La Crimea, l’arroganza di Obama e l’idiozia dell’Unione europea

E’ PER QUEST’EUROPA CODINA E CODARDA CHE DOVREMMO ANDARE A VOTARE A MAGGIO? E’ QUESTA “ESPRESSIONE GEOGRAFICA” CHE DOVREMMO TENERCI L’EURO E IL GIA’ DI PER SE’ DEMENZIALE FISCAL COMPACT?

Barak Obama, uomo della sinistra americana, quando deve affermare l’egemonia imperiale statinitense non ha alcuna esitazione a fare la medesima politica dei conservatori di quel Paese. Ieri ha informato i partner europei e il Giappone che il prossimo G8 venga convocato senza invitare la Russia a parteciparvi.

Con questo pronunciamento non ha fatto altro che confermare il suo dominio sulle varie combinazioni di negoziato internazionale su tutti i fronti, politico, economico, militare, eccetera eccetera. Si tenga conto che, secondo il metodo convenuto dai componenti del G8, attualmente la presidenza di questo organismo internazionale è appannaggio della Russia e sarebbe questa nazione a dovere diramare gli inviti. Invece, Obama, con la ‘delicatezza’ del savoir faire proprio degli arroganti decide lui chi deve convocare e chi no.

La ragione di questa scorrettezza comportamentale risiede nel fatto che il governo di Mosca, preso atto del voto plebiscitario del referendum del popolo di Crimea, ha formalizzato l’adesione di questa nazione alla Federazione Russa. Non si capisce perché avrebbe dovuto rifiutare la richiesta popolare di adesione espressa da un referendum il cui svolgimento è avvenuto nel pieno rispetto delle regole fissate dalle autorità della penisola del mar Nero, territorio autonomo della Repubblica Ucraina. Operazione democratica come quella della Catalogna in Spagna o della Scozia nel Regno Unito.

Va segnalato, a questo proposito, che anche la Transnistria, un territorio autonomo della Moldavia, ha chiesto alla Russia di far parte di quella Federazione e lasciare la Moldavia che è l’unico paese dell’Est europeo che alla recente conferenza di Vilnius ha deciso di aderire all’Unione europea, tra le numerose nazioni convocate di quel versante continentale.

Ora, che gli americani siano fatti così non lo scopriamo oggi, né ci meraviglia, per la ragione che fino a quando i loro alleati saranno proni e succubi ai loro diktat quelli ne approfitteranno sistematicamente. Quello che dovrebbe meravigliarci è la stupida adesione a queste pretese statunitensi dei Paesi dell’Europa unita che, in quanto tale, dovrebbe essere capace di una propria visione del mondo e decidere in autonomia se e come partecipare agli incontri internazionali e su quali argomenti in agenda. E partecipare ad essi non in quanto singola nazione, ma come unica nazione confederata.

Se i Paesi europei del G8 avessero un minimo di dignità nazionale e continentale da fare valere dovrebbero lasciare solo Barak Obama a riunirsi con se stesso e meditare sulle pretese egemoniche di quella nazione e magari venire a più miti consigli. Invece, no. Il Consiglio europeo dei ministri degli esteri delle 28 nazioni aderenti ha deciso all’unisono che il referendum in Crimea era illegittimo e che non l’avrebbero riconosciuto, unendosi come un sol uomo a quanto il giorno avanti aveva detto Barak Obama sull’argomento.

Tutti contenti, dunque. Ed è per questa Europa che dovremmo andare a votare il prossimo 25 maggio? E’ per un’Europa codina, appendice sciocca degli Stati Uniti d’America, che dovremmo, non solo votare, ma anche spendere soldi, tenerci l’euro ed il Fiscal Compact?

E’ proprio il caso di dire che siamo proprio stupidi ed autolesionisti.

In questo quadro l’unico conforto viene dalla risoluzione del Congresso di Madrid dello scorso dicembre, nel quale è scritto, nero su bianco, che la sinistra europea si deve adoperare affinché l’Unione europea si liberi dei vincoli Nato e recuperi la piena autonomia e la propria sovranità in politica estera sullo scacchiere globale.

Se l’Europa recupera questa consapevolezza di sé l’adesione dell’Ucraina alla Ue dovrebbe allontanarsi per la semplice ragione che non è possibile accogliere tra le file dell’Unione una nazione guidata da un governo prodotto da moti di piazza, senza un Parlamento eletto democraticamente come quello che è stato chiuso a seguito della rivolta pilotata dalle potenze occidentali, uno Stato nel quale i suoi organi istituzionali sono conseguenza di un colpo di Stato, mascherato da rivolta popolare.

Ci piacerebbe che, a proposito di legittimità, la nostra ministra degli Esteri, Federica Mogherini, ci dicesse cosa ne pensa sul colpo di Stato Ucraino. Lei che è stata tanto solerte ad accodarsi alla dichiarazione di illegittimità denunciata da Obama sul referendum in Crimea.

Riccardo Gueci

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