La città degli invisibili

Vagabondi, senza tetto, barboni, homeless, clochard: sono questi i termini che vengono comunemente utilizzati  quando si parla  degli “invisibili”, quelli che spesso, camminando lungo il corso, vediamo comparire tra la folla con il bicchiere in mano, talvolta trasandati, a domandare pochi spiccioli per un pasto e che, ancora più spesso, vengono ignorati o malamente allontanati perché ritenuti fastidiosi, additati come i parassiti della società e, secondo alcuni, deleteri all’immagine della città. Catania, in occasione della “Giornata mondiale Onu contro la povertà”, ha puntato i riflettori proprio su di loro, su quelle che da troppo tempo sono le vittime dei pregiudizi della massa, per riscattare la loro immagine dallo stereotipo di nullafacenti per scelta.

Il 17 Ottobre in piazza Università, l’evento “Notte dei senza dimora”, presentato da Ruggero Costa ed organizzato da Telestrada – la web-tv promossa dalla Caritas Diocesana di Catania – ed in collaborazione con il mensile Scarp de’ tenis, la Misericordia S. Maria di Ognina e la famiglia Vincenziana, ha dato l’opportunità ai cittadini di comprendere, attraverso una mostra fotografica e la proiezione di video-documentari, il punto di vista dei senza dimora su diverse tematiche e li ha coinvolti in un momento di solidarietà con gli stand per la vendita di dolci fatti in casa, il cui ricavato verrà interamente devoluto a favore dei senza tetto.

La mostra fotografica dal titolo “Luoghi di un’Altra Città”  ha aperto delle finestre sulla vita dei volontari che ogni giorno si occupano della cura dei senza tetto all’interno dei centri di accoglienza, del dormitorio femminile e dell’Help Center. «La mostra non è stata organizzata – dichiara la curatrice Grazia di Stefano – E’ nata, scatto dopo scatto, riprendendo semplicemente degli attimi di vita quotidiana». I due documentari proiettati, incentrati sulla vita di ogni giorno dei senza tetto, hanno raccontato la realtà di chi, per qualche problema lungo il corso della propria vita o per un errore che potrebbe capitare a chiunque, si è ritrovato per strada ad elemosinare ed a lottare per la sopravvivenza.

Il primo video, “Happy Men”, realizzato da Telestrada, ha raccontato delle storie di casa nostra, in particolare, la storia di Angus, uno scozzese che vive per le strade di Catania da anni. «Sono maggiormente le ragazze quelle che lasciano monete – racconta Angus nella sua storia – ma non tutte. Quelle con il fidanzato accanto normalmente no. Poi, qualche volta, viene qualcuno che mi offre una sigaretta. Per me è molto bello ricevere una sigaretta da qualcuno. È un gesto più grande del dare i 10 cent. E’ come regalare un po’ di attenzione, un po’ di affetto». Il documentario dal titolo “La linea gialla”, realizzato da “Asfalto”, il blog dei senza tetto, ha raccontato la vita dei clochard della stazione ferroviaria di Milano. Massimiliano Salvatori, direttore del blog, in collegamento Skype da Bologna, ha dichiarato: «E’ stata un’esperienza molto forte. La cosa più bella è che questo video è stata proprio un idea dei senza tetto, venuti fino da noi a proporre la loro idea. Si tratta di persone straordinarie, con cui è facile creare un rapporto veramente stupendo».

Tra gli interventi della serata, quello di Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania, Carlo Pennisi, assessore ai servizi sociali e Padre Valerio di Trapani, direttore della Caritas di Catania. «Questo evento è la dimostrazione pratica della realtà di una città che si interroga per trovare una soluzione – afferma Stancanelli – Incontri come questo servono a far capire che ciascuno di noi può, nel suo piccolo, fare qualcosa. Quello che fanno le istituzioni non basta. Chi può permettersi di più dovrebbe sentirsi in dovere di fare qualcosa per chi ha bisogno». L’assessore Pennisi ha risposto alle domande legate alla posizione delle istituzioni ed ai provvedimenti previsti per un aiuto concreto. «La povertà è legata ai fallimenti. I percorsi che portano a questo devono essere osservati con attenzione. Non c’è un gran numero di poveri, ma è il livello della povertà che sta aumentando. E’ necessario mettere in sequenza degli interventi che portino prima al denaro, poi al lavoro e poi alla possibilità di un’abitazione. In sinergia con le associazioni, stiamo ricostruendo la possibilità di realizzare tutto questo, tassello per tassello».

«La sensibilità va costruita – afferma Padre Valerio – come tante cose sconosciute, forse perché nuove. I senza tetto a Catania sono presenti da 40 anni. Prima la società era più salda, non c’erano persone senza casa. Come in tutte le cose nuove, ci sono pregiudizi. Accanto a questi pensieri ci sono pensieri di vicinanza, di tenerezza. Alla base della sensibilità c’è l’informazione. L’informazione per far capire che quella di senza tetto è una condizione da evitare, non uno stato. Non si tratta di una scelta romanticamente presa, ma di una situazione che chiunque può trovarsi a vivere. Una donna di 65 anni buttata fuori di casa dal figlio è l’esempio eclatante di come può accadere a chiunque. Noi, dal 2006, abbiamo accolto cinquemila persone che nel loro tragitto di vita hanno incontrato una povertà estrema. Se non c’è chi dalla strada li raccoglie, li sostiene, si rischia di lasciarli lì. Sono necessarie azioni di aiuto concrete».

La serata si conclude con i ringraziamenti di Gabriella Virgillito, giornalista ed organizzatrice della serata, e con balli e canti del gruppo dei volontari della Caritas.

Fabio Panebianco

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