«L’intervento di oggi dimostra lo squadrismo fascista». Poco più di un’ora dopo l’intervento di Nello Musumeci all’Ars contro Luca Sammartino, arriva da Roma la replica di Italia Viva, il partito del deputato catanese. A parlare è il coordinatore nazionale Ettore Rosato, il capogruppo al Senato Davide Faraone e la senatrice Valeria Sudano. «Ha offeso il Parlamento siciliano arrivando pure a minacciare e insultare il deputato Luca Sammartino, reo di aver presentato un emendamento a lui non gradito – attaccano i parlamentari nazionali -. Il governatore non si permetta di minare la libertà, l’onorabilità e le prerogative di tutti i parlamentari, specialmente di quelli dell’opposizione».
Parole dure che fanno il paio con quelle utilizzate nel primo pomeriggio da Musumeci a sala d’Ercole, dove oggi è iniziato l’esame della legge di stabilità. A mandare su tutte le furie il governatore è stata la richiesta di Sammartino di attivare il voto segreto per un emendamento all’articolo 3, riguardante le risorse da destinare allo sport. «Si vergogni, nel momento in cui la comunità siciliana si aspetta chiarezza, lei chiede di votare di nascosto», ha urlato il presidente della Regione. Per poi aggiunge di augurarsi che presto altri palazzi – quelli di giustizia? – possano occuparsi del deputato di Italia Viva, che l’anno scorso è finito al centro di un’inchiesta sul voto di scambio.
«Le prerogative di un parlamentare non possono essere fermate dalle minacce di un presidente della Regione – continuano Rosato, Faraone e Sudano -. Quello che è accaduto oggi è di una gravità istituzionale inaudita e che nessuna scusa potrà bastare a Musumeci. Abbiamo scoperto di che pasta è fatto, puzza di dittatura. Davvero oggi si è scritta una pagina nera e indegna per la democrazia».
A criticare l’intervento di Musumeci è stato anche il Movimento 5 stelle, che per bocca del capogruppo Giorgio Pasqua ha parlato di «comportamento inaccettabile, specie se proveniente dai più alti vertici istituzionali regionali che, in momenti difficilissimi come questi, dovrebbero essere da esempio per i siciliani».
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