Ma basta. Non mi rompete le palle…. Cosí Francesco Rutelli alla giornalista Lucia Annunziata durante il suo programma In mezzora. Chi scrive iniziò questa rubrica su LIndro circa un anno fa, con un pezzo che analizzava il rapporto tra politici e giornalisti in Italia rispetto agli Stati Uniti. Ricordo ancora il sommario in quel mio commento titolato LIndro lamericano: chiedeva di immaginare “in Italia i poteri politici e anche economici che rispettano e temono, i giornalisti, invece di averli in libro paga?”
Lex radicale ex sindaco di Roma, ex leader della Margherita e ora dellAPI, si è sentito ferito nellonore per il caso del tesoriere del suo partito Luigi Lusi, accusato di aver abusato della sua carica appropriandosi di milioni di euro e ora definito dallo stesso Rutelli un ladro. LAnnunziata ha incalzato il politico centrista sui presunti finanziamenti che, come scritto da LEspresso, sarebbero passati da Lusi alla fondazione di Rutelli Centro per un futuro sostenibile.
Cè qualcosa che ho preso io? No, neanche un centesimo. Ho chiarito, le ho risposto. E mi faccia anche dire: ma basta, replicava Rutelli sempre più arrabbiato. Che cosa cè di male nel fatto che lei riceva questi soldi?, insisteva Annunziata. Rutelli: Non li ricevo! Continua a dirlo? Li dò. Li dò. Ma lei ancora insiste? Non li ricevo, li dò, lho querelato, vuol farsi querelare anche lei?.
E sì, dai… replica a questo punto la giornalista ex presidente della Rai di garanzia: lei, giornalista di sinistra che una volta poteva appunto garantire anche a destra, ma adesso non stava più garantendo Rutelli, passato al centro Per questo forse il politico romano non si fida più di Lucia : Ma lei mi ascolta o segue la sua scaletta e ripete le domande che aveva programmato? Ho finanziato, io, personalmente, di tasca mia e ancora mi rompete le palle? E basta alza la voce Rutelli usando un tono più rude. Avevo bisogno che lei ripetesse queste cose, si difende Annunziata. Per andare a dormire tranquilla questa notte? Va bé, ho fatto una buona azione, conclude lex sindaco di Roma.
La discussione continua: Senta Rutelli, anchio faccio un mestiere che ha una certa funzione pubblica, ogni tanto – dice Annunziata – anche a noi giornalisti dateci la capacità…. Ho risposto laltro giorno per due ore e mezza, replica Ha risposto a una conferenza stampa, siamo in unaltra situazione – replica la giornalista – non mi tratti come una deficiente per favore. Non mi permetterei mai, assicura Rutelli
Ecco in questo scambio, che potete trovare in video su internet, cè il condensato del rapporto incestuoso tra potenti dItalia e chi li dovrebbe controllare. E vero che Annunziata sta cercando di fare il suo dovere di giornalista, spremendo dal suo ospite il più possibile riguardo allo scandalo in cui è indirettamente coinvolto. La situazione, così comè nota alle cronache oggi, farebbe pensare che, pur avendo dato (e non sottratto) quei soldi, Rutelli in tanto tempo non si sia mai accorto dei milioni di euro venivano rubati dal suo tesoriere: se non responsabile, comunque, lex leader della Margherita come minimo negligente.
Ma la vera ragione per cui Rutelli se ne esce con quel ma basta, non rompete le palle, è perché il nostro politico non è affatto abituato ad avere a che fare con un o una giornalista, a lungo considerata di garanzia, che fa proprio quello che ogni buon giornalista dovrebbe fare con i politici: comportarsi da rompipalle!
Rutelli, poveretto, come il cane di Pavlov non fa altro che reagire come farebbe ogni altro politico italiano al suo posto, poco importa di quale schieramento, davanti ad un interlocutore che a sorpresa si mette in testa di fare il suo mestiere! E a dircelo questo ad un certo punto è proprio Annunziata: Ogni tanto, anche a noi giornalisti, dateci le capacità . Come ogni tanto? E perché solo ogni tanto? E le altre volte che fanno i giornalisti invece di servire il pubblico, leccano il politico?
Ma la chicca che sigilla una situazione già piuttosto controversa, degna di unetà della pietra se paragonata al rapporto stampa politica che vige in altre democrazie, è ovviamente quando a Rutelli scappa: Ho già querelato, che faccio, querelo anche lei?.
Ora, una minaccia del genere non è nemmeno immaginabile da dove vi sto scrivendo. Assistere allo spettacolo di un politico negli Stati Uniti che mentre un giornalista gli fa delle domande, anche particolarmente dure e magari pure unfair, scorrette, ecco si fa scappare una frase minacciosacome quella è semplicemente impossibile. Quel politico non potrebbe farlo per legge. Qualunque public officer, una persona eletta o nominata ad una carica pubblica, in America non potrebbe mai querelare un giornalista o un qualunque cittadino che in quel momento agisca da informatore dellopinione pubblica. Mai. Anche se quello scritto dal giornalista risultasse essere falso o se porgesse domande tendenziose, sbagliate, ingiuste, è escluso che possa ricevere una querela. Lunica maniera per farlo consiste nel portare al giudice una prova che il giornalista o la sua testata o, come in questo caso, il suo programma quel falso lha commesso con malizia, cioè sapendo già a priori. Praticamente indimostrabile
Geniale quella sentenza della Corte Suprema Americana che, nel 1964, fortificava ulteriormente così il Primo Emendamento della Costituzione Americana. Ecco perché il Quarto potere negli Usa ha potuto persino far dimettere un presidente senza paura delle querele. Perché le conseguenze di un possibile errore (in buona fede) non devono mai intimidire e frenare il giornalista dal suo lavoro di guardiano degli eletti dai cittadini. Il giornalista non può essere intimorito dal politico, piccolo o potente che sia, ma semmai è il contrario.
E infatti, cari lettori, chi scrive è da tempo un giornalista americano anche se opera in lingua italiana, e ben si accorge di questo atteggiamento dei politici nostrani che arrivano in visita a New York. Nel migliore dei casi è quello del volemose bene, nel peggiore allora fammi queste domande e di questo non si parla. Quanti ne ho visti apparire con quellatteggiamento da comandanti supremi, con al seguito tirapiedi suggeritori di domande che si possono fare…La mia risposta era tanto semplice quanto chiara: caro portavoce del Presidente, Ministro, Segretario, Sottosegretario, ecc. in questo caso lintervista non ci interessa più, grazie tante.
Quando, ancora peggio, ti capitavano quelli che ti dicono “mandi le domande e noi le rimandiamo con le risposte”. Così ti ritrovi senza quelle che hanno del tutto ignorato, anzi che hanno proprio cancellate. I poveretti, in questo caso se le sono poi comunque ritrovate nel giornale qui a New York, ovviamente con tanto di avvertenza per i nostri lettori: “certe domande che avevamo posto al Ministro, Segretario, Presidente sono state ignorate, eccole qui di seguito…”
Quindi non mettiamo in croce il povero Rutelli. Io voglio credere alla sua buona fede, e che lui quei soldi non li ha presi ma, come dice, li ha dati. Il problema non è nello specifico lui, dato che oggi in Parlamento tutti si comportano così e forse anche peggio di lui nel rapporto incestuoso della politica italiana con i media.
Concludo riprendendo pari pari ciò che scrissi nella prima puntata di questa rubrica per LIndro,
“Eppure, in Italia si dovrebbe conoscere meglio come, qui in America, chi lavora nei media, non sappia cosa sia laver paura di fare il proprio dovere ( ) Già, questa libertà assoluta di informare senza essere intimiditidal potente di turno è il più importante pilastro che rinnova sempre la democrazia di questo Paese ( ) Ti immagini in Italia i poteri politici e anche economici che rispettano, e quindi temono, i giornalisti, invece di averli in libro paga?”
E passato ormai un anno ma, purtroppo, sembra ieri.
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foto tratte da: bergamosera.com; lanostra.it; indipendentalogo.wordpress.com
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