La giunta si riunisce alla Vucciria: vince il dialogo «Ristabilire un equilibrio tra il mercato e i residenti»

«Viva Palermo, viva Santa Rosalia e viva la Vucciria!». Questa frase detta dallo storico meusaro Rocky riassume il senso del lunghissimo incontro avuto ieri pomeriggio a piazza Caracciolo tra i residenti, i commercianti, la giunta comunale e il sindaco con gli uffici competenti, durato quasi tre ore. Finita la riunione per la prima volta dopo tanto tempo c’è un grande senso di speranza che avvolge insieme all’odore di frittura e i bicchieri di zibibbo, c’è la netta percezione che la Vucciria può rinascere, ma che possa farlo solo se ritrova il senso di comunità che si sta lavorando per ricostruire. E l’amministrazione si è impegnata a stare al fianco di chi lavorerà in questa direzione, nella direzione del dialogo tra i commercianti diurni e quelli notturni, tra i residenti e gli avventori, tra l’anima popolare e chi vuole ristrutturare i palazzi a piazza Garraffello. 

«La Vucciria è stata per molto tempo abbandonata, prima dall’amministrazione e poi anche dai cittadini» dice Giulia Di Martino in rappresentanza del comitato Vucciria nato otto mesi fa e che per la prima volta ieri ha avuto modo di confrontarsi con la giunta e con il sindaco della città. In quello che è percepito come un clima di abbandono l’illegalità ha preso il sopravvento, diverse anime hanno cominciato a stridere tra loro: la movida esplosa con musica fino alle sei del mattino, vendita di alcoolici in modo abusivo e spaccio sono stati tra i principali problemi che ha dovuto affrontare un mercato che segna l’identità di una intera città. Il mercato diurno è ormai ridotto a poco più di trenta attività. «Nel 1998 era stato fatto un censimento e già allora erano circa 80, mentre fino a 15 anni prima se ne contavano circa settecento», racconta Massimo Castiglia, presidente della I Circoscrizione e fautore dell’incontro, durante il suo intervento. 

La paura più grande alla Vucciria, ma anche in altre zone della città, è la gentrificazione, e cioè l’arrivo di nuove forze esterne che snaturano l’identità di un luogo. Ma da più parti c’è stata una levata di scudi per difendere l’anima commerciale e popolare dello storico mercato. «Ho chiesto a Manifesta di aiutarci nella nuova narrazione della città senza snaturarla, anche in Vucciria, dove sono previsti interventi artistici in piazza Garraffaello – dice l’assessore alla cultura Andrea Cusumano – vogliamo costruire sviluppo grazie alla cultura». 

Gli fa da eco anche Fabrizio Favuzza, dello studio di architetti che ristrutturerà i tre storici palazzi a piazza Garraffello: «È la prima volta che lo studio PL5 parla in pubblico, – spiega l’architetto – il nostro lavoro parte da una profonda conoscenza e studio dei palazzi e della storia del quartiere. Questa zona è stata abbandonata fino ad essere definita una zona franca dell’illegalità, adesso quello che noi chiediamo è che diventi la zona franca della creatività. Agli artisti della città dovremmo dare più attenzione e dedicare un luogo, perché non questo?». Prende anche la parola l’architetto Giovanni Franzitta della famosa cordata di imprenditori della Garraffaello Srl per spiegare che non sono stati presi finanziamenti europei, solo su palazzo Mazzarino ereditano un finanziamento di 400mila euro che aveva già il condominio. 

I commercianti della movida tra cui il proprietario del Covo di piazza Garraffello e anche Piero Sutera della Taverna Azzurra fanno un passo indietro sulla musica e si impegnano al rispetto delle regole. Chiedono però che vengano smilitarizzate dalla polizia le due piazze: Garraffello e Caracciolo. «Siamo passati dall’illegalità all’impegno, noi siamo qui per vivere un’esperienza di partecipazione – esordisce il sindaco Leoluca Orlando– la stessa che già viviamo in molti altri quartieri della città. Il male della Vucciria è stato che ognuno è stato per conto proprio, adesso dobbiamo costruire un dialogo fruttuoso che porti alla nascita di una comunità». 

Tra i vari interventi preannunciati dall’amministrazione ci sono l’illuminazione a piazza Garaffello e il wifi, la pedonalizzazione e il regolamento sui mercati storici, incentivi per fare ripartire le botteghe del mercato, il tram in via Roma con la fermata “Vucciria”, la sistemazione delle basole, la nascita di un centro educativo ma anche un comitato educativo grazie ai finanziamenti del Pon Metro. Tutto questo per ristabilire un equilibrio tra mercato e residenti, perché quando si spopola un mercato ne risente tutto il quartiere e adesso si vuole ripartire da qui, ripartire da dove tutto è cominciato a scemare 150 anni fa: il mercato, e attorno a quello ricostruire un’identità che ancora non è perduta. 

Alessia Rotolo

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