La Fondazione ‘Giovanni Falcone’, per bocca di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso il 23 maggio del 1992 insieme con la moglie, Francesca Morvillo, e con gli uomini scorta, ha dichiarato che non inviterà il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, alla commemorazione del ventesimo anniversario della strage di Capaci.
Lo diciamo subito con chiarezza: a nostro modesto avviso, la posizione assunta dalla ‘Fondazione Giovanni Falcone’ verso il presidente Lombardo non è condivisibile. Per almeno tre motivi.
In primo luogo perché, fino a questo momento, il capo della giunta regionale non è stato rinviato a giudizio, ma è solo indagato. Su di lui pesa la richiesta di imputazione coatta dal parte del Giudice per le indagini preliminari (Gip). Ma non – lo ripetiamo – un rinvio a giudizio.
In secondo luogo, ci permettiamo di ricordare che altri autorevoli magistrati, prima del Gip, avevano scagionato il presidente Lombardo. Di conseguenza, siamo in presenza di una vicenda giudiziaria controversa.
In terzo luogo, piaccia o no, il nostro ordinamento stabilisce che un cittadino è colpevole solo dopo che una sentenza che lo definisce tale passa in giudicato. Nel caso del presidente Lombardo non solo non c’è alcuna sentenza di condanna nei suoi riguardi, ma non è nemmeno detto che venga rinviato a giudizio.
Ne consegue che, a nostro modesto avviso, la dichiarazione rilasciata da Maria Falcone, sorella del magistrato assassinato il 23 maggio del 1992, è sopra il rigo. E’ solo un modo – sbagliato – per sollevare inutili polveroni.
La vicenda è spinosa, nessuno lo mette in dubbio. Per una questione di opportunità, il presidente Lombardo avrebbe fatto bene a non prendere parte alle manifestazioni che ricorderanno i vent’anni dalla strage di Capaci. Ma un conto è sollevare una questione di opportunità – politica e non giudiziaria – mentre altra e ben diversa cosa è anticipare un giudizio morale – come ha fatto la signora Maria Falcone – su un uomo pubblico che non è ancora stato rinviato a giudizio (e che, lo ripetiamo, potrebbe anche non essere rinviato a giudizio).
Questo giornale non è tenero con il presidente Lombardo. Ma le nostre critiche, spesso anche aspre, riguardano le sue scelte di governo, che in larga parte non condividiamo. Altra cosa è la sua vicenda giudiziaria. Sulla quale – prima di esprimere un’opinione – sarebbe bene attendere il pronunciamento del giudice che dovrà decidere se prosciorglierlo o rinviarlo a giudizio.
Noi non difendiamo il presidente della Regione Lombardo, che sa difendersi da solo. Noi difendiamo un principio di civiltà giuridica.
Anticipare il giudizio della magistratura è un atteggiamento tipico dei cosiddetti ‘giustizialisti’ e, perché no?, anche dei regimi dispotici. E a noi non convincono né gli uni, né gli altri.
la redazione
Foto di prima pagina di Giovanni Falcone tratta da generazionefuturo.eu
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