La gestione dell’Ato

La gestione dell’acqua in Provincia di Ragusa da qui ai prossimi 30 anni, sarà in regime misto tra pubblico e privato con una maggioranza del pubblico. Così ha deciso la Conferenza dei Sindaci riunitasi il 12 luglio per decidere e pronunciarsi una volta per tutte sulla gestione dell’ATO idrico dopo mesi di rinvii, ripensamenti, appelli, manifestazioni.
Grande la delusione da parte delle numerose associazioni laiche e religiose che da tempo si battono per il riconoscimento dell’acqua come bene comune e quindi non privatizzabile e non gestibile secondo logiche di profitto. La loro fiducia in un possibile cambiamento di rotta, alimentata dai molti incontri con i Sindaci e da varie dichiarazioni di apertura per la gestione pubblica, faceva sperare in un ripensamento. Gli avvenimenti hanno dato amaramente torto a questa speranza.
Solo un unico momento di tensione durante l’Assemblea, quando il Presidente della Provincia Antoci si appella agli uomini e a Dio a sostegno della sua scelta (a dimostrazione che in politica Dio è un enfasi e non un argomento) e riceve in cambio dei censurabili fischi.
Diciamolo francamente in sede di commento: non può certo scandalizzare che le persone preposte a rappresentare la loro cittadinanza, spesso con il conforto dei consigli comunali, si assumano una responsabilità tanto importante e prendano una decisione che, in buonafede, ritengono ottimale. Quello che è stato sconfortante nel dibattito e che merita di essere evidenziato è l’assenza (nel migliore dei casi la vaghezza) di argomentazioni a sostegno di questa decisione. Dall’impalpabile (e a tratti strampalato) intervento del neo Sindaco di Ragusa che tira in ballo la mafia e gli interessi privati mai evocati da alcuno nel confronto, fino ad arrivare alle sbiadite parole dei Sindaci di Santa Croce, Giarratana e Chiaramonte. Non uno che sia riuscito a spiegare con convinzione i pensieri ed i calcoli sottesi alla decisione.
Vediamole, comunque, queste ragioni. I Sindaci affermano sostanzialmente che la gestione pubblica sarebbe economicamente insostenibile per i Comuni, che tutte le obiezioni avanzate dai cittadini contrari all’ingresso dei privati, pur giuste in linea di principio, sono prive di fondamento e che la gestione privata consente maggiore efficienza ed equità (sì ma in che modo?).
Da una parte, dunque, viene riconosciuto il principio, ma dall’altra si afferma la necessità di un agire in opposizione ad esso. Gravissima, poi, a nostro modo di vedere, la diffusa affermazione secondo cui il pubblico non è in grado di gestire servizi in quanto portatore in sé dello stigma dello spreco, del clientelismo, dell’inefficienza. Il tutto candidamente dichiarato da persone chiamate a ricoprire incarichi pubblici!
Con questi presupposti, non appaia provocatorio affermare l’opportunità dell’ingresso di rappresentanti dell’associazionismo all’interno della costituenda società come osservatori, a garanzia di quello che a questo punto rimane da difendere: la trasparenza e l’equità delle tariffe, dei conti e della gestione. Per evitare di trovarci un Socio privato (minoranza, ma espressione di un grande gruppo, potente e ben organizzato) magari capace di uniformare le scelte dei rappresentanti politici a quelle proprie, se ci viene perdonata la maliziosa premonizione.
Le considerazioni, però, non finiscono qui. Come evidenziato con grande maestria politica dal Sindaco di Modica Piero Torchi, uno che da mesi ha dialogato con le associazioni da posizioni opposte, alla conferenza dei Sindaci si è consumato il grande tradimento della sinistra ragusana. Disponibili fino al giorno prima a rivedere le proprie posizioni, sempre pronti nelle manifestazioni di piazza ad ergersi a paladini della gestione pubblica e a dichiarare alla stampa che l’acqua è un bene comune, arrivati al dunque i primi cittadini del centrosinistra risolvono in ignavia le loro rodomontate. Il vicesindaco di Vittoria ed il Sindaco di Scicli (che si erano espressi pubblicamente per la gestione totalmente pubblica) si astengono dal prendere una decisione; il sindaco di Comiso, addirittura, non si presenta alla conferenza, con un atteggiamento che i rappresentanti delle Associazioni definiscono inqualificabile e al limite della presa in giro.
Il re è nudo, insomma. E fisicamente non è un granché.
E mentre le Associazioni promettono di non desistere nella loro battaglia a favore dell’acqua come risorsa inalienabile, è polemica tra il governo dell’Unione che si prepara a varare una legge in direzione dell’acqua bene pubblico nella gestione e nella proprietà e il governatore Cuffaro che ricorda con forza lo statuto speciale dell’isola.
Ma torniamo a Ragusa: in una lettera consegnata ai Sindaci prima della riunione decisiva, il padre missionario Alex Zanotelli conclude affermando che la scelta dei Sindaci mette in gioco il futuro della Provincia. I Primi Cittadini guidati dal Presidente della Provincia hanno puntato tutto sulla gestione mista pubblico – privato. Come si dice in questi casi? Rien ne va plus.

Vincenzo La Monica

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