La legge sugli stadi fuori dalla stabilità Impianto a Librino, si allungano i tempi

Sembrava più vicina la realizzazione del «sogno di Antonino Pulvirenti», la creazione di uno stadio del Catania Calcio a Librino, ma così non è stato. È saltato infatti l’inserimento della cosiddetta legge sugli stadi nella manovra economica votata in Senato. Una norma che, se approvata, avrebbe permesso la costruzione di nuovi impianti di proprietà delle società. «L’emendamento passato riguarda solo l’ammodernamento e la messa in sicurezza di impianti da cinquemila posti», spiega Fabio Pagliara, consulente del sindaco Enzo Bianco per lo sport. Fuori, dunque, qualsiasi ipotesi di vedere sorgere nuovi stadi, un tema caro a molti politici di spicco. «La volontà del primo ministro Angelino Alfano è stata quella di velocizzare il provvedimento, inserendolo nella legge di stabilità – afferma Pagliara – Se così fosse stato, sarebbe stato approvato per il 30 novembre». A premere sull’acceleratore anche i vertici del Coni ed era «d’accordo anche il ministro Graziano Dal Rio», responsabile degli Affari regionali. Ma fin dalla presentazione dei primi emendamenti è parso chiaro che – nonostante il consenso trasversale – erano molteplici le difficoltà da superare.

Nei giorni scorsi al centro delle polemiche c’è stato un passaggio secondo il quale sarebbe stato possibile «prevedere uno o più impianti sportivi nonché insediamenti edilizi o interventi urbanistici, entrambi di qualunque ambito o destinazione anche non contigui agli impianti sportivi». Assieme ad alcuni onorevoli del Pd – tra cui Stefano Fassina, viceministro all’Economia e il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando -, membri di Sel, Movimento 5 stelle e Verdi hanno tuonato contro i rischi di una speculazione selvaggia. «Capisco le motivazioni – afferma Pagliara – ma si tratta di un’occasione persa». Prima della votazione l’emendamento è stato ampiamente modificato, ed è stato inserito un incremento dei fondi di garanzia per gli impianti già esistenti. Si potrà cercare di ottenere comunque qualcosa, anche dal poco conquistato: «È stato disposto un fondo da 15 milioni di euro per gli ammodernamenti, potrebbe interessarci per effettuare gli interventi sul Santa Maria Goretti», anticipa il consulente.

Catania, ha assicurato in questi giorni Pagliara, sarebbe in prima fila nella realizzazione del nuovo impianto, promesso già nel pieno della campagna elettorale che ha portato all’elezione di Bianco. «Ho sempre creduto nel progetto calcistico e imprenditoriale del presidente Pulvirenti – aveva dichiarato a maggio l’allora candidato del centrosinistra – e seppure il Massimino ci ha dato delle grandi soddisfazioni dobbiamo ammettere che è ormai inadeguato sia per le esigenze della società che quelle delle città». Una presa di posizione che ha spostato per giorni l’attenzione dell’opinione pubblica, costringendo anche gli altri sfidanti alla poltrona di primo cittadino a esprimersi sul tema. E già a febbraio l’ex sindaco Raffaele Stancanelli aveva detto sì a un project financing con Comune e Provincia ipotizzato da Antonino Pulvirenti.

Un impegno che viene ulteriormente ribadito, nonostante i tempi siano più lunghi. «Noi confermiamo la disponibilità dell’amministrazione nell’aprire un tavolo con la presidenza del Calcio Catania». Volontà della giunta è «togliere qualsiasi dubbio a Pulvirenti e ai tifosi: non c’è alcuna resistenza». Luogo del nuovo impianto, è confermato, sarebbe Librino. Secondo il consulente, la struttura «può dare slancio alla rinascita del quartiere e a tutta la città». Una grande opera capace di catalizzare investimenti nell’area a Sud di Catania e «un’idea di sviluppo a 360 gradi». Quale sarà il destino del sogno del patron della società calcistica etnea è difficile saperlo. «Non dipende da noi – sospira Pagliara – Letta ha promesso tempi brevi per la discussione della proposta di legge, ma passeranno comunque dei mesi».

Carmen Valisano

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