Paolo. Un giorno ci chiederai perché ti chiami così. Ti spiegheremo perché mamma e papà hanno preferito al nome del nonno e alle mode del momento quello di Borsellino. Un signore che faceva il magistrato e che non c’è più da 23 anni prima che tu nascessi, perché è stato ucciso da gente cattiva. Te lo spiegheremo più volte e ogni volta aggiungeremo qualcosa: chi era quella gente, perché lo ha fatto, chi l’ha aiutata.
E così un giorno capirai che ti chiami Paolo perché vorremmo che tu fossi orgoglioso di essere siciliano, che avessi sempre speranza nel futuro tuo e della tua terra, perché chi la vuole migliorare esiste e anche tu hai la tua parte da fare.
Ti chiami Paolo perché pensiamo che sia l’esempio il modo migliore per insegnare ai figli. E volevamo darti un esempio di coraggio, dignità e onestà.
Ti chiami Paolo perché mamma e papà credono in una Sicilia degna di una nuova vita, degna di te.
Ti chiami Paolo perché quel giorno in cui dovremo spiegarti cos’è la mafia, speriamo di poterlo fare usando solo l’indicativo imperfetto. «Era e ora non c’è più».
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