La dipingono come un’artista bizzosa e scostante, invece eccola qua, Ornella Vanoni, all’altro capo del telefono, a rispondere con ironia alle tante curiosità dei redattori e dei lettori del nostro giornale universitario.
Innanzi tutto come sta? E come sta andando il tour?
«Sono molto stanca, ma molto felice perché il tour va bene».
Una delle cose che attraggono di lei è il suo rifiuto di rifugiarsi nella nostalgia, di non guardare soltanto al passato. Lei non si è mai presentata come una ‘nostalgica’. Come vede il presente? Le piace?
«Non guardo mai al passato, non ci penso mai. E no, non mi piace il “nostro” presente del mondo, ma io mi costruisco il “mio” presente che è fatto di amicizia, d’amore per la mia famiglia, del mio lavoro. Cerco di crearmi un mondo che amo».
Lei è un pezzo importante della storia della canzone italiana ed ha attraversato quasi sei decenni: anche se non ama la nostalgia, c’è un periodo che ricorda più volentieri?
«Questo...».
Le manca il teatro? E come mai non ci ha provato più? Forse non ha più trovato un regista come Giorgio Strehler…
«Non mi può mancare il teatro perché io canto in teatro. Poi in questo tour recito anche… non ho trovato un regista come Giorgio Strehler, però ci sono altre possibilità».
L’album “Più di me” è una raccolta di successi, molti dei quali scritti prima della nascita della maggior parte dei nostri lettori. Che rapporto ha col pubblico giovane?
«Mi piace farmi scoprire da loro e scoprire cosa pensano loro di me».
Domanda frivola: Ci sono artisti che amano trasformarsi in continuazione e altri che mantengono da sempre lo stesso look, un po’ come Morandi che sembra aver fatto un patto col diavolo, o la Carrà che si fa tagliare i capelli al millimetro. Anche il suo look sembra rimanere immutato. Nel suo caso, è una scelta di fedeltà a se stessi, e ad un look in cui si ritrova, o una precisa strategia di marketing?
«In questo spettacolo, a dire il vero, sono un po’ diversa. Ma io non sento il bisogno di travestirmi: non sono una rock star, sono una cantante classica e quindi non mi scompongo più di tanto in relazione al look. In questo spettacolo mi levo le scarpe, faccio ridere il pubblico, recito».
A proposito di rosse… Quale ritiene possa essere la sua “figlioccia”? Magari la Mannoia, per via dell’amore per l’interpretazione e per il Brasile?
«Non lo so, la Mannoia è una brava artista, ma siamo diverse sia come cantanti che come persone».
Lei ha collaborato con Carmen Consoli in occasione dello spettacolo su Rosa Balistreri e, inoltre, in quest’ultimo album duettate in quella che potremmo considerare come la sua canzone più famosa, L’appuntamento. I nostri lettori vogliono sapere cosa pensa della nostra cantantessa …
«Io penso il meglio possibile: mi piace come cantante, come musicista e come persona».
La sua carriera è piena di collaborazioni. C’è un artista con cui le piacerebbe molto collaborare ma non è ancora riuscita a farlo?
«Beh, ho cantato con tutti i jazzisti del mondo, meno che con Chet Backer e mi sarebbe piaciuto molto, ma purtroppo è morto e quindi non lo potrò fare più».
Lei una volta ha detto: “è la leggerezza che porta alla profondità. Se uno è già profondo… sprofonda”. Lei riesce sempre a non prendersi troppo sul serio?
«Sì, non mi sento una diva, una star e non credo di avere diritto a tutto solo perché sono la Vanoni. Per me conta essere amata da chi mi sta vicino».
(Ha collaborato Ivana Maugeri)
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