Una pittura passionale, viscerale, che anima oggetti apparentemente senza un’anima. Sono cariche più che mai di vita le nature morte in La forza delle cose, la mostra dedicata al grande artista Renato Guttuso, attualmente in corso a villa Zito a Palermo e promossa dalla Fondazione Sicilia in occasione del venticinquesimo anniversario della sua nascita.
L’esposizione, a cura di Fabio Carapezza Guttuso e Susanna Zatti, è un excursus di 47 opere realizzate dal pittore bagherese dagli anni Trenta agli anni Ottanta, accomunate dal medesimo soggetto iconografico, quello della natura morta, genere amato e praticato da Guttuso durante tutta la sua attività artistica.
Tubetti di colore, utensili, bottiglie, angurie, bicchieri, castagne, crani di ariete, caffettiere, ciotole, sono solo alcuni degli oggetti dipinti da Guttuso sulle sue tele. Oggetti semplici, comuni, di uso quotidiano, di cui era circondato nel suo studio e che trasferiva in pittura con una potente forza espressiva: i colori accesi, quasi violenti, e il tratto vibrante del pennello portano l’artista a indagare e a svelare il reale nella sua essenza, al di là delle sue mere apparenze. «Se la pittura non penetra l’oggetto e non ne svela le vibrazioni – scrive Guttuso nel 1933 –, se non arriva partendo dall’oggetto e dall’osservazione sentimentale di esso alla creazione di un equivalente plastico dell’oggetto, non si perviene alla poesia, ma si precipita nella fotografia». Gli oggetti di Guttuso sono carichi di sentimenti, storie, affetti, emozioni e timori umani, ne portano tutta l’energia e la linfa. Sono evocativi e realistici, hanno a che fare con la memoria ma sono fortemente legati alla dimensione presente, senza alcuna contraddizione. Le nature morte di Guttuso restituiscono nella loro disarmante semplicità e potenza espressiva la poetica di un artista che, nel corso dei decenni, ha trasposto nella pittura non solo la sua ricerca artistica, ma anche e soprattutto la sua stessa vita: non a caso la mostra è arricchita da fotografie e frammenti video – concessi dagli Archivi Guttuso e da Rai Teche – che raccontano la biografia dell’artista, mostrando gli spazi in cui viveva, i suoi studi, pieni di oggetti di cui amava circondarsi e che poi dipingeva, e soprattutto la sua vita intima e pubblica. Pablo Picasso, Alberto Moravia, Dacia Maraini, Eduardo De Filippo, Pierpaolo Pasolini, Elio Vittorini sono solo alcuni dei personaggi che furono a lui vicini e che ispirarono non solo i suoi dipinti, ma anche illustrazioni per libri, scenografie teatrali, collaborazioni cinematografiche, sodalizi letterari e politici.
La mostra è visitabile fino al 26 marzo, dal martedì al giovedì dalle ore 10 alle ore 17, e venerdì, sabato, domenica e festivi dalle ore 10 alle 19. Costo biglietto: intero 7 euro, ridotto 5.
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