mia madre svolgeva le funzioni di primario, ex art 18 CCNL, è sceso in meno di un anno dal 40% di parti cesarei fin quasi alla percentuale, richieste dal Ministero della Salute, del 21%). Ribadisco si tratti di una triste strumentalizzazione di pessimo gusto, frutto di una campagna elettorale avvelenata da acrimonia e cattiverie che imbarbariscono il confronto democratico e la leale raccolta del consenso.
Tanto dovevo per amore di verità.
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