La Formazione siciliana nel 2013: sfascio totale

NON S? ARRESTA LO SC?VOLONE DEL SETTORE VERSO L’OBL?O. L’EMERGENZA SOC?ALE R?SOLTA CON LA PRECAR?ZZAZ?ONE CL?ENTELARE. LA SECONDA ANNUAL?TA’ DELL’AVV?SO 20/2011 PART?RA’ NEL 2104, FORSE. . . .

Il 2013 sarà ricordato come l’anno degli arresti e della caccia alle streghe nel settore della Formazione professionale siciliana. Protagonista il Governo Crocetta che ha “riformato”, si fa per dire, il sistema formativo siciliano a colpi di macete. 

E’ il giudizio che emergerebbe tirando le somme di fine anno sull’operato del governatore e delle sue “Tre Marie”. Al giudizio negativo non sembrano sottrarsi neanche le associazioni datoriali ed i sindacati dei lavoratori, troppo accondiscendenti e poco incisivi nel.confronto con Governo a Parlamento siciliano. Lo dimostrano la montagna di ricorsi presentati dai lavoratori e dagli enti formativi nel tentativo di difendersi dalle decisioni illegittime assunte a colpi di provvedimenti “fuori legge”.
Si fa buio il futuro, quindi, per la Formazione professionale in Sicilia. L’emergenza sociale del settore, ereditata dal passato, non è stata per niente affrontata dal Governo regionale di Rosario Crocetta. Altri i progetti politici e per nulla coincidenti con le aspettative dei circa dieci mila operatori, hanno catalizzato l’interesse del PD, maggiore azionista politico del governo e della Formazione professionale.
L’esecutivo anzi ha pensato bene di “prendersi gioco” di lavoratori, enti di formazione, sindacati e associazioni datoriali. Arroganza, tracotanza, presunzione, clientelismo emergono pericolosamente come onde increspate in un mare tempestoso.
Sin da subito il presidente Crocetta, proprio a dimostrare lo scarso interesse per dieci mila famiglie siciliane, ha consegnato il settore, complesso e complicato, al PD, realizzando intorno una rete operativa costituita dalle “Tre Marie”.
Una sorta di cassa di compensazione che avrebbe dovuto costituire il cuscinetto tra esecutivo e operatori del settore formativo e che invece si e’ sostituita al livello decisionale politico.
Il governatore della Sicilia non ha fatto bene i conti e si è ritrovato privo del controllo sul settore. A capo della Triade, che rievoca un panettone dal gusto succulento che nulla ha a che vedere con i fatti descritti, il segretario generale della Regione siciliana, Patrizia Monterosso. Autorità massima nel settore della Formazione professionale per avere ricoperto il ruolo di Autorita’ di gestione del Fondo sociale europeo sotto la presidenza Lombardo. Oggi deus ex machina nella Formazione professionale, la Monterosso potrebbe avere condizionato le scelte operate negli ultimi dodici mesi, oscurando l’immagine del Presidente Crocetta, intento solamente a fare lo “Sceriffo”, il servitore della legalità e della giustizia.
Punto di forza e “braccio armato” della Triade la dottoressa Corsello, dirigente generale del dipartimento Lavoro con l’interim della Formazione professionale. Donna in carriera arrivata al momento giusto per interpretare la continuita’ politico-amministrativa col precedente esecutivo dell’ex Raffaele Lombardo, dove la Monterosso ha ricoperto, in ordine temporale, il ruolo di dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, capo di gabinetto alla presidenza della Regione e Segretario generale della Regione siciliana.
A completare la Triade una giovane inesperta ma spavalda e impavida, lanciata nella carriera politica e sostenuta da un padrino d’eccellenza, il senatore Beppe Lumia. Interessi, quelli delle “Tre Marie”, dicevamo, diversi dalle aspettative di lavoratori ed enti formativi. La scandalosa gestione delle integrazioni, cioè del recupero coatto del finanziamento erogato negli anni passati a taluni enti formativi, ne è esempio.
All’epoca dei fatti la Monterosso. nel pieno del ruolo, firmava il Piano di riparto dei finanziamenti destinati agli enti formativi per lo svolgimento dell’attività formativa e la Corsello supportava l’azione politica dell’assessore regionale pro tempore, nella qualità di capo di gabinetto, volta a riconoscere, perché previsti dalla legge, le maggiori somme rispetto al decreto di finanziamento. Soggetti quindi direttamente interessati e coinvolti nel “bordello” integrazioni ed extra budget che oggi, pur di non essere condannate dalla Procura della Corte dei Conti alla restituzione di milioni di euro, stanno buttando a mare enti formativi virtuosi e lavoratori con i prelievi coatti su risorse comunitarie illegittimi e in violazione delle norme comunitarie.
Questo spiegherebbe la velocità con la quale sono state portate a conclusione le procedure di recupero coatto delle somme concesse nel periodo tra il 2005 ed il 2010 a danno di enti e lavoratori. E’ davvero singolare poi che l’emergenza sociale si sia risolta con l’aggiornamento dell’Albo degli operatori assunti entro il 31 dicembre 2008 e titolari di contratto a tempo indeterminato. A prescindere che a distanza di tre mesi non risulta ancora pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana, l’Albo ha perso la ragion d’essere per via della scelta praticata dall’assessore Scilabra di collocare prioritariamente i lavoratori cosiddetti eccedentari, frutto della mobilità seguita al taglio del 10 per cento del finanziamento della seconda annualità dell’Avviso 20/2011.
Il paradosso è che tra i 721 eccedentari ve ne sono 18 assunti successivamente al 31 dicembre 2008. Anche per questi lavoratori sarebbe prevista la ricollocazione lavorativa prima degli iscritti all’Albo. Un’operazione politica di facciata, l’Albo doveva servire solamente a riempire gli occhi di fumo ai lavoratori e tenerli a bada. A confermare il giudizio critico sull’operato la circostanza che ha portato all’accordo del 12 novembre 2013 tra Governo e parti sociali. ?ntesa finalizzata a ricollocare prioritariamente anche chi e’ stato assunto nel luglio 2013. Ed in epoca di blocco delle assunzioni questa vicenda confermerebbe che è tutta una barzelletta la messa in scena della riforma rivoluzionaria targata le “Tre Marie”, più che Crocetta.
Il presidente della Regione ha il solo torto di non essersi interessato direttamente alle dinamiche intorno alla Formazione professionale. L’avere scelto l’effetto a sorpresa con le conferenze stampa sugli arresti eccellenti si è rivelato insufficiente a far funzionare il settore. Su questo non avevamo dubbi, raccontando in diversi precedenti articoli, il fallimento politico ed amministrativo di Crocetta & C.
Fallimento che emerge anche dal mancato avvio della seconda annualità del citato Avviso 20. Chi pagherà le spettanze ai lavoratori degli enti formativi dall’8 giugno ad oggi? Un tema che sistematicamente viene evitato, che nessuno tra Governo, amministrazione e parti sociali ha il coraggio di affrontare. Che si stia preparando l’ennesima fregatura per i lavoratori?
La riforma della Formazione professionale spetta alla politica e non può essere conseguenza dovuta ai colpi di piccone delle procure della Repubblica siciliane. Alla riforma possono e debbono contribuire i lavoratori con o senza l’aiuto delle organizzazioni sindacali. Nel 2013 il mondo dei lavoratori si è lasciato governare da altri con scarsissimi risultati.
Nel 2014 cosa accadrà? Ci sarà finalmente quella presa di coscienza necessaria a comprendere che operazioni come quella del Ciapi di Priolo sono slo di faccita e non per regionalizzare dieci mila lavoratori. Trasferire oltre tre mila lavoratori all’ente di formazione di proprieta’ della Regione siciliana celerebbe invece l’intento clientelare di controllare risorse finanziarie e voti, infischiandosene della legge n.24 del 6 marzo 1976 che disciplina il modello basato sull’assegnazione del servizio formativo ad enti strumentali della Regione siciliana. E con le imminenti elezioni europee e forse anche politiche il conto e’ presto fatto.

Giuseppe Messina

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