La danza dei sette veli in Occidente

Di origini antichissime, la danza del ventre nasce per celebrare la fertilità nelle antiche società matriarcali della Mesopotamia. In seguito, nelle corti dei principi orientali che avevano molte mogli, questa danza si è trasformata in forma di intrattenimento quando si svolgevano le cerimonie. Nel mondo occidentale è arrivata nell’Ottocento, e la società le ha conferito un simbolo di sensualità, diventando uno spettacolo per intrattenere gli uomini. Il gioco con il velo tipico della danza del ventre, denominata per questo “dei sette veli”, i sonagli attaccati al top, alla cintura o nella gonna – che sottolinea la forma del bacino – esaltano ancora di più i movimenti. L’atmosfera che si crea con le luci soffuse e la musica orientale fanno tutto il resto.

Oltre alla sensualità che questa danza emana, in pochi sanno che viene usata anche nella “fisiodanzaterapia”, integrata con opportuno trattamento psicoterapeutico. Proprio per i movimenti che si fanno, aiuta a riscoprire e ad accettare la propria femminilità, a “far pace” con il proprio corpo nei casi in cui esso venga vissuto come un problema (es. dismorfofobie, disturbi del comportamento alimentare, conseguenze di abusi sessuali, ecc…), anche perché il gruppo che si forma nella scuola di danza è esclusivamente femminile.

In Italia le scuole di danza orientale sono tantissime e a Catania e dintorni ce ne sono almeno 4. Tra ristoranti, serate estive e feste private, oggigiorno è diventato comune vedere l’esibizione di una danzatrice del ventre. Non sono solo di origine orientale, ma anche italiane: le ragazze che frequentano le scuole di danza orientale sono diverse e nelle lezioni, se sono brave, sono notate dalle insegnanti che le portano con loro ad esibirsi sui palcoscenici. Trovare i vestiti che servono non è facile, se non c’è un negozio ad hoc nella propria città. A volte, le ragazze che praticano questa danza, chiedono alle loro madri di confezionarglieli o li mandano a ritirare direttamente dai paesi arabi.

Durante l’estate abbiamo incontrato Angela Parisi, è una ragazza di 20 anni che da 3 va a scuola di danza del ventre e che ci racconta cosa significa per lei questo tipo di danza.

Angela, partiamo dal nome della danza. Quella che comunemente noi chiamiamo danza del ventre in realtà non si chiama così. 
“Viene chiamata danza del ventre perché viene utilizzato in particolare il movimento del bacino, ma il suo vero nome è danza orientale, perché proviene dall’Oriente. E’ scorretto dire danza del ventre, siamo noi occidentali che l’abbiamo interpretata così.”

Ma questa danza non è rimasta sempre la stessa e con gli stessi fini, come potremmo pensare noi.
“Anticamente, negli harem per le varie mogli dei sultani, quando si portavano doni, alcune fanciulle danzavano. Ma le varianti non mancavano. Si usava anche il bastone infuocato, o il candelabro, perché il fuoco rappresenta la vita, la passione. Con il passare degli anni, le origini si sono perse. Ora si fa solo per fare spettacolo, senza seguire il movimento originario di questa danza.
Per esempio il movimento del ventre ha molta importanza perché rappresenta la fertilità, i movimenti sono: otto verticale e orizzontale, i simboli dell’infinito.”

Come è nata la tua passione?
“Prima per semplice curiosità. Non ho mai trascorso un anno della mia vita senza fare danza. Poi sentendo parlare della danza del ventre e trovando un’insegnante araba, mi sono avvicinata a questo genere. Lei, oltre a insegnare la tecnica e i movimenti, ci ha anche parlato della cultura di questa danza, soffermandosi anche sulla base culturale.”

La danza di quanti passi si compone?
“Sono tantissimi, mi sono resa conto che non si finisce mai di imparare. Ci sono molte variazioni e influenze da altri stili, che con gli anni si apprendono. Ma ci sono i passi base che coinvolgono il busto, i fianchi, le braccia. Ad esempio c’è l’otto, lo scimmi del bacino e del seno, cioè il movimento molto veloce che si fa senza muovere le spalle.”

Cosa simboleggiano questi movimenti?
“La mia insegnante ci ha spiegato che i movimenti devono essere associati ai nostri sentimenti, gioia, malinconia, sensualità, rabbia. Questa danza si fonda sulla libertà di manifestare quello che si prova. E’ una danza molto libera.”

E’ innegabile che alcuni movimenti suscitino dei pensieri piccanti fra il pubblico maschile…
“Lo so, quando fai questo tipo di ballo hai tutti occhi maschili puntati su di te… Io cerco di non guardare; se guardo il pubblico mi faccio prendere dal panico. E’ vero che c’è anche questa associazione di idee. Dicendo che faccio danza orientale, la gente la associa a una danza sexy, invece per me non è per niente di questo.
Forse è il particolare movimento del bacino che la rende così. Anzi, è una danza che non deve mai scadere nel volgare.”

Ci sono donne che vanno a lezione di danza del ventre senza dirlo ai mariti?
“Io non ne ho conosciute, ma può capitare, forse perché si vergognano. Vista la sensualità hanno delle riserve. In effetti è una danza che riscopre la sensualità. Ma ci sono anche uomini che fanno questa danza, nella scuola di danza che frequento io ce ne sono stati.
Comunque è conosciuta come una danza prettamente femminile, ma non è così, è anche maschile.”

I tuoi amici cosa ti dicono quando ti vedono ballare?
“Veramente io non lo dico ai miei amici quando mi vado a esibire. Psicologicamente avere intorno gente che non conosco è meglio.  Sapendo che c’è qualcuno che io conosco mi inibisce.” 

Una ragazza magra la potrebbe fare?
“Di solito si collega a chi ha qualche chilo in più … ma il realtà la può fare chiunque. L’importante è avere i fianchi e il bacino largo perchè sottolineano di più i movimenti.”

Links utili:
Storia, origini e informazioni sulla danza del ventre
I benesseri ficisi della danza del ventre

Melania Mertoli

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