Japan fest, all’Ardizzone Gioeni la quarta edizione «La cultura giapponese ha invaso la nostra società»

Un festival per promuovere in Sicilia la cultura del Giappone in tutte le sue forme, tra sfilate in kimòno lucidi e colorati, dimostrazioni di kendo, cerimonie del tè, musica a suon di percussioni e tamburi giapponesi, proiezioni di serie tv, film sui supereroi, pittura su seta e cibo tradizionale. Si svolge sabato 6 e domenica 7 maggio, dalle 10 alle 22, all’istituto Ardizzone Gioeni di via Etnea 595 a Catania, che da due anni ospita il Japan fest, ormai giunto alla quarta edizione. Gli ideatori sono i catanesi Alessio Riolo e Sara La Greca – appassionato di fumetti e manga il primo, di ricette tradizionali nipponiche la seconda – che negli ultimi anni con la loro associazione culturale Ex-Cogito si sono avvicinati alla cultura orientale promuovendo diverse attività, come dimostrazioni, proiezioni, laboratori, mostre e spettacoli, a cui contano di aggiungere entro l’anno corsi di origami e di cucina giapponese.

«È stata da sempre una scommessa – racconta Sara a MeridioNews – Tra la diffusione del sushi a Catania, i ragazzini che giocano con i videogiochi o i giochi di ruolo made in Japan e i lettori di manga, questo Paese si sta inserendo sempre di più nella nostra quotidianità e con pazienza e passione portiamo avanti l’evento dal 2014, coinvolgendo sempre più persone».

Nelle edizioni precedenti il festival ha ricevuto parecchi visitatori, raggiungendo picchi di cinquemila persone. «Non abbiamo istituzioni alle spalle che ci aiutano economicamente o sponsor che ci finanziano – chiarisce l’organizzatrice – Quest’anno abbiamo chiesto sostegno all’associazione culturale Lailac di Firenze, una delle realtà italiane più attive nella promozione e nella diffusione della cultura giapponese». Che ha accettato l’invito con entusiasmo scegliendo di portare a Catania diverse attività tra cui le cerimonie del te, i rituali, la pittura yuzen sulla seta del kimono, il bazar, uno spettacolo di danza tradizionale Nihon Buyo che prende spunto dal teatro Kabuki – tipico del XVII secolo, in cui i personaggi in scena si mascherano e si dipingono i volti – oltre a vari laboratori.

«C’è quello di etegami – continua Sara La Greca – che punta su un tipo di pittura che nasce dal cuore ed è indirizzato anche a chi non sa disegnare ma vuole dilettarsi mettendo nero su bianco tutto ciò che lo circonda, dai fiori agli animali, realizzando delle cartoline da spedire o quello di pittura sumie, durante il quale a suon di musica vengono dipinti dei soggetti utilizzando unicamente l’inchiostro nero diluito con l’acqua».

Spazio anche al cibo, grazie all’area dove uno dei locali etnei di sushi preparerà per l’occasione dei roll di diversi gusti, per dare l’opportunità al pubblico siciliano di assaggiare armato di bacchette nuove e gustose ricette dall’Oriente.  

Giorgia Lodato

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