La festa dell’albero e il buon esempio dato da Capaci «Sui cambiamenti climatici serve apporto dei sindaci»

«Per ogni albero piantato i bambini si divertivano moltissimo. Era una scena bellissima: loro salterellavano con gioia attorno agli arbusti perché gli avevamo spiegato che più vengono pressate le radici meglio è per la crescita dell’albero. Non potevamo certo fare loro premura, come se fossero al cantiere». Pietro Puccio sorride intenerito di fronte l’irruenza dei bambini di Capaci. La festa dell’albero, celebrata il 21 novembre, è trascorsa da due giorni. E da sindaco della cittadina palermitana lo sforzo congiunto dell’amministrazione, delle scuole (dall’infanzia alla terza media) e delle associazioni ha portato con sè una notevole dose di verde in più.

Ben 500 alberi in un giorno, un primato nella provincia (e probabilmente nell’intera regione) che anzi sembra lasciare quasi un po’ di malumore in bocca a Puccio. La cittadina del palermitano non è riuscita infatti a raggiungere l’obiettivo prefissato dei mille alberi in un giorno, ma il sindaco conta di farlo «entro un mese al massimo. Inoltre – aggiunge – in questo conteggio pubblico c’è da aggiungere l’apporto dei privati, che l’hanno fatto a partire dai primi giorni di novembre. Io per esempio in campagna da me ne ho piantumati sette, ma questi non rientrano nel conteggio. L’iniziativa ha riscontrato moltissimo successo, non solo sui social ma anche per strada».

Poche sono state però le amministrazioni che hanno scelto di sposare e rilanciare quella che è un’iniziativa, lunga una settimana, che parte come ogni anno da Legambiente e che in provincia ha coinvolto alcune scuole di Palermo e Bagheria. Solo a Corleone, col supporto della giunta Nicolosi, è stata recuperata la zona antistante la chiesa dei Cappuccini, all’interno della villa comunale: l’area è stata ripulita e recuperata realizzando un ingresso e una staccionata all’interno della quale sono stati piantati  dieci alberelli di corbezzolo, donati dal Dipartimento regionale sviluppo rurale e territoriale. 

«Dispiace che siano state poche le amministrazioni ad aderire alla festa dell’albero – commenta Puccio – perché dovremmo essere noi sindaci a guidare questi processi. Si parla di cambiamenti climatici, ma troppo spesso lo si fa solo in termini semplicistici di freddo o caldo. Ormai invece i cambiamenti climatici sono parte integrante, purtroppo, delle nostre vite. C’è ancora qualche anno di tempo per intervenire, ma è già troppo tardi per cui davvero ognuno deve fare la propria parte». Non si tratta solo di salvaguardia ambientale, insomma, ma di sopravvivenza del genere umano. Anche perché le persone vivono in gran parte nelle città, dunque è proprio da qui che deve partire il cambiamento. 

«Si sottovaluta in maniera indecente il problema – conviene il primo cittadino – E’ il cane che si morde la coda. Faccio un esempio: se c’è più caldo aumenta l’uso dei condizionatori e più aumenta il consumo di energia che a sua volte un maggior impiego dei combustibili fossili. Quindi questo provoca un circolo vizioso. Stiamo vivendo una situazione preoccupante, così come certificato dalla quasi totalità della comunità scientifica. Ricordo che l’Italia ha il triste primato in Europa della quantità di morti dovuti alle polveri sottili. E dunque qualche domanda noi amministratori locali ce la dobbiamo porre. Non possiamo solo amministrare, e magari lo facessimo bene, il sistema di raccolta dei rifiuti o i servizi rivolti ai cittadini».

La speranza è dunque che il buon esempio possa poi contagiare gli altri. «Se tutti i Comuni italiani avessero piantato 500 alberi per 12mila abitanti, così come fatto a Capaci, in un giorno ci saremmo ritrovati con 30 milioni di alberi. Avremmo posto una pezza rispetto a quel che è avvenuto recentemente in Amazzonia. I numeri su larga scala sarebbero diventati impressionanti. Speriamo che il nuovo anno porti un cambio di mentalità».

Andrea Turco

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