La commissione lavori pubblici a villa Fazio Tempi lunghi, anche per il palazzo di cemento

Un esame in prima persona delle condizioni di villa Fazio e del palazzo di cemento. Queste le motivazioni che hanno portato i consiglieri comunali membri della commissione Lavori pubblici, l’assessore al ramo Luigi Bosco, l’assessore con delega specifica su Librino Saro D’Agata e il vicesindaco di Catania Marco Consoli tra il degrado delle due grandi strutture. Entrambe oggetto di due importanti interventi di recupero, ma senza tempi certi.

«Il recupero di villa Fazio è stato finanziato con un milione e 400mila euro, di cui 360mila per la sola ristrutturazione della struttura principale. Per il recupero dei campi da gioco ci vorranno, secondo gli uffici tecnici, altri 400mila euro», riferisce il presidente della commissione, Niccolò Notarbartolo (Pd). La gara d’appalto per la ristrutturazione della villa è già stata vinta dalla società cooperativa Megaedil di Patti (Me), ma nonostante una prima tranche da 700mila euro del finanziamento regionale (fondi europei Por-Fesr 2007-13) sia già nelle casse comunali, «si attendono gli adempimenti amministrativi necessari da parte della Ragioneria», spiega il consigliere del Pd ai colleghi. Così come fermo è anche il bando, già aggiudicato al consorzio Solco, per i servizi ai minori che all’interno della struttura dovranno essere offerti. «Al momento siamo nel limbo, senza tempi né possibilità di determinarli. Se ci fosse una struttura alternativa, potremmo partire già subito», afferma Dino Barbarossa, presidente di Solco che, in coordinamento con le associazioni che già operano nel quartiere, dovrà occuparsi dei laboratori e delle attività in quello che dovrebbe diventare il Polo educativo Librino.

Ancor più complessa appare la situazione del palazzo di cemento: il grande edificio di viale Moncada 3, tristemente noto per le attività illegali che si svolgono sotto i suoi portici, è stato sgomberato nel 2010, con gli inquilini che occupavano l’edificio abusivamente, trasferiti in alloggi temporanei. Da allora l’unico intervento sulla struttura è stato effettuato per eliminare le scale, in modo da non consentire la rioccupazione. «Un progetto, finanziato dal Piano casa nel 2010, è finalmente pronto per essere approvato», dice il consigliere Notarbartolo ai piedi della struttura. Sono 13 milioni di euro totali: quattro milioni serviranno per il recupero della aree a verde adiacenti, la cosiddetta spina verde di viale Moncada. I soldi restanti, circa otto milioni di euro, sono destinati al recupero dell’immobile. Ma per questo i tempi sono lunghi: oltre il 2014. «Il 13 febbraio si riunirà la conferenza dei servizi, con Comune, provincia, prefettura, genio civile. Se il progetto verrà approvato, ci vorrà un altro mese per preparare la gara, che potrà partire a maggio-giugno». Dal momento dell’apertura della gara, le aziende interessate «avranno dai quattro ai sei mesi per presentare le offerte. E, se non ci saranno ritardi dovuti ad eventuali ricorsi, si potrà iniziare con i lavori, che dureranno due anni».

Già chiaro l’uso che si farà della struttura: «Si rispetterà il progetto originario», continua Notarbartolo. L’edificio è dotato di quindici elevazioni: 12 di queste sono destinate ad ospitare ben 96 alloggi, anche se resta da stabilire con che modalità verranno assegnati, «se con graduatoria per gli alloggi popolari, o per mezzo di un bando per il social housing», precisa Notarbartolo. Il piano seminterrato verrà invece destinato ai magazzini commerciali che vorranno usufruire delle botteghe del piano terra. «Contiamo di riempire le botteghe, anche grazie alla Zona franca urbana che sta per partire. Mentre il piano ammezzato sarà adibito ad uffici», conclude il consigliere.

Leandro Perrotta

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