La Lega in Sicilia, chi sale e chi scende tra i salviniani Giovani in crescita, nessun ingresso in giunta Musumeci

Matteo Salvini non ci aveva girato attorno e aveva parlato di elezioni europee come referendum. Così, in effetti, è stato e oggi nella Lega in salsa sicula si fa la conta tra chi sale e chi scende nella stanza dei bottoni del partito uscito trionfatore dal voto. 

A restare stabili rispetto all’assetto che il Carroccio si è dato nell’Isola nell’ultimo anno sono certamente le quotazioni di Alessandro Pagano, ma anche di Fabio Cantarella. Le new entry più significative, invece, appaiono al momento Matteo Francilia, sindaco di Furci Siculo, che in campagna elettorale ha sostenuto la volata di Annalisa Tardino. La nuova stella del Carroccio siciliano, eletta a Bruxelles, nella sola provincia di Messina ha incassato ottomila preferenze (circa un terzo dei voti complessivi), rivendicate proprio da Francilia. Tardino è riuscita, peraltro, nella difficile impresa di surclassare in quella provincia Angelo Attaguile, sostenuto da Francantonio e Luigi Genovese e da Carmelo Lo Monte. E poi c’è Anastasio Carrà, neo sindaco di Motta S. Anastasia, che «su Catania – dicono i bene informati – ha fatto la sua parte». Sembrano invece in declino le quotazioni di Igor Gelarda (che, comunque, manca l’elezione per meno di duemila voti), dello stesso Attaguile, arrivato clamorosamente settimo, e del suo fedelissimo, Lo Monte. Ma se per gli ultimi due la strada sembrerebbe tracciata, ecco che, a sorpresa, nel pomeriggio di ieri Stefano Candiani ha ribadito il proprio sostegno a Gelarda, definendolo «un amico che ha fatto un gran lavoro per fare crescere la Lega».

Ad ogni modo, in casa Lega guardano con attenzione anche all’altra neo eletta al Parlamento di Bruxelles, l’outsider Francesca Donato, riuscita nell’impresa di allargare il consenso attorno al proprio nome, diventando la diretta competitor di Gelarda. Complice anche il sostegno della vecchia guardia del Movimento Noi con Salvini, che l’ha sostenuta attraverso l’ex coordinatore cittadino, il dentista Antonio Purpari.

Guardando ad alcune province strategiche, ecco che Tardino nell’Agrigentino ha potuto contare sul sostegno delle due consigliere comunali del Carroccio, Rita Monella e Nuccia Palermo, anche loro in ascesa all’interno del partito. Così come nel Trapanese crescono le figure di Maricò Hopps e Giorgio Randazzo. Nell’Ennese, infine, si guarda con attenzione alla coordinatrice del circolo di Calascibetta ed ex Udc, Laura Marsala.

Ma oltre i territori, resta la resa dei conti a livello regionale. A cominciare dalle voci di una possibile sostituzione del commissario leghista Stefano Candiani. Indiscrezioni che i ben informati smentiscono categoricamente, dicendosi convinti che il ruolo del senatore veneto non sia proprio in discussione al momento. Restano da stabilire i rapporti di forza, a questo punto, con la politica regionale: la Lega a palazzo dei Normanni prosegue nella linea delle porte chiuse a chi è stato eletto in altri schieramenti politici, per cui ancora una volta non ci sarà spazio per un gruppo parlamentare all’Assemblea Regionale. 

E, dunque, neanche l’ipotesi di un nome per un ingresso in giunta. L’esecutivo, dal canto suo, prosegue però l’interlocuzione con Matteo Salvini, che non fa mistero di essere interessato al profilo istituzionale di Nello Musumeci. Ma è davvero troppo presto per immaginare quale scenario possa configurarsi. Resta un punto: tra le amministrative di aprile e le europee di maggio, la Lega si è strutturata anche in Sicilia, ha eletto consiglieri comunali in tutte le competizioni locali in cui ha presentato il simbolo. Adesso porta a Bruxelles due siciliane. La partita resta ovviamente aperta su più fronti. Ma è evidente che da oggi nel centrodestra siciliano nessun ragionamento potrà essere portato avanti senza aver tenuto conto della Lega di Stefano Candiani.

Miriam Di Peri

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